Invecchiano solo gli altri
- Autore: Marco Aime e Luca Borzani
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2017
Invecchiano solo gli altri: un titolo accattivante e provocatorio per questo pamphlet einaudiano, in cui i due autori Marco Aime e Luca Borzani esplorano vantaggi e svantaggi della terza e quarta età, e della senescenza progressiva di cui soffrono tutte le società occidentali, con le evidenti problematiche sociali, economiche, culturali che ne derivano.
Il volume riporta dati e statistiche allarmanti, per ciò che riguarda l’Italia, la nazione con il più alto numero di anziani dopo il Giappone: due milioni e seicentomila non autosufficienti, dei quali più di un milione malato di Alzheimer; sei milioni con una pensione mensile inferiore ai cinquecento euro, un sesto di loro indigenti assoluti. Una brutta vecchiaia, quindi, che pesa economicamente sulle finanze pubbliche e su quelle private delle famiglie, costrette spesso a indebitarsi o a rinunciare alle proprie attività lavorative per curare genitori e nonni. Solitudini, malattie, povertà che alimentano drammi personali, rancori, conflitti e violenze all’interno delle mura domestiche. A questo aspetto avvilente dell’invecchiamento fa da contraltare l’immagine sempre più diffusa di un’età avanzata vitale ed energica, che rincorre l’utopia di una giovinezza eterna: viaggia, si cura fisicamente, fa sport, non rinuncia ai piaceri della tavola e del sesso, si mantiene aggiornata culturalmente, aiuta con i risparmi di una vita figli adulti in difficoltà e nipoti disoccupati. La strategia anti-età messa in campo dai media, con l’ausilio di medici, psicologi, religiosi, operatori culturali e turistici, finisce per convincere la popolazione agée che “Invecchiano solo gli altri”, e dovere di tutti è rimanere sani, attivi, ottimisti, addirittura penalizzando i più giovani: spesso privi di prospettive lavorative, depressi, eternamente dipendenti dalle famiglie di origine.
Aime e Borzani elencano statistiche preoccupanti riguardo al deficit previdenziale che inciderà sull’economia italiana nei prossimi decenni: la percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37 per cento di oggi al 65 per cento del 2040, e a pagarne lo scotto saranno ovviamente le nuove generazioni. Attraverso un rapido excursus storico, gli autori evidenziano le cause che (dagli anni del boom economico del dopoguerra, attraverso la contestazione giovanile e femminista, fino alla bolla finanziaria del terzo millennio e alla conseguente depressione) hanno provocato questa profonda mutazione antropologica, di sostanziale dominio dei capelli bianchi, disinvoltamente rinnegati e dissimulati.
Si tratta di tesi abbastanza risapute, e talvolta elencate in modo poco organico: con il merito tuttavia di voler volutamente alleggerire l’argomento citando non solo fonti accademiche e dati di mercato, ma rispolverando proverbi, testi letterari, poesie e canzoni (di Gaber, Jacques Brel, Guccini, Jim Morrison, Bob Dylan…), a mo’ di consolazione, vista l’assenza conclamata di prospettive e soluzioni future.
Invecchiano solo gli altri
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