Fabio Izzo, conosciuto e apprezzato scrittore, si presenta ai lettori in modo nuovo attraverso una raccolta di poesie: Il tipo delle foglie” (Edizioni Terra d’ulivi, 2024).
Ha presentato la sua nuova silloge alla nostra collaboratrice Giovanna Giraudi in questa intervista.
- Buongiorno Fabio e bentornato su SoloLibri!
Grazie a te e a SoloLibri, è sempre un piacere essere ospitato sulle vostre pagine e ritrovarti cara Giovanna.
- Da dove è nata la passione per la poesia? Cosa ti ha portato a esprimerti in versi ?
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La mia passione per la poesia nasce da Allen Ginsberg, il poeta Beat, e da Marchesani, il traduttore della Szymborska e non solo. A dire il vero ho sempre scritto versi, a mia memoria.
Ammetto che non tutti sono degni di pubblicazione, ma è anche vero che tutti noi abbiamo qualche poesia nel cassetto. Cosa mi porta a esprimermi in versi? La natura stessa del verso, ci sono idee, espressioni, che non possono che essere raccontati che in versi.
- Alcune tue liriche sono in inglese. Perché questa scelta?
Alcuni versi, come ad esempio anche quelli dedicati a Cracovia e Varsavia, sono nati proprio in inglese, per osmosi, infatti, quando mi trovo a dover pensare e a vivere in un’altra lingua, finisco, inevitabilmente, a scrivere in un’altra lingua, a pensare in un altro modo, a tagliare, creare scampoli, a fare il sarto di un gergo personale tra una lingua e l’altra, uscendone servo di troppi padroni linguistici, come un arlecchino
- Mi ha colpito un verso di una lirica: “La poesia è tra due persone, non tra due pagine”. Puoi commentare?
Mi rifaccio a versi di Herbert e della Szymborska, lì ad esempio le coppie sono uguali e diverse come due gocce d’acqua, a seconda del poeta. Vi invito a scovare la differenza andando a leggere i versi in questione.
Aggiungo poi che la Poesia, quella con la P maiuscola, si dovrebbe vivere, in comunicazione diretta e non trascrivere per poi lasciarla lì morta, su qualche pagina online e/o offline. Ovviamente, io per primo, non ci riesco sempre.
Tra l’altro, in quel di Acqui Terme, il prossimo 19 Giugno, se si può dire, si terrà un evento interessante, non per la mia presenza, ma perché dedicheremo una serata alla poesia della Szymborska, ovviamente siete tutti invitati.
- Usi molto il linguaggio della natura, in particolare delle stagioni. Tra i tuoi versi: “L’estate/ è/ la più ingannevole delle stagioni...”
Vuoi rendere partecipi i lettori del tuo pensiero?
Credo che tutti noi aspettiamo l’arrivo dell’estate. In napoletano, ad esempio l’estate è la stagione per eccellenza, la principale, l’unica. Di sicuro è la stagione più attesa… in età scolastica è quella delle vacanze, crescendo diventa quella degli amori giovanili. Tutto poi si spegne al primo acquazzone e ci ritroviamo a sperare in qualcosa di meglio per la prossima estate.
- Il tipo delle foglie è colui che porta avanti alcune fra le tematiche che come autore affronti. Chi è questo personaggio? Quasi un alter ego?
Non ho scelto a caso questa parola che può sembrare superficiale. In realtà vorrei che fosse l’alter ego di tutti, che tutti noi, diventassimo tipi delle foglie. Di sicuro è stato il mio alter ego in un determinato momento della mia vita. Al mio ritorno in Italia, dopo anni trascorsi all’estero, ho visto un paese sommerso, con troppi autunni alle spalle. Invecchiato male e con pensieri rivolti al passato. Impossibilitato a pensare a un dopodomani. Volevo fare tante cose ma restano ancora tantissime foglie da spazzare.
- Le foglie cadono in autunno. Questa stagione predomina nell’intero libro. C’è un motivo particolare? Un raffronto con i tempi odierni?
A mio parere stiamo vivendo un autunno perenne, delusi come siamo dalle aspettative che abbiamo riversato sulle estati precedenti e in attesa del peggio a venire, un lungo inverno. Le foglie continuano a cadere, romanticamente o meno.
- Termini alcune poesie con “Il re è nudo/e io ho freddo”. Cosa ti ha spinto a dire questo?
Quando scrivi poesie ti spogli davvero, non come su Only Fans. Questa è l’epoca dei corpi, quindi non è un’epoca poetica. La poesia è qualcosa che resta legato all’anima. L’abbiamo tutti ma sembra che nessuno più voglia provare la sensazione del freddo.
- In definitiva com’è stata l’esperienza poetica? Quanto differente dalla prosa e quanto prevarrà l’una sull’altra nelle tue future pubblicazioni?
Ho tre idee per tre romanzi fermi da anni su cui stagno e vegeto col pensiero. L’esperienza poetica mi accompagna da tempo. Non credo che la prosa prevarrà sulla poesia e viceversa, ma che si completino tra loro. Ritorno a fare l’Arlecchino, servo di due padroni, poesia e prosa.
Recensione del libro
Il tipo delle foglie
di Fabio Izzo
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Fabio Izzo, in libreria con “Il tipo delle foglie”
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