Il risveglio di Rosaspina. Una prospettiva sulle Fiabe dei Grimm
- Autore: Giuseppe Reguzzoni
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pollicino, Hans e Gretel, Rosaspina, streghe e diavoli, principesse, re e regine, contadini, mugnai, castelli, foreste e villaggi: siamo nell’universo delle Fiabe dei fratelli Grimm, l’opera tradotta in circa duecento lingue e forse più nota della letteratura tedesca di tutti i tempi.
All’origine di tutto, e per testimonianza dei due Grimm, ci fu il desiderio di raccogliere una parte del patrimonio immateriale dei popoli germanici e di trasmetterlo alle future generazioni.
Si può parlare di universo perché le Fiabe non sono semplicemente una raccolta di racconti per bambini inventate e pubblicate da due autori con molta fantasia. Ne parla Giuseppe Reguzzoni, docente, storico della filosofia e autore di molti saggi in Il risveglio di Rosaspina. Una prospettiva sulle Fiabe dei Grimm (Marcianum Press, 2024), un libro adatto a tutti ma analitico e profondo e quindi diretto anche a chi volesse esaminare le numerose tematiche che vengono coinvolte.
L’edizione definitiva delle Fiabe che è giunta fino a noi proviene dalle diciassette edizioni originarie pubblicate tra il 1812 e il 1857. All’inizio fu una sorta di esplorazione linguistica e culturale volta alla scoperta di materiali di origine popolare come fiabe e saghe. Tale ricerca filologica ha poi coinvolto i due fratelli in un ambito accademico con la pubblicazione di numerosi articoli e saggi, prima che come redattori e autori di fiabe. Lo spessore culturale delle Fiabe emerge dal libro di Reguzzoni, il quale dimostra che esse non racchiudono solo storie per i bambini ma sono una fonte inesauribile di interpretazioni e conoscenza, appartengono al vasto mondo del simbolo e si prestano da sempre a letture profonde, anche di carattere filosofico e sociologico.
Le fiabe, tutte, vogliono solo far emergere qualcosa che è nascosto e lo fanno con il linguaggio semplice che le caratterizza, come i sogni, le fiabe parlano il linguaggio dei simboli e appartengono a delle tradizioni che, non per nulla, sono anzitutto orali: esistono perché sono narrate e per essere raccontate.
Numerosi sono i tentativi di appropriarsi delle Fiabe attraverso una lettura “politica” dei testi, come ha fatto ad esempio la cultura marxista, oppure, e non solo recentemente, col tentativo di riflettere sui testi con un atteggiamento tipico del ’politicamente corretto’ fino a raggiungere, racconta Reguzzoni, distorsioni come il bacio del principe da intendere come molestia sessuale oppure i nani di Biancaneve definiti ’figure umane di varia statura’.
Quasi nessuno (eccetto i devoti della Political Correctness) accuserebbe Gretel di crudeltà per la fine che fa fare all’empia strega. Il lettore/ascoltatore può ancora percepire il suo gesto come espressione di giustizia espiativa e come inizio di una nuova vita.
Giuseppe Reguzzoni riesce a toccare moltissimi e insospettabili temi che si aprono esplorando nel profondo le Fiabe, tanto che torna la voglia di rileggerle, ma si pone con questo libro obiettivi più specifici e poco studiati come le derivazioni, le influenze e i rapporti con il testo biblico e la tradizione cristiana.
Il risveglio di Rosaspina. Una prospettiva sulle Fiabe dei Grimm
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