Durante un incontro tenutosi lunedì 6 dicembre a Più Libri Più Liberi, è stato presentato il libro Oriana Fallaci. Il Vietnam, l’anno che cambiò la storia scritto dalla giornalista Rai Eva Giovannini e illustrato da Michela di Cecio. Insieme all’autrice sono intervenute le scrittrici Concita De Gregorio e Francesca Mannocchi.
Cos’ha da raccontare oggi il mito della Fallaci? Quel che manca oggi di Oriana Fallaci è la capacità di dire no. Manca la capacità di fare ciò che è giusto e non quello che è opportuno. Con queste parole, Concita De Gregorio coglie l’essenza del mito Fallaci.
De Gregorio ricorda di aver conosciuto la grande giornalista toscana grazie a un libro scovato per caso nella casa di nonna, Gli antipatici, una raccolta di interviste ai personaggi dello spettacolo che appassionò tantissimo la giovane De Gregorio, al punto da farle capire che un giorno avrebbe voluto fare proprio quello nella vita: la giornalista.
Ho letto e riletto quel libro fino a impararlo a memoria. Alla fine mi sono detta, io nella vita voglio fare questa cosa qua. Ho capito che volevo essere una giornalista.
La scrittura di Oriana Fallaci
Oriana Fallaci è stata una donna contraddittoria, appassionata, piena di forti ambiguità emotive; una donna di penna e sangue oltre che di carne e sangue.
Quando ha scritto Lettera a un bambino mai nato è riuscita a essere invisa a quelli che erano pro-aborto e a quelli che erano contro; creava spaccature nell’opinione pubblica, faceva discutere, la si poteva amare e odiare al contempo.
Il libro Oriana Fallaci. Il Vietnam, l’anno che cambiò la storia di Eva Giovannini
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Cosa si prova ad affrontare, sul piano della scrittura, una donna come Oriana Fallaci?
Eva Giovannini si è confrontata con questo mito scrivendo la graphic novel Oriana Fallaci. Il Vietnam, l’anno che cambiò la storia (Round Robin editore, 2021). L’autrice ha rivelato di aver sentito lo sguardo di Oriana su ogni sua frase, di aver dialogato con lei nel corso della scrittura.
Chiude la graphic novel un’intervista a Furio Colombo, un grande amico di Oriana che fu allontanato dalla sua vita senza una ragione, come accadde a molte altre persone, del resto. Colombo mostra un lato inedito di Oriana Fallaci, raccontando aneddoti su di lei che ancora non sono noti, come un episodio avvenuto in Vietnam in cui Oriana scoppiò a piangere di fronte a un generale solo per ottenere un passaggio per raggiungere in tempo il luogo del prossimo attacco.
Ti ricordi in Vietnam? L’ho fatto apposta, Fulvio, io mica c’avevo davvero paura.
Oriana Fallaci e il Vietnam
Eva Giovannini durante la scrittura si è basata essenzialmente sull’esperienza raccontata da Oriana Fallaci nel libro Niente e così sia, un suo personale diario dell’esperienza vietnamita.
Recensione del libro
Niente e così sia
di Oriana Fallaci
In Vietnam Oriana Fallaci pone domande universali sul senso della vita, anche al più spietato dei generali. Riusciva a spogliare gli intervistati di ogni maschera, di ogni grado e ordine, mostrando infine l’essenza di un essere umano.
In Vietnam c’è anche l’Oriana più umana e materna che rimane inchiodata allo sguardo dei bambini negli orfanotrofi. Quello che definisce lo “sguardo nero”, che è lo sguardo del Vietnam.
Cerca di strappare una bambina all’orfanotrofio di Saigon, ma non ci riesce e quel rimpianto resterà con lei per tutta la vita.
Trasforma la realtà in verità, ma allo stesso modo tende a contraffarla. Il giornalismo di Oriana Fallaci è come un romanzo di Dostoevskij , una narrativa universale e simbolica.
Il suo è un giornalismo soggettivo, non oggettivo, sfida qualunque deontologia. Per tutto il tempo Oriana Fallaci racconta solo quello che sta vedendo e quello che sta sentendo, tutto su un unico piano sequenza.
Il femminismo di Oriana Fallaci
Secondo Concita De Gregorio, di Oriana Fallaci oggi dovremmo introiettare in particolar modo lo sguardo, il suo assetto del mondo, che è un femminismo agito e non enunciato. L’unico tema di quel femminismo è l’autonomia, l’indipendenza e la libertà. Tutto il resto del femminismo è una tappa intermedia, poiché l’unico obiettivo del femminismo, il vero obiettivo finale, è il poter vivere la propria vita senza alcun condizionamento.
Certo Oriana era una donna in un mondo di uomini, ma era un mondo più rarefatto; le donne che si dedicavano erano molte meno rispetto ad oggi. Inoltre su di lei non si poteva discutere, era la numero uno, nessuno osava calpestarla. Forse Oriana non ha vissuto le sfide del femminismo del nostro tempo, tuttavia ha dato una lezione universale.
Dire di no e pretendere che ti ascoltino è la vera eredità della Fallaci, secondo me.
dichiara Concita De Gregorio.
Oriana era affamata e appassionata: questi erano i punti di forza del mito Fallaci, oltre all’indiscusso talento per la scrittura.
Questo manca oggi, afferma Concita De Gregorio, la capacità di opporsi in nome dei propri ideali e di essere se stessi, oltre ogni limite.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il mito di Oriana Fallaci a Più libri Più liberi grazie a Eva Giovannini, Concita De Gregorio e Francesca Mannocchi
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