Esperto di marketing e comunicazione d’impresa di lungo corso, Mario Atzori che in questa intervista ci presenta il romanzo “Le barriere soffolte” è giunto alla narrativa solo dopo una vita spesa in proficue e impegnative attività professionali.
Fondatore della prima agenzia pubblitaria sarda, ha ideato e realizzato campagne di marketing in Italia e all’estero cercando di promuovere le eccellenze paesaggistiche ed enegastronomiche del suo territorio d’origine (i formaggi sardi, i vini, tra i quali la rinomata etichetta Sella & Mosca, il turismo estivo).
Ha condotto numerosi studi di marketing e psicologia di comunicazione, collaborando anche, per diversi anni, con la direzione pubblicità Mondadori, che gli ha consentito di vivere un’esperienza di scambio professionale presso la sede newyorkese dell’agenzia Young & Rubicam.
All’impegno professionale ha affiancato una prolungata attività di formatore per istituti pubblici e privati e un’altrettanto consolidata attività pubblicistica che lo ha portato a dirigere, per oltre vent’anni, del periodico L’Eco dei comuni d’Italia e a redigere manuali di marketing.
Prima di dedicarsi ai romanzi ha pubblicato anche racconti e un manuale di scrittura (sia creativa che professionale) dal titolo “Si scrive così… O come?” (2014). Più recentemente ha firmato, sempre per la casa editrice Lettere Animate, “Alla fine del ponte” (2017). Attualmente è impegnato nella pubblicazione e nella stesura dei romanzi “Codice Quasar” e “Disordine e solitudine”.
Ho appena scoperto “Le Barriere soffolte” (Lettere animate, 2016), per questo ho deciso di proporre un’intervista a Mario Atzori chiedendogli di presentarmi il romanzo.
- Innanzitutto: perché un titolo, come dire, inusuale?
Quando la sabbia fugge dagli arenili, la spiaggia rischia di ridursi a sassi e ciottoli. In quel caso, per impedire che ciò si verifichi, vengono adagiati sul posto massi o manufatti di cemento. Spesso queste misure sono subacquee e quindi non visibili. Esse sono dette barriere soffolte. Tutti nella vita, anche i più fortunati, si imbattono in ostacoli, difficoltà e barriere inaspettate. Quindi il titolo del romanzo è una semplice metafora.
- Affinché i lettori capiscano: in che cosa consistono le peripezie dei personaggi di questo romanzo?
Innanzitutto è la stessa cornice storica che evidenzia le difficoltà esistenziali (seconda guerra mondiale e periodo post-bellico). Marco, poi, il personaggio principale, è travolto da una tragedia immane che origina dalle debolezze umane e dalla cattiveria di terzi.
- Forse potresti anticipare qualche elemento…
Grazie all’attività proditoria di due poliziotti corrotti, Marco, allora poco più che ventenne, viene ricoverato in manicomio ove subirà angherie e soprusi d’ogni genere, fino a rasentare davvero la follia.
- Ma non si può rinchiudere una persona sana di mente contro la sua volontà!
All’epoca dei fatti, il ricovero coatto di persone scomode (come ragazze madri, figli illegittimi o ribelli) in ospedale psichiatrico era ricorrente. La cosa si verificava persino per questioni ereditarie: nel senso che, con il ricovero in quella struttura, si toglieva di mezzo chi, in qualche modo, poteva aver diritto a lasciti vari. Con un ricovero superiore ai trenta giorni il malcapitato perdeva i diritti civili, compresi i propri beni che andavano per intero, per esempio, al primogenito.
- Che ne è stato dunque del povero giovane?
Purtroppo, a causa della somministrazione dell’elettroshock, Marco perderà la memoria e solo grazie all’applicazione di un processo di ipnosi regressiva, riuscirà a recuperarla. Le sue pene saranno però inasprite con l’intervento di oscuri personaggi sollecitati da un soggetto di cui, dopo diversi colpi di scena, si scoprirà la responsabilità. Ciò però avverrà solo alla fine del romanzo.
- I fatti si riferiscono per caso a persone realmente esistite?
Effettivamente, se non proprio i personaggi, i fatti sono tratti dalla vita vissuta e ciascuno di noi potrà immedesimarsi nelle scene descritte. Inoltre, i più giovani avranno modo di scoprire quale fosse allora il percorso di un ragazzo nell’età evolutiva. I meno giovani potranno rivivere sentimenti e sensazioni che forse credevano perdute nel tempo.
- Insomma è un romanzo da leggere!
Ovviamente, in qualità di autore, non posso che essere d’accordo: si tratta di un’opera, a detta di alcuni, emozionante e commovente. In essa, il lettore vivrà in prima persona eventi storici come quelli relativi alla seconda guerra mondiale, l’avventura, l’amore e una soffusa sessualità controllata dai buoni sentimenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Mario Atzori che presenta “Le barriere soffolte”
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