Angela Meloni ha intervistato per SoloLibri Claudia Mantovani, autrice del romanzo Come una goccia d’acqua su un incendio (Land Editore, 2021).
- Buongiorno carissima Claudia, benvenuta nel portale di Sololibri. Parlaci un po’ di te.
Innanzitutto grazie per avermi accolta. Di me non c’è da dire granché: vivo in provincia di Milano e studio Economia e Commercio (che spero di finire il prima possibile) e ho la passione della lettura da quando ho memoria. Ancora ricordo tutti i sabato mattina trascorsi in biblioteca per prendere libri in prestito e riportare l’enorme mole di quelli letti durante la settimana; figurati che ancora adesso i dipendenti della biblioteca mi trattano come una di famiglia!
Oltre alla lettura, ho scoperto da pochi anni la scrittura, in realtà, ma mi ci sono buttata a capofitto, così come faccio coi i mille film e le maratone di serie tv che faccio ogni volta che ne ho la possibilità.
Sono una grande fan dei film della Marvel (dal MCU agli XMen), così come della Disney e quello che forse mi definisce più di tutto è la parola romantica: non riesco a smettere di pensare all’amore e a tutto ciò che comporta, cerco l’amore anche nelle persone che mi circondano, nel senso che mi faccio infinite ship mentali su passanti che vedo. Lo so, è un po’ strano, ma sono talmente romantica che vedo l’amore anche dove non ce n’è, forse.
- Come é iniziato il tuo percorso da scrittrice?
Il mio percorso da scrittrice è nato quasi per caso, da un nome che non riuscivo a mandare via dalla mia testa. Anche se, ripensandoci a posteriori, forse è nato molto prima: quando andavo nella camera dei miei nonni e mi mettevo a comporre frasi sulla tastiera del vecchio computer di mio nonno. Era una frase su un racconto fantasy, tipo Piccoli brividi, ma sempre e solo la frase iniziale, visto che poi mi distraevano tutti.
Magari, se me la ricorderò e avrò voglia di riprovare, scriverò qualcosa che inizi con quella.
- Per te cos’è la scrittura?
La scrittura per me è la trascrizione di emozioni, è provare emozioni. La scrittura per me è vita, perché ogni volta che scrivo smetto di essere Claudia e divento il personaggio di turno, vivendo la sua vita e vivendo le sue emozioni: quindi, quel detto che diceva che leggendo si possono vivere più di cento vite, per me è vero. Ma non solo per la lettura.
Infatti, non sai quanti pianti mi sono fatta mentre scrivevo: a volte, provavo così intensamente le emozioni che stavo cercando di mettere per iscritto che dovevo fermarmi e calmarmi.
- Per la casa editrice Land hai pubblicato il tuo primo romanzo Come una goccia su un incendio. Parlaci un po’ di come è nata questa storia e presenta ai lettori i personaggi.
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Prima di tutto, voglio ringraziare ancora la Land Editore per aver creduto in me e aver pubblicato il mio romanzo.
La storia è nata quasi come rivincita contro tutte le altre che hanno una trama molto simile, personaggi quasi identici, ma che non riuscivano a trasmettere niente, che erano finte. Ho deciso di scrivere Come una goccia d’acqua su un incendio per cercare di portare verità ed emozioni dentro una storia che, normalmente, non viene cercata per quello. Ho cercato di rendere i personaggi come se fossero stati dei miei amici: con pregi e difetti reali, che provano dolore e lo sanno esternare e che non passa dopo cinque minuti solo perché i protagonisti devono obbligatoriamente mettersi insieme.
Ed è qui che Olive, Olly per le persone speciali, è nata. Lei è nata da un dolore inespresso, diciamo, un dolore che chiunque potrebbe portarsi dentro e che, chi lo ha provato, sa che non è una cosa che puoi cancellare come si fa con una scritta sulla lavagna. E nasce anche Hayden, il classico bad boy che di bad ha solo il comportamento, ha i suoi fini, ma che, come tutti, riesce a crescere, matura e capisce gli errori.
Spero di aver reso Olly, Hayden e tutti i loro compagni d’avventura persone vere e che possano diventare amici o semplici conoscenti dei lettori, seppur siano semplicemente persone inventate.
- Dove prendi l’ispirazione per scrivere?
L’ispirazione mi viene data dagli stessi protagonisti, perché mi sembra sempre che siano loro a dirmi e a chiedermi di scrivere determinate scene.
Se vogliamo parlare di quella per l’inizio di una storia, be’, ammetto che non avviene nello stesso modo: magari vedo un dettaglio specifico in qualche film o serie tv e subito penso "oh, potrei creare un personaggio che abbia questa caratterista e quest’altra, ecc ecc" o viene da una canzone che sto ascoltando. Diciamo che il mondo intero è la mia ispirazione.
- Quali sono le letture che prediligi?
Più che letture che prediligo, penso che ci siano letture che non prediligo, come gli horror o i thriller: sono un po’ fifona e non ho un buon rapporto con il sangue. Non leggo quasi nessuna poesia perché fatico a comprenderle: ci possono essere fin troppe spiegazioni per qualcosa ed è una cosa che mi dà molto fastidio.
E leggo anche pochi gialli, perché, seppur mi piacciono molto, mi sento sempre un po’ stupida perché non riesco mai a capire il colpevole finché non viene spiegato.
Per il resto, leggo praticamente di tutto: ho finito da poco di leggere La ballata dell’usignolo e del serpente (il prequel di Hunger Games) che mi era stato regalato da mio fratello e mi accingo a iniziare la saga di Kristen Gier: la trilogia delle gemme.
- Che reazione hai avuto quando hai appreso la notizia che il tuo libro era stato accettato per esser pubblicato?
Diciamo che l’ho scoperto in un luogo in cui ho dovuto contenere un po’ le mie reazioni per non sembrare una pazza scatenata: l’ho scoperto il 3 agosto del 2020. Ero in treno con il mio ragazzo, stavamo andando a Firenze, era mattina e ho aperto le mail per caso: ho trovato quella di Land Editore. Ho letto la mail più e più volte con il cuore in gola, ero diventata viola dall’emozione in quel momento (sì, ringrazio le mascherine per il viso per aver nascosto almeno in parte il mio rossore e la mia incredulità al mondo intero) e, subito dopo, ho girato lo schermo verso il mio ragazzo che mi ha abbracciata subito e mi ha fatto i complimenti. Dopo essermi ripresa ho subito bombardato la caporedattrice con milioni di domande (sia fatta santa quella donna per avermi sopportata).
Però ho aspettato per dirlo ai miei genitori, visto che si avvicinava il mio compleanno, ho deciso di fare io una sorpresa a loro quel giorno.
Quella è stata la notizia più bella della mia vita.
- Hai qualche consiglio da fare per chi vuole pubblicare?
Il consiglio migliore, quando vi rivolgete alle case editrici (non parlo per il self perché non mi sono mai informata su quel frangente) è fare tante domande. So che poi si può risultare pesanti, ma state mettendo il vostro sogno in mano ad altri e dovete avere delle certezze.
- Stai lavorando già a un’altra storia?
Sì, in realtà sto lavorando a due storie, anche se su una mi sono un po’ bloccata.
Quella su cui mi sono bloccata è una storia sui vampiri divisa in due parti (prima dovevano essere due volumi, ma poi li ho riuniti in unico, dividendolo in due parti di narrazione, diciamo). Solo che questa volta i vampiri non sono proprio come ce li hanno mostrati in libri, film e serie tv, ma hanno una peculiarità che vi lascerà di stucco. Oltre ai vampiri, ci saranno licantropi, streghe/stregoni e anche cacciatori del sovrannaturale.
Mentre, la seconda è un’altra storia che potrebbe vertere sull’amore, ma non è ancora deciso. L’ho praticamente appena iniziata per cercare di distrarmi dal blocco che ho sulla storia precedente e ancora non so dove i personaggi vogliono andare a parare. La storia è ambientata a Londra e la protagonista è una donna un po’ particolare, fissata con il rosa, con un pipistrello domestico e con un’agenzia di pompe funebri — anche se questa è solo la copertura per il suo vero lavoro.
Spero di avervi incuriositi.
Grazie ancora a te, a SoloLibri per avermi dato l’opportunità di poter parlare del mio romanzo e anche a chiunque creda in me o che leggerà quest’intervista, dedicandomi un po’ del suo tempo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Claudia Mantovani, autrice del romanzo Come una goccia d’acqua su un incendio
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