Il volto della battaglia di John Keegan

Un capolavoro da non perdere per gli appassionati del genere o comunque per tutti coloro che nutrano curiosità di fronte a quegli accadimenti che, purtroppo, ci accompagnano fin dall’inizio della storia umana: le battaglie.
Il saggio storico scritto da John Keegan è divenuto un’icona del suo genere perché descrive le battaglie dal punto di vista dell’umile soldato e non da quello dei generali o dell’opinione pubblica.
Il libro, magnifico, attraversa le epoche che vanno dal medioevo alla prima guerra mondiale descrivendo minuziosamente tre battaglie che sono diventate dei veri e propri simboli della Storia umana: Azincourt (1415), Waterloo (1815) e la Somme (1916). Il libro descrive nel dettaglio i particolari degli scontri, vera chicca per gli appassionati ma motivo di intensa soddisfazione anche per i non addetti ai lavori, che possono trarre informazioni ed aneddoti molteplici sconosciuti ai più e che non compaiono sui libri di storia. Vengono quindi messi in evidenza svariati aspetti politici e militari che vanno dallo sfondo politico in cui si sviluppa la battaglia alle più intriganti tattiche di guerra. Tuttavia non sono questi i temi che caratterizzano il libro e che lo rendono unico. La vera sorpresa e la vera forza del volume sono la psicologia del soldato, la visione della battaglia vista da parte degli ultimi, le sofferenze e la difficile comprensione politica dello scontro. Sono questi i temi principali che Keegan vuole trasmettere al lettore. Le emozioni fortissime del combattente che noi non possiamo nemmeno immaginare, il dolore, la paura, il terrore, l’angoscia, l’agitazione, l’altruismo, il coraggio. L’analisi delle reazioni umane di fronte a pericoli estremi è senza dubbio una ricerca difficile ma dai risultanti sorprendenti. Le conclusioni di Keegan e i suoi studi sono qualcosa di formidabile che arricchiscono le nostre conoscenze e la nostra visione della guerra. Una visione che, giocoforza, è spesso superficiale per ciò che abbiamo visto nella filmografia e nei romanzi. Difficilmente siamo andati a fondo negli aspetti che Keegan affronta con serietà ed obiettività. Un libro entusiasmante che, a mio avviso, ci illumina sulla crudele realtà del vissuto di ogni soldato, in ogni epoca. Ci sembrerà di aver davvero calpestato quei campi di battaglia, di aver visto volteggiare le frecce degli arcieri inglesi, di aver affrontato la spaventosa forza d’urto della cavalleria napoleonica, di aver sfidato, rasentando la pazzia, le mitragliatrici tedesche la di là del fossato, al di là del filo spinato. Ci verrà posto un suggestivo raffronto tra similitudini e differenze delle tre battaglie e soprattutto l’evolversi del volto della battaglia durante i secoli che per certi aspetti sociali può essere radicalmente cambiato ma che per altri, come quelli emozionali, è rimasto pressoché costante nel tempo. Di fronte alla paura di morire nulla è cambiato nelle emozioni umane dal cavaliere disarcionato che sta per essere infilzato dalle lance nemiche al fante che vede morire intorno a sé tutti i compagni della pattuglia. Vi consiglio quindi di imbracciare metaforicamente la baionetta e di immedesimarvi nei milioni di soldati morti per ogni tipo di ideale!