Apprezzata dal pubblico anglofono per la capacità di costruire tensione e sviluppare personaggi complessi, mettendo spesso i lettori davanti a situazioni eticamente ambigue, Gillian McAllister sta piano piano facendosi strada anche tra gli amanti del genere del nostro paese.
Giallista d’oltremanica, ha presenziato al recente festival di PordenoneLegge presentando il suo romanzo dal titolo Solo un’altra persona scomparsa (Fazi editore, 2024, trad. di Sabina Terziani), pagine dall’intreccio psicologico e avvincente con personaggi complessi e dilemmi morali.
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La storia ha una donna come protagonista, Julia Day, ispettore capo incaricata di trovare Olivia Johnson, una giovane donna scomparsa senza lasciare traccia. La vita di Julia precipita nel caos quando durante le indagini sulla scomparsa di Olivia riceve una minaccia, o meglio un ricatto: se troverà Olivia Johnson, la sua stessa figlia, Geneviève, subirà un danno.
Le indagini che si snoderanno tra recuperare immagini a circuito chiuso e ricostruire il vivere e le mosse della giovane donna scomparsa, tra messaggi sui social ricostruzioni e testimonianze, sembrano dare una risposta chiara su come si siano snodati i fatti. Una tale scoperta costringe Julia a una crisi morale. Si troverà combattuta tra i suoi doveri di poliziotta e l’istinto di proteggere la figlia a ogni costo. Fino ad arrivare a incolpare un innocente, Matthew, per poi scagionarlo. Fino all’atto finale inaspettato e che forse lascia qualcosa in sospeso.
Abbiamo avuto modo di incontrare l’autrice a Pordenonelegge a cui abbiamo rivolto alcune domande per poter parlarci (senza spoilerare) del suo romanzo e non solo.
- La sua avventura di scrittrice di libri gialli thriller è già avviata fuori dai confini italiani e con questo secondo titolo Solo un’altra persona scomparsa sta iniziando a spopolare anche in Italia. Il titolo (mantenuto letterale anche nella traduzione italiana) vuole in qualche modo rimandare a un’assuefazione alla situazione legata alla violenza sulla donna?
In qualche modo sì, volevo far riflettere su questa situazione e non solo. Può sembrare un evento “normale” la scomparsa di una persona. Ma questo evento ha sempre un impatto emotivo su chi poi non vede più tonare a casa questa persona. L’idea che volevo trasmettere con questo titolo prima e con il romanzo poi era quella che ogni persona scomparsa può essere vista inizialmente come una delle tante, ma in realtà dietro ogni sparizione c’è una vicenda che si snoda complessa, piena di dolore, mistero e implicazioni umane spesso inaspettate.
E questo riguarda più le donne che gli uomini, esposte anche a una serie di violenze in casa e fuori. Volevo che la ripetitività del fenomeno delle persone scomparse suscitasse non solo la frase “ecco un’altra storia di una persona scomparsa” nel lettore, ma che lo portasse a riflettere su cosa conduce le persone a scomparire. Non sempre dietro a una scomparsa c’è un omicidio, può esserci anche una fuga.
- Centrale nel suo narrare sembra essere il tema delle relazioni umane, in particolare tra mamma e figlia (Julia e Geneviève), ma anche tra Matthew e sua madre.
Il centro della storia è un dilemma morale che si basa molto sul rapporto tra madre e figlia. Mi sono chiesta finora dove può arrivare un genitore per proteggere suo figlio. Può anche andare contro la giustizia, può andare contro i suoi principi? E ancor più se questo genitore, oltre a essere tale, fosse anche un poliziotto, qualcuno della forze dell’ordine. È nata in fondo l’idea di Giulia e Geneviève, ma anche di Matthew e sua madre. La madre di Matthew, ad esempio, è sempre convinta che suo figlio sia innocente del crimine che gli viene ascritto, ma arrivata al momento cruciale del dubbio gli farà la domanda: “sei innocente, figlio mio?”. Questo scricchiolare della certezza nei rapporti così intensi, filiali, è stato uno dei motivi di questo romanzo. Volevo andare in fondo a questi rapporti, non rimanere in quella superficie dove non capita mai nulla. Qui nel mio romanzo, nella mia storia, capita molto e questo molto viene in superficie.
- In questo romanzo, i temi del ricatto e della corruzione sono elementi cruciali per lo sviluppo della trama e contribuiscono a creare una forte tensione narrativa.
Sì, sono due punti cruciali, da subito e riguardano proprio la protagonista. Julia ha un metodo empatico di indagine: cerca di sviscerare i fatti immedesimandosi con le vittime o comunque avvicinandosi a chi era vicino agli scomparsi, come capita con il papà di Olivia. Lo fa sempre, ma in questa indagine non può. Le condizioni di indagine la metteranno non solo sotto ricatto, ma metteranno in crisi l’intero suo lavoro che ha per base la giustizia. Julia subisce un ricatto a causa di un “qualcosa fatto dalla figlia” che non posso dire, lo spoiler è in agguato. E in qualche modo viene anche corrotta. La corruzione e il ricatto faranno vacillare la sua professionalità. La sua capacità di indagine sarà sotto “controllo” anche dai colleghi uomini.
Volendo riassumere, Julia vive un dilemma morale, che potremmo anche definire lacerante. Questo è espediente narrativo. Questa mia, se vogliamo, curiosità di capire fino a dove un genitore può spingersi per difendere il proprio figlio è stato il “movente” per questo romanzo.
- Corruzione, forza dell’amore, rapporti tra i vari personaggi a volte a limite del non detto, dell’ambiguo. Sembrano punti di partenza adatti per una trasposizione cinematografia, o di fiction.
A dire il vero ci hai visto lontano. Altri miei testi hanno avuto l’interesse di sceneggiatori e “esperti del settore”, ma senza seguito. Questa storia, invece, sembra avere più fortuna. Incrocio le dita. Mi piacerebbe molto vederla rappresentata sullo schermo.
- Una domanda sui personaggi che circondano le indagini di Julia. Personaggi maschili, come quelli femminili, giocano un ruolo fondamentale nella storia. Lei ha fatto studi da avvocato: è da questi studi che nasce l’idea di diventare scrittrice di gialli? La sua esperienza aiuta in qualche modo nella stesura delle sue storie e dei suoi protagonisti?
Sì, ho fatto l’avvocato, o meglio ho lavorato in uno studio di avvocati, ora però ricordo poco o niente di quello che ho appreso e spesso mi confronto con mio marito se ho dubbi e nebbie rispetto ad alcune caratteristiche legali. Ma in qualche modo se è vero che la mia scelta di scrivere gialli deriva dalla mia professione precedente, non è però in modo così decisivo. L’esperienza legale aiuta, ma non è preponderante e non è la sola. Mi aiuta, ad esempio, a rendere le scene più realistiche e le indagini più vicine al reale, ma poi, ripeto, c’è la mia fonte di controllo, mio marito, che mi aiuta.
- Nella seconda parte della domanda, Le chiedevo dei personaggi, di Olivia, Matthew, la stessa Julia.
La protagonista Julia, come abbiamo detto prima, è madre, genitore e detective.
Geneviève, la figlia, direi che è un personaggio dalle molte modularità. Da una parte ha un lato vulnerabile e ribelle capace di mettere alla prova l’equilibrio della sua famiglia, ma è anche bisognosa di protezione della madre (in particolare modo). Ed è, infine, determinata a proteggere chi ama. Da lei si dilatano molte della tensioni narrative della storia.
Olivia ha un suo lato enigmatico. E non posso dire altro perché anche qui rischio lo spoiler, ma nel suo raccontarla ci sarà un colpo di scena. Matthew è ambiguo e camaleontico in qualche modo.
- Una curiosità a livello stilistico e “organizzativo” del libro: la suddivisione in una cadenza temporale “giornaliera” delle indagini e di ciò che accade, insieme ai suoi capitoli brevi, hanno uno scopo preciso?
Il mio obiettivo è sempre quello di creare una “tensione” narrativa costante, alternare punti di vista dei personaggi per permettere al lettore di individuare nuove prospettive di analisi non solo di quest’ultimi ma dei fatti. Cerco di dare prospettive “multiple” per poter arrivare a risolvere il “mistero”.
Anche in Solo un’altra persona scomparsa i capitoli sono brevi, veloci, per non perdere il ritmo della lettura. Si passa rapidamente tra i vari personaggi principali coinvolti nella narrazione — Julia, Lewis, Geneviève e altri coinvolti nel mistero — con lo scopo di creare una struttura di lettura che sviluppi i colpi di scena e la progressione degli eventi. Inoltre inserisco anche dei flashback o cambi di linea temporale all’interno dei capitoli per aggiungere complessità alla storia. Creo dei tasselli, come un puzzle.
Recensione del libro
Solo un’altra persona scomparsa
di Gillian McAllister
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Gillian McAllister, autrice di “Solo un’altra persona scomparsa”
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