Il tempo del bosco di Mario Calabresi

Il tempo del bosco (Mondadori 2024, Collana “Strade Blu”) è il nuovo libro del giornalista e scrittore Mario Calabresi, che dirige la Podcast Company Chora Media, di cui è uno dei fondatori, ed è autore della newsletter settimanale Altre/Storie (mariocalabresi.it). È stato anche direttore dei quotidiani “La Stampa” dal 2009 al 2015 e “La Repubblica” dal 2016 fino al febbraio 2019.
Prima di tutto osserviamo la copertina del nuovo libro di Calabresi che esalta l’importanza del tempo, di come sia necessario rallentare per capire meglio le cose. L’immagine dell’atrio delle partenze della Waterloo Station, la più grande e affollata stazione di Londra, dove una folla colorata aspetta indicazioni sul proprio treno è opera dell’artista bergamasco Andrea Sbra Perego, che vive a New York e ama dipingere le stazioni. Ma proprio quell’attesa in stazione fa pensare a Calabresi a un tempo “sospeso” in cui siamo finalmente fermi, almeno per un attimo.
L’ansia è ormai diventata la cifra del nostro tempo, da quando decidere è diventato più importante di capire. Fare, fare, fare, per essere sempre i primi della classe anche dopo aver superato il ciclo scolastico. Ma questa frenesia del fare tutto, farlo bene, porta a porsi la seguente domanda:

“Come si può fare e tenere insieme tutto?”

Da qui la paura di non essere all’altezza delle aspettative e di non riuscire a seguire la strada “giusta”, non si può fare tutto e non sentirti in colpa se non ce la fai. È più importante imparare a scegliere e avere coraggio di rinunciare a qualcosa, senza troppi rimpianti. Si è diffusa la convinzione che esista un percorso esatto per le nostre vite, come se ci fosse un algoritmo, che vede tutto quello che si deve fare. Non è più permesso commettere errori o prendere strade diverse se si vuole restare nella partita.

“Ma la vita è una maratona, non sono i cento metri, non la puoi misurare ogni giorno. La cosa più importante è riuscire ad avere idea della direzione”

spiega Calabresi a una ragazza che lo ha fermato per parlargli della sua ansia e delle sue incertezze.

“Le spiego che ogni volta che incontro qualcuno che ha vissuto tanto, mi faccio raccontare il suo percorso e scopro che non è mai lineare, ma pieno di inciampi, curve e sorprese”.

Da qui l’idea del libro, andare in giro per l’Italia, alla ricerca delle storie di chi, attraverso la propria vita ordinaria e straordinaria, è stato capace di trovare una via nelle incertezze, come un ingegnere che raccoglie i suoni più antichi della natura per trasmetterli alle generazioni future, una poetessa, che impara dal silenzio ad ascoltare il visibile e l’invisibile, un professore di filosofia, che insegna a vedere i limiti come occasioni, e un centenario, che per tutta la vita si è preso cura di un bosco e ne ha ereditato il tempo.

“Io credo che i rimpianti siano tempo perso, che sia meglio pensare a come costruire bene il futuro anziché interrogarsi troppo sulle scelte del passato…”.