Il 23 febbraio 1821 si spegneva a Roma il poeta John Keats, uno dei massimi esponenti del Romanticismo inglese.
Malato di tubercolosi, al momento della morte Keats aveva solo venticinque anni, ma da tempo era conscio del fatto che gli restasse ormai poco da vivere.
In un’ultima lettera, scritta all’amico Charles Armitage Brown, affermava:
Ho la sensazione continua che la mia vita reale sia già passata, e di star quindi conducendo un’esistenza postuma.
Venne sepolto tre giorni dopo nel cimitero acattolico di Roma sovrastato dalla grande Piramide di Caio Cestio, risalente al I secolo a.C. La sua lapide fu eretta nella primavera del 1823 e circondata da margherite, assecondando la volontà del poeta.
Sulla sua tomba, Keats non volle scritti né il nome, né la data di morte, ma semplicemente un breve epitaffio, che recita:
Here lies one whose name was writ in water
Un’iscrizione poetica, dal significato sibillino. La lapide di John Keats spicca tra le altre tombe che ricoprono la superficie del cosiddetto Cimitero degli Inglesi proprio per quell’elegante scritta in corsivo, dall’accezione malinconica, che sembra alludere al continuo fluire dell’esistenza.
Keats voleva che il suo nome fosse dimenticato, che cadesse nell’oblio, ma lo ha trasformato in un monumento all’immortalità.
L’enigma dell’iscrizione funeraria di John Keats
Sulla tomba tuttavia non è riportato il giorno esatto della morte di Keats, ma il giorno successivo: il 24 febbraio 1821. Per quale ragione?
In realtà non si tratta di un errore, ma di una diversità nel calcolo dei giorni tra il metodo romano e quello inglese.
All’epoca, a Roma, il giorno finiva circa mezz’ora dopo che le campane delle chiese suonassero l’ultima Ave Maria: per questo motivo la morte del poeta fu registrata ufficialmente dalle autorità il 24 febbraio e non il 23. Keats si spense alle undici di sera del 23 febbraio 1821, come riportano le testimonianze nelle lettere ufficiali, ma nella città eterna ormai era già un nuovo giorno.
La tomba di John Keats
Chi si trova di fronte alla tomba non sa il nome di chi vi è sepolto, solo che vi giace emblematicamente “Colui il cui nome fu scritto sull’acqua”.
Solo grazie alla breve iscrizione composta dagli amici John Severn e Charles Armitage Brown a corredo dei versi di Keats possiamo comprendere che si tratta di un “young english poet”, il che acuisce il sentimento di compassione dinnanzi a una morte così prematura:
Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”.
La lapide di John Keats sembra raccontare la sua storia: è una tomba peculiare, dal forte significato biografico. Non riporta né nome né data di nascita o di morte, nulla insomma che lasci presagire l’identità di chi vi è sepolto ma solo un’iscrizione irripetibile, che suona come l’accesso a un mondo arcano. Ma qual è il significato dell’iscrizione tombale di John Keats?
Scopriamone origine e significato.
L’origine dell’epitaffio sulla tomba di John Keats
Here lies one whose name was writ in water
Questi versi enigmatici non apparivano in nessuna opera del poeta inglese, Keats stesso non li aveva mai scritti o registrati in alcuna poesia o pagina di diario.
Nei suoi ultimi giorni, nella stanza dove giaceva al numero 26 di Piazza di Spagna, il giovane poeta ebbe numerosi visitatori: il suo medico, il dottor James Clark, che risiedeva proprio dall’altra parte della Piazza e si dice visitasse Keats fino a quattro o cinque volte al giorno. Un’infermiera inglese era sempre presente nell’assistere il malato, e altri amici restarono sino alla fine.
Per attestare l’origine dell’iscrizione funeraria ci basiamo solo sulla parola di John Severn che fu unico testimone delle ultime volontà di John Keats.
Alcuni giorni prima della morte di Keats, Severn registrò il verso “Writ in Water” in una lunga lettera-diario scritta all’amico comune Charles Armitage Brown.
L’espressione “Writ in Water” appare in tutte le varianti della lettera esaminate dai critici.
Da dove deriva l’espressione “Writ in water”?
Writ in water
Non era un’espressione molto usata nel diciannovesimo secolo, ma con la morte di Keats la frase ebbe nuova vita, in molti la consideravano come sinonimo della morte del poeta.
L’enigmatica frase - che letteralmente significa scritto nell’acqua - era molto più diffusa nella letteratura del XVI e XVII secolo, mentre le prime versioni latine e greche risalgono all’antichità.
Si tratta di un proverbio, forse l’opposto perfettamente antitetico di “scolpito nella pietra”, che invece suggerisce l’idea di permanenza, mentre “scritto nell’acqua” rimanda all’impermanenza o a questioni di natura transitoria.
In alcuni contesti gli antichi affermavano che le parole scritte sull’acqua non avessero alcun valore perché destinate a svanire, come dimostra questa citazione di Sofocle:
Dovresti scrivere i giuramenti degli uomini malvagi sull’acqua.
La suggestione era data proprio dalla fugacità dell’acqua che sembrava rimandare al contempo alla caducità della vita, all’attimo che è già passato in un battito di ciglia.
Un’altra possibile fonte dell’espressione “Writ in Water” la ritroviamo nell’ Enrico VIII di William Shakespeare. In una rivisitazione dell’opera del drammaturgo John Fletcher, rappresentata per la prima volta in Inghilterra nel 1613, ritroviamo la frase:
Le cattive maniere degli uomini vivono nell’ottone; le loro virtù le scriviamo nell’acqua. (Atto IV, scena 2)
John Keats possedeva sia l’opera completa di Shakespeare che i quattro volumi di Dramatic Works of Jonson, Beaumont and Fletcher (Londra, 1811), regalatogli dal fratello George. È dunque possibile che il poeta inglese sia stato suggestionato da una di queste opere.
Il significato dell’epitaffio di John Keats
Forse non conosceremo mai la fonte esatta di quei celebri versi "Writ in Water" che si tramutarono nell’ultima volontà di John Keats. Probabilmente derivano da più fonti diverse, o forse da una suggestione del poeta inglese che trascorse i suoi ultimi giorni nella sua stanza a Piazza di Spagna ascoltando il lento scrosciare dell’acqua della “Barcaccia” del Bernini situata ai piedi della scalinata. Forse quel suono lento e cristallino fornì a Keats la sua ultima ispirazione.
Riguardo al significato dei versi scritti sulla lapide, invece, i critici sono abbastanza concordi sul fatto che John Keats tramite quelle parole volesse ritrarre il senso transitorio dell’esistenza umana. Quel nome “scritto sull’acqua” rimanda alla natura transitoria del viaggio dell’uomo nella vita.
Sembra che Keats attraverso quei versi volesse alludere a una sorta di esistenza postuma, di cui aveva spesso parlato nei suoi ultimi mesi di vita in varie lettere, come in preda a una visione.
Qui giace colui il cui nome fu scritto sull’acqua.
Forse John Keats credeva di non aver lasciato alcun segno indelebile nei suoi appena venticinque anni di vita.
La sua eredità, per quanto transitoria, è invece ancora “scolpita nella pietra” che rappresenta un monito eterno a ricordare quel “giovane poeta inglese”.
La tomba di John Keats nel cimitero acattolico di Roma è un’opera d’arte funeraria dal valore sopraffino che rimane come simbolo di un’esistenza dal valore immortale.
In un’ultima lettera scritta poche settimane dopo la morte di Keats l’amico Leigh Hunt confessava a John Severn:
Dì a Keats che ci ha soltanto preceduti sulla strada dell’immortalità, come in qualunque altra cosa lui abbia fatto.
Era l’8 marzo del 1821, erano passati quasi quindici giorni da quel drammatico 23 febbraio, ma Hunt parlava come se John Keats non se ne fosse mai andato, come se fosse ancora in vita, impegnato nel lungo cammino dell’immortalità.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: John Keats: cosa significa l’iscrizione sulla sua tomba
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Interessantissimo. Me lo annoto perche’ voglio proprio leggere questa chicca sulla poetry inglese in po’ piu’ in la’. Certo e’ vero che la cultura inglese da la massima importanza all’acqua perche’ il concetto e’ annodato alla vita, cioe’ all’acqua della Vita. To acquientance e’ il verbo inglese per una conoscenza in senso biblico. Il whiski nasce come aqua vitae o acquavite. Oggi come oggi distinguono tra sparkling o still water: acqua minerale, gasata o con bollicine e acqua ferma.