Il guerriero templare
- Autore: Romulo Felippe
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2019
La corona di spine della passione di Cristo e la lancia di Longino: al cospetto di reliquie tanto sacre per la Cristianità, anche il re di Francia piega le ginocchia. È in atteggiamento penitente che Luigi IX le porta in corteo, nel 1238. Due degli oggetti sacri più venerati “brillano nel cuore nero del XIII secolo, età di grandi contrasti, non attraversata da un odio solo ma da tutte le ostilità”, scrive Romulo Felippe, giornalista brasiliano al debutto come scrittore, nel 2017, con “Monge guerreiro”, romanzo storico pubblicato a fine 2018 in Italia da Newton Compton, col titolo “Il guerriero templare” (384 pagine, 9 euro in edizione cartacea, 2.99 nel formato eBook).
Collezionista di spade medievali, tra le quali ovviamente quelle con la croce latina dell’Ordine del Tempio sulla sommità dell’elsa, da sempre appassionato di storia del medio evo ed ora studioso e narratore, ha riversato le sue conoscenze nella stesura del romanzo. In aggiunta, come un cuoco stellato, ha condito la trama epica con manciate sapienti di esoterismo e mistero, che incrementano le attrattive di un prodotto valido nel suo genere. Quale? Il romanzo storico-fantasy, non c’è da sbagliare.
Come quelle reliquie siano arrivate in Francia è l’oggetto dell’intera narrazione, che segue l’itinerario dei sacri reperti dalla Terra Santa e dalla Grecia alle mani del giovane sovrano gigliato, che le reca in processione a piedi scalzi, coperto solo da un’umile tunica, smessi tutti i segni esteriori del potere e della nobiltà.
Intanto, l’autore ci ha permesso di vedere all’opera nella sua sconfinata crudeltà Slatan Mondragone, il terribile Re Nero, l’antagonista dei “buoni” del romanzo, che sono i templari.
Nevica a Gerusalemme, evento decisamente raro, mentre un centinaio di monaci cavalieri si riuniscono davanti al tempio di Salomone. Sono chini sulle loro spade, conficcate in terra per rinnovare il giuramento di sangue col Gran Maestro, Christopher Blanche, prima d’iniziare il viaggio più importante che siano mai stati comandati a intraprendere. Dovranno raggiungere la Francia, lungo un percorso solo terrestre, per evitare sorprese nel Mediterraneo. Cavalcheranno fino a San Giovanni d’Acri, sulla costa, poi prenderanno per Damasco e Antiochia. Nessuna pausa durante il giorno e occorrerà fare tesoro dell’acqua, da un pozzo all’altro, distanti anche tre giornate a cavallo. Una sosta più lunga è prevista nella fortezza dell’isola sul lago Amur, in terra bulgara, presso il buon re Jaroslav di Orhan, sempre che il demonio non voglia ostacolarli. Infatti, il Re Nero ha già colpito, conquistando quel regno, bruciando viva la regina e scuoiando il povero sovrano, prima dell’arrivo degli attesi cavalieri francesi.
Le malefatte barbare di Mondragone sono degne di un Satana in terra. Dall’alto dei suoi due metri di statura, occhi scuri come la notte fissano implacabili. La voce roca risuona come il brontolio di un tuono. Vuole intercettare la colonna del Gran Maestro Blanche. Per quei templari rappresenta il peggiore dei pericoli, come se non bastassero una tremenda tempesta di sabbia, che soffoca dodici uomini e cavalli e l’apparizione in una grotta di un enorme negromante, un colossale mostro zombie evocato dalla magia nera. Stregonerie.
L’azione si sposta in Grecia. Bastian Neville è un monaco del monastero millenario di San Michele, sospeso sulla sommità del Monte Meteora. I segni di tante ferite sul corpo e l’abilità che dimostra nel combattimento a mani nude non possono mentire: è stato un ex guerriero, un crociato, un templare. Ha peccato in ogni modo. Ha mutilato, decapitato, ucciso senza misericordia colpevoli e innocenti, di ogni sesso ed età. Ha pure tradito l’Ordine: stanco delle sue colpe, ha disertato quattro anni prima, andando a riparare nel convento sul monte, accolto dalla compassione dei bravi monaci ortodossi.
Nel monastero è custodita in segreto la cuspide dell’asta che un legionario romano ha infisso nel costato di Cristo, spirato sulla croce, facendone scaturire sangue ed acqua. Una punta di metallo arrugginita: è la lancia del destino.
Il consiglio degli anziani del cenobio affida a lui il compito di portare la sacra reliquia al re di Francia, un sovrano pio: la Cristianità ne uscirebbe rafforzata. Che Neville compia la missione e tutti i suoi peccati verranno perdonati. Gli consegnano la sua vecchia spada, Viacrucis. Hanno conservato solo quella, il resto dell’armatura è stato sepolto e dimenticato.
Nel villaggio di Athos lo attende la sua scorta, un mongolo, sul quale a Costantinopoli ripongono massima fiducia. Strada facendo, Bastian trova per caso una straordinaria cavalcatura, uno stallone purosangue, col mantello nero come la notte, gli occhi riflettono calma e ferocia allo stesso tempo, è un animale fiero e inquieto.
Trova anche Sotseg e scopre che il guerriero, eccellente arciere, è una ragazza minuta, di chiara origine orientale. Più lontano, i templari cavalcano scortando la corona di spine. Slatan Mondragone, con l’aiuto del mago Nuray, vuole intercettarli.
Neville custodisce la lancia di Longino. Lasciando il Monte Meteora, ha dato prova del suo carattere: il perfido duca Monos è liquidato. Aveva fatto uccidere i poveri monaci dai suoi uomini, ma non ha goduto a lungo della sua crudeltà. La vendetta è compiuta. Un templare sa essere spietato.
Il guerriero templare
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Caro Felice.
Devo dire che sono immensamente felice della tua analisi del mio libro, Il Guerreiro Templare. Parole sagge e perfette che riempiono di gioia lo scrittore brasiliano. Grazie mille per il testo, che mi onora molto. abbracci