Si firmava e.e. cummings tutto in minuscolo, riducendo il proprio nome a due sole iniziali. Quella firma atipica non era solo un vezzo, ma l’impronta stilistica di Edward Estlin Cummings, uno dei maggiori poeti americani del Novecento.
In Italia lo conosciamo soprattutto per le sue poesie d’amore, tra cui la più celebre spesso citata a San Valentino è Il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio (1952); ma ridurre Cummings alla fama insipida di poeta romantico sarebbe un grave errore.
e.e. cummings - la sua firma autografa lo riflette bene - era un modernista, un rivoluzionario della parola, colui che abbracciò l’avanguardia poetica abolendo maiuscole, virgole, convenzioni sintattiche e ogni segno di punteggiatura. La traduzione italiana delle sue poesie non gli rende giustizia: leggendo invece le sue opere nella versione originale, in inglese, possiamo cogliere l’audacia quasi visionaria dei suoi scritti. Cummings era un innovatore e questo la disposizione innovativa delle sue parole sulla pagina lo riflette bene.
La stessa celebre poesia Il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio che in inglese è I carry your heart with me (i carry it in) lo riflette bene già nel titolo, in cui compare l’uso, inatteso, della parentesi che sembra inglobare le due proposizioni in un’unica frase.
Ma la più famosa lirica di Edward Estlin Cummings può essere definita una poesia d’amore? A chi la dedicò il poeta? Cerchiamo di fare chiarezza attraverso un’analisi approfondita che non si limita alla sola citazione dei “romantici” versi.
Scopriamo testo, analisi e commento del testo di e.e. cummings.
Riportiamo anche il testo originale della poesia per evidenziarne la differenza - anche metrica - rispetto alla traduzione italiana.
Il tuo cuore lo porto con me di E.E Cummings: testo
Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli.
Il tuo cuore lo porto con me di E.E. Cummings: testo originale
i carry your heart with me (i carry it in
my heart) i am never without it (anywhere
i go you go, my dear; and whatever is done
by only me is your doing, my darling)
i fear
no fate (for you are my fate, my sweet)i want
no world (for beautiful you are my world, my true)
and it’s you are whatever a moon has always meant
and whatever a sun will always sing is youhere is the deepest secret nobody knows
(here is the root of the root and the bud of the bud
and the sky of the sky of a tree called life; which grows
higher than soul can hope or mind can hide)
and this is the wonder that’s keeping the stars aparti carry your heart (i carry it in my heart)
Il tuo cuore lo porto con me di E.E. Cummings: analisi e commento
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Nella versione inglese lo stile di Cummings viene conservato intatto e la sua rivoluzione sintattica appare più evidente: non ci sono segni di punteggiatura né maiuscole, ogni verso sembra fluire nel direttamente successivo in un unico flusso (quasi un flusso di coscienza) che mira a riprodurre lo stesso effetto di fusione espresso dal titolo “il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio”, I carry your heart with me (i carry it in). La poesia ricalca lo stile modernista tipico di Gertrude Stein che attraverso l’uso insistito dell’anafora e della ripetizione sembra dischiudere al lettore un intero universo.
Sin dal principio Cummings insiste sul tema fondante della poesia: che lui e la donna amata sono un unico cuore, un unico essere, inglobati l’uno nell’altro. Ogni azione compiuta dal poeta, di riflesso, è compiuta anche dalla donna: ogni suo successo è anche un suo successo, così come ogni sconfitta, e attraverso questa duplicità il poeta intende esprimere il significato più profondo dell’amore che è, per l’appunto, “vivere una vita in due”.
Nella seconda strofa - che Cummings collega alla prima con un enjambement - viene indagata l’oscura potenza del destino. Il poeta si sente persino superiore all’imperscrutabilità del fatto perché, ora che l’amore è in lui, non ha più nulla da temere. Tutto ciò che dà significato e senso al mondo è l’amore e la donna amata sembra capace di muovere persino le orbite celesti. La donna è il sole e la luna, la luce stessa dell’universo: lei è la ragione per cui sorge il sole il mattino. Il poeta sembra vivere in un eterno presente, magnifico e perfetto, che non conosce l’insidia molesta del tempo futuro.
Lo schema metrico di Cummings rompe di proposito tutte le convenzioni stilistiche e sintattiche e sembra voler esprimere la forza dirompente dell’amore che scardina ogni cosa, sembra capace di reinventare il mondo stesso, di sollevare la terra dal proprio asse.
Nell’ultima strofa il poeta esprime un intimo sentimento di connessione con l’intero universo. L’amore diventa l’essenza stessa dell’esistenza, il principio fondamentale di ogni elemento naturale. Viene paragonato, per l’appunto, a un germoglio perché è destinato a crescere, a durare, a espandersi sino a diventare albero alto e magnifico.
Il grande sentimento di connessione che nasce dalla relazione del parlante con l’amante è sconosciuto a chiunque altro. Il loro amore è così fondamentale e puro da assomigliare alle verità di base dell’esistenza nel mondo naturale, che cresce e si espande come un albero, un albero così alto e magnifico da superare la comprensione umana. E la pura intangibilità di questo amore è così potente e impressionante che è come le forze elementari che impediscono alle stelle di schiantarsi insieme. Nella versione originale infine Cummings chiama quell’albero “vita”, e si tratta di un albero capace di crescere ben oltre ciò che l’anima possa sperare.
Proprio questo intimo segreto - il cuore inglobato nel cuore - sembra infine essere la chiave dell’esistenza universo, ciò che impedisce alle stelle di collidere nelle loro orbite l’una con l’altra nell’infinita distesa siderale.
Solo nell’ultimo verso Edward Cummings ci rivela il “deepest secret”, il segreto profondo: ciò che il poeta ama attraverso la donna è la vita stessa, e che l’intera esistenza dipende da questa oscura, intangibile armonia. L’esistenza stessa è ciò che infatti fluisce e scorre ininterrottamente in un’eternità che la mente umana fatica anche soltanto a immaginare - e di certo non osa comprendere.
Recensione del libro
Poesie
di E. E. Cummings
Il tuo cuore lo porto con me di E.E. Cummings: a chi era dedicata la poesia?
Edward E. Cummings ebbe molte donne nel corso della sua vita, si sposò in totale tre volte e tutti i suoi matrimoni ebbero breve durata. E pare che probabile che attraverso la sua celebre poesia Il tuo cuore lo porto con me (1952) Cummings volesse elogiare la straordinaria potenza del sentimento d’amore, capace di porre l’essere umano in contatto con tutto il creato.
C’era tuttavia una donna che il poeta amò per lunghi anni, platonicamente. Si chiamava Marie Louise Lallemand, ed era una prostituta francese. Si conobbero a Parigi quando Cummings era soldato, durante la Prima guerra mondiale, in seguito si persero di vista. La storia d’amore con Marie per Edward fu molto più di un’avventura occasionale. Le scriveva dal fronte di guerra lunghe lettere appassionate, cui lei rispondeva implorandolo di dimenticarla.
Lo schema delle lettere riprende lo stesso stile appassionato che Cummings, in seguito, avrebbe usato nelle sue poesie. In una lettera le scriveva parole che sembrano ricalcare lo stesso stile Il tuo cuore lo porto con me, lo porto nel mio:
Darling, Marie Louise, you who are more to me than the scarlet poppies which are mown, more than the yellowing evenings which we see die, more than the silence full of stars, the completely white silence of night, only awaiting dawn, – take the kiss which I give you, that kiss, without value, because it comes from a soul which loves you.
Le scriveva:
“Cara Marie Louise, tu per me sei più dei rossi papaveri falciati, più delle sere dorate che vediamo lentamente tramontare, più del silenzio delle notti stellate. Accettate il bacio che io vi porgo, questo bacio senza valore, poiché proviene da un’anima che vi ama”.
La paragonava al silenzio bianco della notte, appena prima dell’alba e lo pregava di accettare il suo bacio perché proveniva da un’anima che la amava.
Una volta tornato negli Stati Uniti lui non smise mai di cercarla, ma di lei era svanita ogni traccia. Per consolarsi Edward E. Cummings si gettò a capofitto nelle sue poesie, scrivendo parole ardenti d’amore a una donna che non avrebbe mai amato. L’amore si era tuttavia sublimato, apparteneva alla sostanza stessa dell’universo, si era fuso nella coltre delle stelle. Era diventato un cuore estraneo che batteva nel suo, all’unisono.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il tuo cuore lo porto con me: significato e a chi era dedicata la poesia di E.E. Cummings
Salvatore Di Giacomo non ha mai incluso la poesia discussa nella sua raccolta: lei l’ha presa da un altro traduttore. La prego di precisare. enrico