Il suono di una mano sola. Storia di mio padre Mauro Rostagno
- Autore: Maddalena Rostagno e Andrea Gentile
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Il Saggiatore
- Anno di pubblicazione: 2011
L’attacco è questo, non uso mezzi termini: “Il suono di una sola mano. Storia di mio padre Mauro Rostagno” (Il Saggiatore, 2011) è un libro imperdibile. Un libro che tutti i lettori allo stato di veglia (e/o quelli che aspirano a essere tali) dovrebbero avere. Perché? Perché racconta quarant’anni di storia e misteri italiani senza quasi darlo a vedere, senza prosopopee da saggio politico. Perché si “divora” d’un fiato, come un romanzo scritto benissimo. Perché dentro ci passa la vita vera, si vede e si sente. Perché commuove, irretisce, indigna, sgomenta, fa sorridere, riflettere, sognare, innamorare. Perché a reggere le fila di tutto ciò ci sono le cento vite in una sola di un Diogene libertario, figlio del Sessantotto. Un uomo non comune, coerente a se stesso, coraggioso, morto per mano della mafia sul fronte di libertà & verità: Mauro Rostagno.
Dalla militanza in Lotta Continua alla scelta “arancione”, dal lavoro in comunità di recupero a quello di giornalista scomodo, Rostagno non ha mai derogato ai suoi principi. La sua vicenda umana può assumersi come propedeutica e questo volume, che ne riannoda le stazioni - pubbliche e private - con una sincerità che ha qualcosa di “candido”, dovrebbe circolare nelle scuole come testo di base, in modo che la memoria - quello per cui vale la pena vivere (e a volte anche morire) - possa tramandarsi di generazione in generazione.
A redigere le pagine di “Il suono di una sola mano” (bel titolo, suggestionante) sono Maddalena Rostagno (figlia di Mauro) e Andrea Gentile. La loro è scrittura “colorata” che affascina dall’incipit e non ti molla più. Il fatto che invecchio, credetemi, non c’entra: dopo qualche riga avevo già la lacrima in punta di ciglio. Per il resto della lettura non ho mai saputo bene se sorridere o piangere o arrabbiarmi di brutto, così ho fatto tutte queste cose insieme, che per un solo libro non è cosa da poco. I climi evocati dai due autori sanno essere soffici & spietati quanto basta e si deve, sostanziati da accelerazioni/decelerazioni di ritmo, flash-back, folla di pensieri, cassetti di ricordi, viaggi, dialoghi, documenti, canzoni. Tantissime canzoni, di quelle che vale la pena ascoltare di continuo. Immagino lo sforzo che sarà costato, soprattutto a Maddalena Rostagno, perché hai voglia di provarti a fare il duro: i fantasmi restano fantasmi e gli assassini assassini, e ventuno anni ad aspettare giustizia sono un tempo infinito da passare, ancor peggio se costellati da dolori, tradimenti, illazioni strumentali. Per cui questo libro, credo possieda, anche valenze liberatorie. E’ un esorcismo e un atto d’amore insieme. La storia di una figlia, di un padre, di una madre molto speciali. Che ci credevano. Avercene di esistenze tanto esemplari.
Il suono di una sola mano. Storia di mio padre Mauro Rostagno
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