Il professore e la ballerina del carillon
- Autore: Dorothy Tse
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2024
Confesso la mia ignoranza: della storia di Hong Kong, delle sue vicende recenti molto dolorose a noi arrivano scarse notizie di cronaca.
Questo romanzo, dell’autrice in lingua cinese Dorothy Tse, insegnante di scrittura creativa in una università di Hong Kong, è una rivelazione, capace di immetterci, attraverso una sorta di racconto fiabesco, in una realtà che è tutta metaforica, fatta di rimandi alla realtà politica di quella ex colonia britannica non sempre facili da decifrare.
Libro scelto dalla redazione di “Robinson Repubblica”, che lo mette al posto numero 6 della sua top ten, si segnala subito per la copertina, bellissima, progettata da Ginevra Rapisardi per E/O, che pubblica il romanzo tradotto dal cinese da Antonio Paoliello, col titolo di Il professore e la ballerina del carillon.
Il professore in questione è uno stanco e demotivato professore universitario che lavora nella città di Never, nominato come “Q”.
È sposato da tempo con Maria, una donna senza età, dall’aspetto androgino, lavoratrice indefessa, puntuale, socievole quanto basta, poco comunicativa con il marito, anche dal punto di vista sessuale: i due infatti non hanno una vita intima e trascorrono la loro esistenza in modo che definirei “asettico”.
Il professor Q ha molte delusioni, non riesce a far carriera, le sue richieste di avanzamento vengono respinte regolarmente.
Nella sua esistenza solitaria, girando per la città, si imbatte in uno strano antiquario che tra gli oggetti in vendita annovera una ballerina dall’aspetto estremamente realistico. Costei danza con il suo leggero tutù bianco latte fuoriuscendo da una scatola di legno, al suono di un carillon che si attiva con una piccola chiave. Anche se la ballerina non è in vendita, l’uomo riesce a procurarsela, si chiama Eilis e lui se ne innamora perdutamente.
Quello che il professor Q provava per Eilis non era un amore terreno, era un sentimento assolutamente disinteressato. Le dava tutto senza chiedere nulla in cambio. Poi, si sa come va, una farfalla sbatte le ali e sovverte il cosmo.
Il professore cinquantenne si rifugia sull’isola di Vitria dove, in una chiesa abbandonata, con tanto di crocifisso sulla parete, ha trovato rifugio alla sua vita infelice, in compagnia della bella Eilis, che veste, spoglia, abbraccia, asseconda, con la quale legge, ascolta musica, trova finalmente la sua possibilità di esistenza soddisfacente. Ma Never è un posto dove la dittatura è spietata.
Da quando Never era tornata alla Repubblica avanguardista, c’era parecchio fermento tra gli studenti.
La fiaba raccontata dalla scrittrice ha toni cupi, quasi da incubo, perché i sogni nei quali il professore frustrato cerca di rifugiarsi appaiono per lo più destinati all’insuccesso. Il mondo delle bambole parlanti, che sono capaci di fabbricare sogni, costituisce la parte centrale e più riuscita di questo romanzo insolito e molto originale, proveniente da un mondo poco conosciuto da noi occidentali. Il confine tra Never e Ksina, divenuto sempre più labile, le proteste che portarono in piazza oltre due milioni di persone nel 2019, ci fanno vedere, attraverso il romanzo di Dorothy Tse, che la città di Hong Kong-Never:
Si trova sulla linea di confine tra il reale e l’onirico. Il passato ritorna come un lampo e in quel breve istante si ha la sensazione di avvicinarsi a un richiamo ormai dimenticato: debole eppure tenace.
Il professore e la ballerina del carillon
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