Il paradiso del sesso di Pierre-Arnaud Jonard

“Il paradiso del sesso può essere letto tanto come una storia che ha per centro nevralgico il porno, quanto come un trattato sull’eleganza.”
Les Inrockuptibles

Erotismo o pornografia: qual è la differenza? Dov’è il confine tra l’uno e l’altra? Dipende dai centimetri di pelle esposta? Forse, se parliamo di film.
Ma qui si tratta di parole su carta, quindi potremmo dire che un libro è porno quando usa termini espliciti.

Ma nel caso de Il paradiso del sesso di Pierre-Arnaud Jonard (Newton Compton, 2006, trad. M. Rinaldi) vale lo stralcio d’articolo citato all’inizio della recensione, poiché di volgarità, all’interno di questa pagine, non ve ne saranno. Ma di sesso… Oh sì, di quello ne leggerete tanto.

Sesso estremo, forse. Ma mai volgare. Non fine a se stesso ma giustificato, diciamo così, dagli eventi.
Chiunque voglia godersi scene pecorecce ha decisamente sbagliato libro, perché la storia narrata in queste pagine (esatto, c’è una storia; nel porno, invece, latita) sarà onesta e sincera, cruda e passionale.
Chi vuol leggere, si accomodi. Chi vuole puntare il dito… si accomodi anche lui, ma dubito qualcuno lo noterà.

Pierre-Arnaud Jonard ci parla di sesso, di lussuria, di libertà sessuale. E lo fa con uno stile deciso, fresco e pungente ma non per questo pacchiano.
Un libro forte e delicato al tempo stesso, dolce e piccante, all’apparenza a tratti leggero ma così inebriante, in realtà, da stordire i sensi.
Sesso a volontà, certo. E anche qualcosa di più.