Il lupo e il filosofo
- Autore: Mark Rowlands
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2009
La tradizione considera il lupo come simbolo del lato oscuro dell’umanità, eppure attraverso il viaggio straordinario di Mark Rowlands scopriremo quanto la storia ci abbia ingannato e quanto invece il lupo rappresenti la luce che rivela a noi stessi le verità che la nostra anima è abituata a nasconderci.
Brenin, il lupo di sei mesi adottato dall’autore, gli insegnerà attraverso l’arco della sua piena esistenza che gli esseri umani sono le uniche creature in grado di capire la differenza tra bene e male e quindi anche le sole in grado di essere davvero buone o cattive. Ma cos’è il male? Il male è la conseguenza non solo di un’incapacità di fare del bene ma anche di una non volontà di compierlo.
Rowlands considera gli umani come le scimmie e quindi caratterizzati dalla premeditazione, dal calcolo e dal contratto che anima i loro rapporti. Mentre il lupo si mostra gentile verso i più deboli, l’umano, invece, per aumentare il proprio potere tende ad indebolire le cose e le persone per poterle usare a proprio vantaggio. E’ soltanto quando l’altro non ha forza, non ha potere e quindi non c’è alcun motivo per aiutarlo o rispettarlo, che bisogna trattarlo con civiltà e moralità. Ed è qui che il lupo dimostra di essere moralmente puro e l’uomo di essere quel tipo di animale che progetta la possibilità del male. Attraverso lo scorrere degli anni fino all’improvvisa malattia di Brenin, il suo essere lupo dimostrerà quanto l’uomo sia legato al tempo e alla progettualità della vita. Mentre il lupo è un essere del momento, che come tale è completo in se stesso, perché in esso risiede il vero significato della vita e della felicità, l’uomo vive guardando attraverso il momento, incapace di godersi l’attimo in se stesso perché influenzato dal passato e dal futuro. Per noi il tempo è una freccia, che guarda avanti e indietro, per il lupo è un cerchio, fine a se stesso e godibile nella sua perfetta ripetitività. Il lupo non calcola, non cerca il potere o il complotto, la sua forza risiede nell’istinto di vivere il momento estremo e nella sfida come unica possibilità di una vita realmente libera, in cui qualunque cosa tu debba fare, devi farla adesso, sempre che tu voglia fare di te stesso la persona con cui trascorrere l’eternità.
Nietzsche si chiedeva quale uomo fosse pronto a dichiarare di essere uno spirito talmente in ascesa da essere pronto a passare l’eternità in compagnia di se stesso. E’ una domanda che dovremmo farci tutti per capire come sta andando la nostra esistenza e per capire davvero se siamo pronti a sfidare la vita, e a non rimandare ciò che puoi fare nel futuro che ancora deve venire. Brenin, il cui nome significa Re, lo sa e ora lo sappiamo anche noi. La morte non può dominarci se siamo figli del momento, se scegliamo di Essere e non di Avere. Possiamo invece dominare il nostro destino, riconquistando l’autenticità che la storia ci ha strappato.
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