Il suonatore matto
- Autore: Matteo Incerti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Suonava la cornamusa da quand’era boy scout il fante scozzese David Kirkpatrick, ma la disciplina militare non faceva per lui. Nel 1945, grazie al suo strumento, è diventato un eroe senza saperlo, nell’Operazione Tombola, sul fronte italiano. A farci conoscere il Pierino dell’esercito inglese più coraggioso mai conosciuto è un testo di storia in forma di romanzo, firmato dal giornalista e scrittore reggioemiliano Matteo Incerti, “Il suonatore matto”, pubblicato da Imprimatur e ristampato a maggio 2017 (pp. 226, euro 16,00).
Il titolo è integrato in copertina dal chilometrico
“la vera storia di David Kirkpatrick, il soldato che si paracadutò in kilt e con la sua cornamusa salvò un intero paese”.
E si dirà: ma se dalla copertina apprendo tutto o quasi del contenuto, a che serve leggere il libro? Niente di più sbagliato, il lavoro di Matteo Incerti - nella collana Saggi della casa editrice di Reggio Emilia - racconta una vicenda minima nello sconfinato contesto della seconda guerra mondiale, ma che ha scongiurato lutti aggiuntivi e atrocità contro i civili, in un conflitto che non ha risparmiato i non combattenti.
Solo nel 2010 l’anziano David ha saputo di potersi considerare un eroe. Da quell’azione in Italia aveva riportato solo incubi e tanta voglia di dimenticare ma, nonostante l’alcol, l’angoscia del male che credeva di avere procurato lo aveva sempre sopraffatto. Ignorava che proprio il suono di quella cornamusa aveva evitato l’ennesima rappresaglia nazista in Europa. Senza Kirkpatrik il nome di Albinea (RE) si sarebbe aggiunto alla lista del dolore: Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Lidice, Oradour sur Glance.
A Botteghe di Albinea era stanziato un importante comando tedesco. Gli inglesi avevano deciso di attaccarlo, utilizzando truppe speciali e soprattutto reparti partigiani. Se i germanici avessero però saputo della partecipazione all’azione, di formazioni irregolari, di ribelli, la loro vendetta sulla popolazione sarebbe stata terribile. Dieci italiani per un tedesco, un conteggio già noto. L’assalto costò loro una sessantina di caduti: c’era da aspettarsi non meno di seicento giustiziati. Ma il lamento inconfondibile emesso dallo strumento suonato da David fece ritenere il blitz opera di incursori britannici e i civili vennero ignorati.
Kirpatrick è morto il 6 gennaio 2016, a 91 anni, facendo in tempo però ad ottenere la riconoscenza dei discendenti italiani di chi ha salvato. A quasi 90 anni suonò ancora la cornamusa per loro, nella sua Girvan, una cittadina sulla costa sud occidentale della Scozia, davanti al mare d’Irlanda.
E pensare che quel soldato era un caso disperato. Era nato nel 1924 e fin dall’età di otto anni aveva imparato a suonare la cornamusa, in inglese pipe. Chiamato in guerra, pur avendo operato in Nord Africa, Grecia, Albania e nonostante il brevetto di lancio col paracadute conseguito in Sicilia, si ritrovava in fureria, di fatto militarmente disoccupato nei primi del 1945.
Era piper del 2º battaglione della fanteria leggera, fermo in Toscana, in attesa dello sfondamento della linea Gotica tedesca, che avrebbe consentito agli Alleati di dilagare con i mezzi corazzati nella pianura padana. L’azione gli mancava e la routine quotidiana lo rendeva inquieto. Collezionava richiami e punizioni: qualcosa lo turbava. Scaricare casse, spostarle e contarle. Insopportabile. Sette lanci di prova per non fare niente, lamentava nelle lettere alla fidanzata Anna, poi sua moglie per tutta la vita.
Qualcosa però stava muovendosi a suo vantaggio, sul fronte emiliano. La missione dei servizi speciali inglesi presso i partigiani del Monte Cusna, sopra Reggio, aveva in progetto un colpo a sorpresa contro i tedeschi sulla Gotica. Nel mirino c’era il quartier generale del 51° corpo alpino, in due ville nobiliari alle porte di Reggio Emilia. L’incursione era affidata a un’unità mista di parà britannici, partigiani italiani ed ex prigionieri russi, il Battaglione Alleato. E dal momento che ogni reparto che si rispetti ha la sua musica, perché non far paracadutare un suonatore scozzese di cornamusa, con tanto di kilt d’ordinanza? Una richiesta un po’ folle quella del maggiore Roy Farran al Comando alleato di Firenze. Ancora più folle il volontario che accettò di lanciarsi: un mad piper, suonatore matto, appunto.
L’idea era di confondere i tedeschi facendo credere che reparti organici britannici avessero sfondato le linee per attaccare nel reggiano e disorientando il nemico sulla portata dell’attacco e su chi lo avesse condotto.
Si era messa in moto l’Operazione Tombola, un piano azzardato che avrebbe coinvolto un giovanissimo suonatore di cornamusa, David Kirkpatrick di Girvan. Il suo momento stava arrivando e questo libro lo racconta dettagliatamente
Il gruppo folk antifascista Modena City Ramblers gli ha dedicato un brano musicale Al pivarol c’al vin dal ciel. La cornamusa in emiliano è piva. La traduzione sarebbe, grosso modo: lo zampognaro ch’è sceso dal cielo.
Il suonatore matto
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