Il volto dell’assassino di Amy McLellan

Trama - Sarah vive da vent’anni con la sorella Joanna, da quando un incidente d’auto, in cui ha perso la vita proprio il marito di Joanna, le ha cambiato la vita in maniera radicale. Da quel trauma, infatti, Sarah è uscita con un deficit percettivo che ha colpito il suo sistema nervoso e le ha causato una perdita di memoria. La malattia, nello specifico, è detta prosopagnosia, ovvero l’incapacità di distinguere i volti. Le persone attorno a lei, insomma, sembrano a Sarah degli sconosciuti, quasi le incontrasse sempre per la prima volta. Con l’andare del tempo, la donna ha imparato ad attivare delle strategie per riconoscere i famigliari e i pochi amici che frequenta, dato che conduce una vita per forza di cose oltremodo riservata. Il premuroso vicino di casa Alan diventa quindi un omone col cappello; il nipote James un ragazzo alto con le guance sporgenti; la sorella Joanna una donna che indossa pullover dai colori sgargianti.

Nonostante questi piccoli espedienti, che si rivelano efficaci, la vita di Sarah è claustrofobica. Senza la protezione della sorella è come se agisse sempre con una benda sugli occhi, che occulta la realtà e le impedisce di capire di chi potersi fidare. Ecco quindi che quando un soggetto maschile irrompe nella loro cucina e uccide barbaramente Joanna, per Sarah inizia un incubo senza precedenti. Non solo ha perso chi amava e si prendeva cura di lei, ma la ricerca dell’assassino sarà una sfida molto dura e pericolosa. Quel volto che Joanna sicuramente conosceva (Cosa ci fa lui qui?) e che si è a lei rivelato in quella cucina la notte dell’omicidio, col coltello in mano, è per Sarah impossibile da individuare.

Inizia così una corsa contro il tempo, dove la protagonista dubita di tutti, persino di se stessa, dato che per la polizia è lei la maggiore indiziata. Le due sorelle litigavano sovente, ciascuna infervorata dalla sua frustrazione. Troppi sono i buchi della memoria. Mancano numerosi tasselli ed è proprio dalla persona che era prima dell’incidente che Sarah dovrà partire per fare luce sul presente. Ricostruire il passato diventa fondamentale, così come la dinamica di quello scontro in auto che le ha cambiato la vita.

L’autrice inglese Amy McLellan è al suo primo romanzo, ma si è resa artefice di un piccolo capolavoro. Il volto dell’assassino (Corbaccio, 2020, trad. M.E. De Medio) è uno di quei thriller psicologici in grado di tenere incollato il lettore dall’inizio alla fine, senza che vi sia mai un calo di tensione. La naturalezza di chi descrive un dramma nel dramma, e non vuole invece strafare o stupire con effetti speciali, rende la storia credibile. L’angoscia della protagonista che procede tentoni, ben consapevole di non potersi fidare di nessuno, diventa il disagio del lettore, che non può smettere di leggere d’un fiato dell’impotenza di quell’essere fragile e giungere così all’incredibile quanto aberrante conclusione.