Susanna Casubolo è psicologa e psicoterapeuta, lavora nella capitale e da sempre vive un amore viscerale per la scrittura. Da quando ha cominciato a leggere non ha mai smesso di avere un libro tra le mani. Ha cominciato a scrivere tra i banchi della scuola media, per le sue amiche, prime lettrici dei suoi romanzi a puntate. Una sua insegnante le ha detto una volta che per fare bene il proprio lavoro bisogna essere altrettanto bravi in qualcos’altro nella vita e per questo ha studiato tanto per diventare psicoterapeuta, perché un giorno sogna di diventare una buona scrittrice.
A giugno 2018 ha pubblicato “Nel Vuoto” edito da Hoffmann & Hoffmann, un giallo che ha anche qualche contaminazione di colore rosa. Le facciamo qualche domanda per conoscere meglio lei e il romanzo.
Perché scrive?
Perché non riesco a farne a meno, perché quando non lo faccio è come se mi mancasse un pezzo. Mi piace entrare nel mio mondo fantastico popolato da personaggi, osservarli muoversi, creare trama, incrociarsi, insomma vivere la storia mentre ne prendo nota e la racconto. La mia formazione mi permette di approfondirne meglio le caratteristiche, scandagliarne i difetti, giocare di più con la loro umanità.
Dove trae inspirazione? E cosa in particolare ha inspirato “Nel Vuoto”?
Da tutto quello che mi accade intorno, mi piace definirmi un’osservatrice instancabile della vita, mi piace guardarla negli occhi, sentirne ogni singola vibrazione, sporcarmi con le sensazioni insomma. Il romanzo è ambientato nel quartiere in cui vivo, che ho descritto calcando su qualche caratteristica con l’immaginazione per dare maggiore colore alla scena. Tutto è partito da un avvenimento grave del quale ho sentito parlare. Un condomino si era suicidato buttandosi dal balcone. Ho potuto vedere con i miei occhi la macchina distrutta sulla quale è atterrato, che hanno spostato solo dopo molti giorni. Tutte le volte che ci passavo vicino mi chiedevo cosa aveva portato quell’uomo a buttarsi, di chi poteva essere la macchina, come erano cambiate le abitudini di quella persona, come le cose sono necessariamente legate dopotutto. Così è nato l’avvocato Hernandez del romanzo e Martina l’inquilina che dopo di lui andrà a vivere nel suo appartamento e non potrà fare a meno di cercare spiegazioni sulla sua morte. Martina è una ragazza solare, vive con il suo labrador Scheggia e si trova ad entrare in un quartiere nuovo, che osserva con gli occhi di chi vuole capire e trovare risposte. La sua vita si legherà a quella dell’avvocato suicida senza rendersene conto, finché non riuscirà a sciogliere tutti i suoi dubbi su quella morte misteriosa.
Dove si tinge di rosa questo giallo?
Nell’incontro tra Martina e Antonio, un musicista che sembra avere il cuore impegnato ma che si interessa al caso dell’avvocato e si avvicina pericolosamente alla nostra protagonista. Il gioco tra i due distrae a tratti il lettore dall’enigma principale, la vena romantica ogni tanto prende il sopravvento e fa perdere di vista la raccolta di indizi per sciogliere l’enigma. In fondo a tutti piace essere sorpresi dal finale no?
Il libro è legato all’iniziativa di un’Associazione Culturale?
Sì, il ricavato sia della versione cartacea che del formato digitale verrà devoluto al progetto dell’Associazione Steel Horses che si occupa del recupero e della cura degli animali domestici maltrattati.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Susanna Casubolo, la psicologa scrittrice in libreria con “Nel vuoto”
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