Il tempo dell’attesa
- Autore: Elizabeth Jane Howard
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2016
Dopo il grande successo di critica e pubblico de “Gli anni della leggerezza”, sempre per Fazi esce in libreria il 14 aprile “Il tempo dell’attesa” (titolo originale Marking Time, con un saggio di Hilary Mantel, traduzione di Manuela Francescon) di Elizabeth Jane Howard (Londra, 26 marzo 1923 – Bungay, 2 gennaio 2014). Si tratta del secondo romanzo pubblicato nel 1991 della saga in quattro volumi della famiglia Cazalet, le cosiddette “Cazalet Chronicles”, dell’autrice britannica, figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, autrice di quindici romanzi, già modella e attrice, matrigna dello scrittore Martin Amis.
Sussex, Home Place, 3 Settembre 1939.
“Avevano spento la radio e, sebbene la stanza fosse piena di gente, il silenzio era completo al punto che Polly percepiva, quasi sentiva, il battito del proprio cuore”.
Il clan dei Cazalet al gran completo, William e Kitty, noti come il Generale e la Duchessa, la loro figlia nubile Rachel, i tre figli maschi Hugh, Edward e Rupert con le loro mogli e i lori figli, avevano appena sentito alla radio la notizia che il Regno Unito aveva dichiarato guerra alla Germania di Hitler che solo due giorni prima aveva invaso la Polonia. Nessuno dei Cazalet aveva parlato o si era mosso fino a quando il Generale, il nonno di Polly, figlia maggiore quattordicenne di Hugh e Sybil, si era alzato lentamente. William Cazalet dopo essere rimasto fermo un attimo in piedi posando una mano tremante sulla spalliera della poltrona e passandosi l’altra mano sugli occhi velati, aveva attraversato la stanza per baciare uno per volta i suoi figli più grandi: Hugh e Edward. Lo sguardo acuto di Polly aveva notato ogni gesto e ogni espressione degli adulti lì riuniti, i membri del clan cominciavano ad agitarsi sulle sedie, chi mormorava, chi accendeva una sigaretta e chi diceva ai bambini di andare fuori a giocare.
“Il peggio stava accadendo, e loro si comportavano come niente fosse. Era così che faceva la sua famiglia quando le cose si mettevano male”.
Eppure anche nella dimora di campagna dei nonni, ora diventata la residenza ufficiale del Generale e della Duchessa dopo che i Cazalet avevano deciso di lasciare la casa di Londra per stabilirsi in pianta stabile a Home Place, qualcosa era cambiato. Una delle residenze satellite di Home Place, Mill Farm, ora ospitava la Casa dei Bambini: venticinque neonati, sedici infermiere tirocinanti più la direttrice e suor Crouchback. C’era un’atmosfera “tesa e infiammabile”, aveva notato Polly, in quella “molle domenica settembrina” col profumo di foglie bruciate che saliva dal falò appiccato da McAlpine, il giardiniere della vasta proprietà. Zio Rupert affacciandosi dalla porta del salotto aveva avvisato tutti di cercare la propria maschera antigas, le quali, d’ora in poi si sarebbero tutte conservate nella sala delle armi. “Forza, muovetevi”. Iniziava adesso il tempo dell’attesa, della speranza e della trepidazione, gli anni della leggerezza erano ormai un ricordo.
“Louise pensò alle bombe che cadevano da un punto invisibile nel buio e rabbrividì. Davvero i tedeschi potevano fare una cosa del genere?”.
Elizabeth Jane Howard, autrice di quindici romanzi, donna di una bellezza spettacolare, la quale aveva ricevuto poca istruzione formale ma che si rivelò fin da subito avida lettrice, in tutta la sua lunga vita, morì a 90 anni, non dimenticò mai la preziosa lezione del suo insegnante di pianoforte:
“Come si fa a imparare? Sbattere la testa contro qualcosa e continuare a farlo”.
Lo sanno bene i tanti personaggi di questo raffinato romanzo, tutti
“permeati dal vivo torrente sotterraneo dell’inquietudine che si agita sotto la superficie di vite agiate minacciando di venire a galla”.
Il tempo dell'attesa. La saga dei Cazalet (Vol. 2)
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