Il mio ragazzo di R. Raj Rao

Yudi, giornalista freelance indiano di 42 anni, abita da solo, ha una esistenza insoddisfatta ed è alla ricerca costante di avventure sessuali nei posti più oscuri di Bombay.
Un giorno, in un bagno pubblico, luogo di battage, incontra Milind, un bel ragazzo giovane: un intoccabile, grazie al quale Yudi potrà riempire la sua vita.
Sullo sfondo di una Bombay inverosimilmente vivace per umanità, per spiritualità, ma anche per povertà, i due ragazzi iniziano a convivere. Finalmente Yudi può dichiarare di avere un ragazzo. Prima dell’incontro era vuoto e senza speranza, ora cade nell’abisso gioioso dell’amore.
Bombay, la metropoli che tutto inghiotte potrà ingurgitare anche i due ragazzi.

“… perché quella, dopotutto, era Bombay …”

La violenza è quotidiana. La prevaricazione brutale di poliziotti colpisce tutti. Le tensioni religiose sono delle ferite ancora sanguinanti.
Pochi anni sono trascorsi dalle rivolte per la distruzione di una moschea fra induisti e musulmani e dalla peste scoppiata vicino a Bombay nel 1994.

Il linguaggio del libro ci consente di penetrare nell’atmosfera carica di polvere, di odori e di rumori:

“Russavano e scoreggiavano tutti. I treni indiani sono così: tirano fuori il lato bestiale degli uomini.”

Il giovane scrittore indiano sceglie ogni parola per essere incisivo e per concedere una speranza illusoria: quella dell’amore di due ragazzi.
La sua prontezza stilistica ci consente di comprendere tutto di una variopinta e sciagurata metropoli dell’India
E’ vero, c’è anche una storia di amore, ma la loro storia è la metafora di Bombay.
La coppia di ragazzi è Bombay. La loro relazione è piena di contraddizioni, desiderio, passione ma pure tradimento e violenza, proprio come la città.
Da una parte c’è l’orgoglio di essere indiani, della propria spiritualità e della propria cultura; dall’altra c’è un intoccabile – pure gay – che si sente emarginato per la propria casta e per la propria sessualità:

«Prima specifica di che classe sono».

La prostituzione è la reale malattia di una città e di una coppia.
Abituati a comperare tutto, a porre un’etichetta con il prezzo anche all’amore, i sogni e le speranze sono evanescenti.