Il prete bello
- Autore: Goffredo Parise
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2024
Goffredo Parise è uno dei grandi dimenticati della letteratura italiana, un autore che fa parte di quella nutrita schiera di scrittori veneti che sarebbe bene riscoprire. Di lui conosciamo soprattutto I Sillabari, con i qualI vinse il Premio Strega nel 1982 e il romanzo scritto negli anni Cinquanta Il prete bello, ora presentato in una nuova edizione dalla casa editrice Adelphi.
La storia è semplice: in un caseggiato popolare della Vicenza degli anni Trenta vivono alcune donne nubili che sono impazzite d’amore per il prete nuovo, don Gastone, di vocazione incerta e di sicura fede fascista, molto diverso dai pretini di campagna a cui sono abituate le donne del palazzo.
La vicenda è vista dagli occhi di un bambino, Sergio, che racconta in prima persona quello che accade intorno a lui. Non è un bambino fortunato perchè figlio di una ragazza madre (e questo è autobiografico) e perciò, per la società del tempo, un reietto che vive con i nonni e la madre. Insieme a lui una banda di ragazzi poveri, cenciosi e ladruncoli per necessità, ma non cattivi di animo. Tra questi Sergio fa amicizia con Cena, figlio di una madre alcolizzato, e ne divide la miseria.
Sergio osserva le mosse degli adulti e specialmente di don Gastone, che è indifferente alle avances delle donne del palazzo, inclusa la contessa Manina, donna dalla torbida reputazione da cui viene praticamente aggredito. Ma ciò non basta a turbarne la serenità, fino a quando non giunge Fedora, ventiduenne procace e avviata al mestiere di mercenaria. Don Gastone la vede e se ne innamora all’istante, ricambiato. I bambini vedono tutto e commentano, incitati dalle deluse del palazzo che considerano Fedora la responsabile della rovina del sacerdote. Ma sotto traccia scorre un’altra storia, quella di Cena e Sergio che, sotto la supervisione del Ragioniere, commettono un furto e la sorte peggiore toccherà al primo, condannato al Riformatorio. Il finale sarà tristissimo perché in fondo non ci si può aspettare nulla da dei poveri disgraziati come quelli descritti da Parise.
Le tematiche sono molte, ma quella che più mi ha colpito è la descrizione dell’infanzia, poverissima ma non disperata. I ragazzi sono precocemente adulti ma conservano le ingenuità e le speranze del mondo infantile, sognano mondi nuovi, addirittura per il protagonista una bicicletta diventa un segno di scoperta e di nuova vita. Poverissimi, ma con il gusto della scoperta che dovrebbero avere tutti i ragazzi e che ora è molto diminuito, se non spento. Sono bambini che osservano gli adulti e li considerano sciocchi nella loro disperata ricerca di felicità o piacere.
Don Gastone è forse la figura meno interessante perchè non dimostra iniziativa religiosa e in lui non c’è conflitto; è la descrizione di un fascista più che di un sacerdote, i cui principi sono la sanità fisica e un certo culto della virilità che trapela con la conoscenza di Fedora. E poi, ovviamente, lei: Fedora, una donna procace come le donne disegnate da Basile ma con un cuore puro, vittima della società e avviata a un destino squallido che neppure l’amore riscatta. Tutto questo registrato da un bimbo perspicace, per l’appunto Sergio. E infine il caseggiato pieno di chiacchere, di vita, di situazioni minime eppure importanti, alveare di sensazioni e di emozioni, tra le quali serpeggia la sensualità che non ci si aspetterebbe in un contesto così piccolo borghese (almeno nella parte ricca del condominio) eppure condivisa anche dalle donne più pie.
Il prete bello è un romanzo corale che è stato giustamente rivalutato e che dovrebbe portare a una maggiore conoscenza di un autore ingiustamente dimenticato.
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Un libro perfetto per...
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