Il viaggio di Andrea D’Urso

Il viaggio di Andrea D’Urso (Vydia editore, 2019) è la storia di una donna raccontata a ritroso, seguendo le tappe di un viaggio da Trapani a Zurigo, in treno, per salutare persone e ricordi e andarsene nella pace. Rossana, un’insegnante già in pensione, riceve una sentenza sanitaria di quelle che tolgono il fiato e la sua vita diventa una quotidiana e costante ricerca di senso, di verità, soprattutto di una via di fuga dall’incombere del glaucoma.

La trova in Svizzera, in una clinica di accompagnamento alla morte volontaria.
Nell’attesa della convocazione i nodi e i rimorsi di una vita si riaffacciano per essere sbrogliati, soprattutto quella persistente rabbia che l’aveva attanagliata per tanti anni offuscandole la coscienza e il “buco nero” della depressione che Rossana ha conosciuto quando aveva i figli piccoli e un marito che non la capiva.
In vena di bilanci, ma anche sempre più attenta ai particolari che l’hanno resa felice, nella sua mente amore per la vita e paura del futuro si alternano durante il viaggio, quello definitivo, ma l’atmosfera drammatica dell’inizio man mano si stempera, mentre scorrono le scene della sua vita sul filo delle percezioni: i colori le parlano e le ricordano emozioni, i profumi dei fiori e il sapore dei cibi la seducono ancora.

Però sente che c’è una curva nella strada che la aspetta, dietro la quale lei non sarà più visibile e che le darà sicurezza e quiete… Grazie a una poesia di Pessoa che le risuona nella mente come un mantra. Il viaggio verso l’iniezione letale diventa un modo di riscoprire la bellezza e la vita e per ritrovare la sua maternità, i suoi affetti precedenti da cui prende simbolicamente congedo.
E così, mentre la vita si ripropone in tutta la sua dirompenza e in tutte le sue possibilità, il viaggio si conclude e Rossana arriva in Svizzera e si presenta nella clinica prescelta con un’unica speranza, sicura che i figli l’abbiano perdonata.

La voce narrante ha uno stile essenziale e scorrevole, che allenta le tensioni dei ricordi del passato e crea la giusta immediatezza che rende fluida la narrazione, per un finale che apre a un’atmosfera di serenità nonostante la drammaticità della scelta perseguita.