Il monastero maledetto
- Autore: Antonio Gómez Rufo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2012
“L’amore è come l’acqua, se non si agita imputridisce” erano le amare riflessioni della regina Eleonora di Castiglia mentre pensava “a suo marito, il re Don Giacomo”.
Anno del Signore 1229, Aragona, Spagna. La carovana reale stava per raggiungere il monastero di San Benedetto circondato in lontananza “dal manto innevato della cordigliera pirenaica di Lleida”. All’interno delle imponenti mura dell’”abbazia benedettina femminile più importante di quella regione situata nei territori del regno d’Aragona” proprio a “due passi dalle montagne che la separavano dal regno dei Franchi” si erano verificate “una serie di violenze e morti inspiegabili”: otto religiose erano state assassinate senza un apparente motivo. Chi aveva usato violenza contro le giovani donne giacché all’interno del cenobio “né il cappellano don Teodoro, né nessun altro religioso, fosse egli sacerdote o vescovo, poteva oltrepassare quelle porte?”. Per fare luce sull’inquietante vicenda Giacomo I d’Aragona aveva convocato Suor Costanza di Gesù proveniente dal monastero di Santa Maria della Carità di Tulebras in Navarra. La monaca “di una certa età, grossa e agile, dallo sguardo vivo” possedeva doti di sagacia e intelligenza, astuzia e lucidità di giudizio. “Donna piacevolissima”, le sue dita grassocce “non conoscevano riposo” tamburellavano sul tavolo, toccavano le orecchie e il naso. Sicuramente quello di Costanza di Gesù era un modo per concentrarsi o “per formulare i suoi discorsi”. Nel frattempo Donna Eleonora nel chiuso delle sue stanze, circondata da sei dame di compagnia, era più che mai convinta del suo futuro destino di dolorosa solitudine. Infatti dopo otto anni di matrimonio “il re voleva recidere il legame che Dio aveva creato tra loro, in maniera del tutto incomprensibile e sleale”. Ma Donna Eleonora, per la quale “l’amore era tutto e voleva che fosse eterno”, non poteva certo immaginare che si trovava all’interno delle mura del monastero retto dalla Badessa Donna Agnese di Osona giacché il re era certo che “tutta l’attrazione che aveva provato nei confronti della regina era svanita, nel caso fosse mai esistita...”.
Le pagine del libro scorrono e i pensieri della regina si fanno sempre più disincantati. “Diventiamo grandi, ma ciò non vuol dire che diventiamo migliori”.
Considerato uno dei migliori autori spagnoli contemporanei, Rufo ha scritto una dozzina di romanzi oltre a vari saggi e biografie che hanno avuto un notevole successo di pubblico e critica. Pubblicato da Newton Compton nel 2012, Il monastero maledetto (titolo originale: La abadia de los crimines), perfetto intreccio di storia medievale, mistery e passioni inespresse è il suo primo volume pubblicato in Italia. Lo scrittore possiede il dono di dare luce a ciascun personaggio dell’intricata trama che sa costruire. Passioni, segreti e violenze si muovono all’interno della cupa, tenebrosa e fatiscente abbazia e il lettore li scoprirà poco alla volta condotto per mano da Suor Costanza.
“Io credo che in questo monastero ci sia più di quanto pensiamo, ma molto di più” perché “a volte l’oscurità è il luogo dove si nascondono tutte le risposte”.
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Come definire il romanzo di Antonio Gomez Rufo? Appassionante e intrigante. Un libro, quello dello scrittore spagnolo, da leggere tutto tutto di un fiato, sfogliando le pagine alla ricerca di indizi che conducano al colpevole. Attraverso la narrazione dei misfatti del monastero di San Benedetto, l’autore ci illustra un pezzo di storia della Spagana mediavale.
I personaggi sono descritti ponendo attenzione ai loro sentimenti e stati d’animo.Tra monache, dame di compagnia e sovrani, spicca un personaggio simpatico e non in linea con i tempi: suor Costanza di Gesù!
Un libro da consigliare a coloro che provano un forte brivido nel leggere i thriller medievali e amano la storia!!