Giaele Lovato è una giovane ragazza che ha esordito da pochi mesi nel modo dell’editoria con il romanzo “A caduta libera”, autopubblicato tramite la piattaforma “Il mio libro”. Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con l’autrice per parlare del suo primo romanzo, della scrittura e del mondo editoriale.
- Una cosa che mi ha colpito subito del tuo libro è il titolo “A caduta libera”. Subito ho immaginato qualcosa che cade senza trovare resistenza e ostacoli. Com’è questa caduta?
E’ proprio una caduta libera e quasi necessaria. La storia è di una ragazza, Vittoria, che ha trent’anni – l’età non viene specificata bene proprio perché preferisco lasciare al lettore l’immedesimazione nella protagonista – ed è una caduta perché lei ritiene di avere una vita tranquilla, serena, equilibrata, senza sconvolgimenti. Però la vita non è così e Vittoria si rende conto di dover affrontare delle cose, invece di essere sempre quadrata nelle sue scelte. Capisce che nella vita bisogna anche lasciarsi andare, lasciarsi un po’ trasportare. Molte volte si ha paura di quello che non si conosce, la paura di farsi male è forte e quindi si tende a tenere tutto sotto controllo. Ma la vita è imprevedibile e proprio la paura ti spinge a vivere.
- E’ stato difficile trovare un titolo così adatto alla storia?
In realtà, è nato prima il titolo. E’ sorto così, da solo. Ho pensato anche ad altri titoli, ma nessuno gli calzava a pennello come questo.
- L’ispirazione per raccontare questa vicenda ti è venuta da un evento personale?
No, la storia è nata in una calda sera di luglio in spiaggia, quando c’è silenzio e non c’è più nessuno. Ero con le amiche, e ridendo e scherzando, abbiamo iniziato a fantasticare e immaginare cosa sarebbe successo tra dieci anni e questa storia ha iniziato a ricamarsi nella mia testa. E’ principalmente una storia di fantasia, ma all’interno ho inserito delle cose realmente accadute, vissute personalmente o da persone amiche.
- “A caduta libera” si può ordinare in versione cartacea o comprare l’e-book. Hai curato tu tutti gli aspetti dell’autopubblicazione?
Sì, ho curato tutti gli aspetti, dall’editing alla copertina. Da un certo punto di vista è stato anche divertente perché, nella piattaforma che ho scelto, c’è la possibilità di impostare a proprio piacimento la pagina, i capitoli, i numeri e via discorrendo. La foto della copertina, invece, è stata scattata da una amica. E’ stato veramente difficile sceglierla, anche solo per il titolo in sé un po’ particolare. Infatti, alla fine del libro, spiego il motivo di questa scelta.
- Cosa c’è nel tuo futuro? Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Presenterò il romanzo a Eraclea – il luogo dove ho trascorso l’infanzia – l’8 dicembre e poi vorrei organizzare altri incontri. L’intenzione è anche quella di mandare il manoscritto ad alcune case editrici. E ho iniziato a buttare giù un secondo romanzo…
- Hai qualche rituale prima di metterti a scrivere?
Sono abituata al silenzio. Mentre scrivo è come se entrassi in un mondo a parte: immagino il luogo, il viso, le emozioni e le sensazioni e quindi ho bisogno di non avere distrazioni.
- Hai qualche consiglio per altri scrittori emergenti?
Ci vuole un po’ di coraggio di buttarsi e dire “questo è quello che io penso e faccio, ti piace bene, non ti piace pazienza”. Come in tutte le cose, c’è a chi piaci e a chi no, chi ti apprezza e chi no. Scrivere un libro è un po’ mettersi a nudo e bisogna avere il coraggio di lasciarsi andare e dire “ci sono anche io”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Giaele Lovato, scrittrice esordiente
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