Gaetano Cappelli è, per me, uno dei nostri migliori scrittori. Dandy, con la battuta pronta con un pizzico di sarcasmo, Cappelli all’Università studia davvero. Si laurea in Filosofia all’Univerisità Sapienza di Roma con una tesi impegnativa su estasi e misticismo nella nuova letteratura americana.
Nel 2008 vince il Premio Internazionale John Fante per "Parenti lontani". Collabora con Il Corriere della Sera, Il Messaggero, il settimanale Panorama e Class.
L’autore riversa l’amore per il Romanticismo tedesco nel suo primo libro del 1988, "Floppy disk", che è stato di nuovo dato alle stampe nel 2018 dall’editore Marsilio.
Secondo il critico Giovanni Pacchiano, "Floppy disk" è il libro più bello di questi ultimi trent’anni e abbiamo deciso di intervistare l’autore proprio per porgli alcune domande su questo bellissimo e sensazionale libro.
- Come è avvenuto che un libro fine anni Ottanta sia stato ristampato dopo anni da Marsilio? Come nacque Floppy disk?
Io stesso non ci pensavo più, dopo ben trent’anni. Invece, mi sono accorto che più di un giovane scrittore lo considera un libro di culto. E allora, su suggerimento del critico Giovanni Pacchiano, l’ho riletto e, non dovrei dirlo, ma l’ho trovato magnifico! ahahah! Così pure Cesare De Michelis, che proprio con quel libro mi aveva scoperto e ha voluto che Pacchiano firmasse l’entusiastica postfazione, in cui definisce "Floppy" il più bel romanzo degli ultimi trent’anni. Insomma, quando lo scrissi avevo una gran voglia di raccontare la Roma degli anni ’80 e pare ci sia riuscito.
- Lei è tra i migliori narratori di questi anni. In un libro di spy story, il protagonista è anche un alienato, un perditempo che vuole riscattarsi. Chi lo ha influenzato?
Due romanzi che potrebbero sembrare antipodali: "La straordinaria storia di Peter Schlemihl" di Chamisso e "Il grande sonno" di Chandler. In realtà, hanno un filo segreto che li lega: sono due capolavori del romanticismo!
- Il suo stile e il suo tono sono riconoscibili, ma lei spazia nei generi. I suoi libri sono tanti, ma non si può dire niente altro che è uno scrittore. In "Floppy disk" invece accetta le vesti di uno scrittore di noir di grande classe ed eleganza. Si paga un prezzo nel non essere "classificato"?
Mah, se ho pagato un prezzo non è stato per via dello stile che negli anni si è evoluto comunque in una direzione, come lei dice, riconoscibile. No, è che io sono da sempre un outsider, un non allineato. Quando c’è da dire qualcosa la dico. Non so se ricorda le mie polemiche allo Strega. Le litigate con Busi…
- Lei utilizza i social, servono veramente a dare più notorietà a uno scrittore o almeno a lei che scrive da tempo? È pur vero che alcuni autori giovani hanno iniziato grazie ai social, ma dureranno come scrittori?
Questo chi può dirlo? Per quello che mi riguarda, i social mi divertono – è come farse due chiacchiere al bar! Ma non solo. Spesso ci trovi cose interessanti. Libri, cinema, musica, porno amatoriale e… pettegolezzi: io ne vado pazzo. Scrivere romanzi, alla fine, non è che raccontare i cazzi propri e degli altri. Certo, bisogna saperlo fare!
- I nostri lettori chiedono molto spesso consigli di lettura. Tra italiani e stranieri chi l’ha colpito nel 2018 e in questo scorcio di 2019?
Tra gli italiani "Nel giardino delle scrittrici nude" di Pallavicini. Poi "L’enigma di Finkler di Jacobson, un libro per metà eccelso e l’altra eccelsamente noioso. E poi un vecchio magnifico libro di John Irving, "Doppia coppia", ristampato l’anno scorso. Probabilmente insieme a "Vedova per un anno", il suo migliore. Non ho mai capito invece il successo del suo "Il mondo secondo Garp": d’altronde il successo è sempre un mistero!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Gaetano Cappelli: nuova edizione di “Floppy disk” in libreria
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