Il teatro della soaltà. Soaloghi
- Autore: Guglielmo Peralta
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Già autore di diverse sillogi poetiche, vincitore di premi letterari quale il Cesare Pavese nel 2012, Guglielmo Peralta in questa fascinosa e accattivante opera, I l teatro della soaltà (Thule, 2022), pone la sua attenzione alla percezione e alla rappresentazione di quello che ci circonda, sospeso tra sogno e realtà.
Un mondo a parte, che Peralta ben sintetizza nel titolo di questo suo ultimo lavoro che ha come sottotitolo di copertina “soaloghi”.
La prefazione, accurata, precisa è di Gianfranco Perriera mentre la postfazione è curata da Franco Di Carlo. Citando Ibsen, nelle parole di un suo personaggio, Perriera nella prefazione dell’opera, volendo significarne i contenuti, rileva come:
La poesia non è la realtà ma più della realtà……Non è un sogno ma un sognare da svegli.
Soaltà di cui all’enigmatico ed intrigante titolo di quest’opera di Guglielmo Peralta, è la congiunzione di sogno e realtà dove però, dice l’autore, il sogno deve avere la preminenza. La “Soaltà”, scrive Peralta nella premessa, elimina i concetti di realtà e sogno comprendendoli insieme nella loro identità. Si guarda in tal modo oltre la superficie e ci si dispone alla visione dell’oltre.
Il “Teatro della soaltà” di cui il titolo dell’opera è:
Rappresentazione di qualcosa che accade nella scena interiore.
I “Soaloghi”, oggetto di questa pubblicazione, sono i colloqui con la Soaltà, leggendo i quali si perviene e ci si rende consapevoli della visione unitaria del mondo.
L’ambiziosa e stimolante meta prefissa di questo percorso, di questa indagine, è la ricerca delle radici e dell’origine dell’Essere in un linguaggio sospeso tra poesia e filosofia. Una scelta lessicale che esprime un profondo mondo interiore, poetico e ricco di conoscenze in cui non mancano i simbolismi e i neologismi come “sognagione”, intesa come piantagione e stagione dei sogni.
La poesia è ricerca della bellezza, della perfezione, atto creativo e non solo contemplativo, divenendo verbo, parola, che perviene all’essenza dell’essere.
Una lettura meritevole di approfondimento per la sua poetica, per la sensibilità e creatività e per gli intenti speculativi, anche di ordine metafisico, che rivela a ogni passo.
Diversi i passaggi significativi che rimangono impressi in questo ottimo lavoro di Peralta, come quello riferito all’odierno mondo fattuale dove i sogni appaiono adesso esprimersi nella realtà virtuale e l’richiamando Platone e il Mito della caverna:
Platone- Dunque. Invano aprii gli occhi all’uomo della caverna, prigioniero della sua cattiva vista. Vano fu il suo cammino verso la luce, se ora si lascia assediare alle immagini virtuali; se lo ingannano le nuove ombre; se lo rende ancora più cieco il potere infausto della scienza.
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Ringrazio per l’ottima recensione Gaetano Celauro, il quale ha colto la centralità dell’opera evidenziandone gli aspetti essenziali.
Un cordiale saluto