Jules Verne è il padre della fantascienza moderna, prolifico e inesauribile autore di ben 62 romanzi, quasi tutti a tema viaggi straordinari. Il più incredibile resta quello condotto nel corso della sua vita che, terminata il 24 marzo 1905, inanella una serie di incontri destinati ad influenzarlo. Non è dato sapere se le frequentazioni nascano dal potere di attrazione della sua vena letteraria o se, al contrario, Verne tragga spunto per le avventure dei libri dagli amici che il destino mette sulla sua strada.
In occasione dell’anniversario della morte di Jules Verne, ma anche a 160 anni di distanza dalla sua più famosa avventura nel mondo reale, ripercorriamo insieme la storia che vede Verne pioniere del volo in mongolfiera con il fotografo e amico Félix Nadar.
Chi era il fotografo Nadar, amico di Jules Verne?
Insieme a Gaspard-Félix Tournachon, in arte Nadar, Verne intraprende l’avventura del volo in grande stile.
Chi è Nadar? Nadar è un fotografo conosciuto. Appartiene alla cerchia dei Dumas, padre e figlio. Possiede uno studio di posa, a Parigi, in Boulevard des Capucines, piuttosto famoso per l’epoca, dove ritrae personaggi noti. Intellettuali, scienziati, letterati, compositori, attrici. I suoi scatti tentano per la prima volta di catturare e imprimere sulla pellicola qualcosa della personalità dei soggetti.
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Suo è il celebre ritratto di Jules Verne: nell’immagine colpiscono l’intensità e la vivacità dello sguardo. Lo scrittore sembra divertito. Probabilmente farsi fotografare da Nadar doveva essere un’esperienza piuttosto insolita.
La mia esistenza si suddivideva tra tanta fantasiosa varietà di applicazioni che prima di conoscermi, il mio amico immaginava di incontrare una tribù eterogenea di Nadar, tra cui un aeronauta, un fotografo, un romanziere, un caricaturista, e chi più ne ha più ne metta.
La descrizione è tratta dal libro Félix Nadar, una vita da gigante, edito da Contrasto nel 2021 (traduzione Maria Baiocchi), che raccoglie scatti celebri e testi a cura del fotografo, sperimentatore, attivista politico, giornalista, caricaturista e pioniere del volo.
La passione per il volo di Verne e Nadar
Nadar sogna in grande. È spericolato e coraggioso. Un mix irresistibile. Confida nelle nuove tecnologie: è quest’ultimo aspetto che assume un peso e un’influenza nell’amicizia che lo lega a Verne. I due condividono la passione per le macchine volanti, con una certa propensione per i palloni aerostatici. Così nel 1863 fondano la Società per l’incoraggiamento della navigazione aerea con macchine più pesanti dell’aria. Nadar è il presidente, Verne il segretario. Insieme diffondono entusiasmo e idee sulla rivista specializzata L’Aeronaute. Non si limitano alla teoria. L’impianto dei loro esperimenti si basa sulla convinzione, ovviamente inesatta, che per sollevarsi un oggetto debba essere più pesante dell’atmosfera. Ciononostante riescono a realizzare numerosi prototipi e Nadar è il primo a fotografare Parigi dall’alto, dal cesto di una mongolfiera.
La mongolfiera Il Gigante
L’impresa più significativa è la costruzione di un pallone promozionale: chiamato Il Gigante doveva, nelle intenzioni dei promotori, attirare la curiosità delle masse e i fondi necessari a proseguire le ricerche e sperimentazioni. La mongolfiera con un diametro di 40 metri e 6000 metri cubi di capacità può portare fino a 15 persone. L’involucro in seta è cucito da 200 donne nell’arco di un mese. I due decolli, che vedono la partecipazione di teste coronate, sono piuttosto macchinosi per il tempo necessario al gonfiaggio e le manovre in fase di atterraggio. Al termine del secondo tentativo, in particolare, il Gigante viene trascinato a terra dal vento per chilometri. Verne che sembra occuparsi della promozione del progetto sostiene l’impresa con l’articolo A proposito del Gèant pubblicato sulla rivista Musèe des familles.
Dal sogno ai libri: il volo in pallone diventa romanzo
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Verne si ispira a Nadar per creare Michael Ardan, uno degli astronauti del romanzo Dalla Terra alla luna (1865). E per sostenere l’amico scrive Cinque settimane in pallone: un lungo viaggio alla scoperta dell’Africa intrapreso dall’esploratore Samuel Ferguson in compagnia del fedele servitore Joe e del fidato amico Richard. Il libro è disponibile nella versione di Curcio editore, del 2021, tradotto da Simona Pinto. È il prologo del celebre Giro del mondo in 80 giorni pubblicato per la prima volta nel 1872, dove ricompare la mongolfiera come mezzo di trasporto indispensabile alla riuscita dell’impresa di Phileas Fogg. Un inno al progresso tecnologico, ricorrente in tutte le opere di Jules Verne, che deve molto al coraggio e all’intraprendenza dell’amico fotografo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Jules Verne fu pioniere del volo in mongolfiera con il fotografo e amico Félix Nadar
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