L’Europa in viaggio. Storie di ponti e di muri
- Autore: Marco Magnone
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Add editore
- Anno di pubblicazione: 2019
Europa, nel nostro presente, è una parola che solo a pronunciarla crea divisione. Basta poco, infatti, per scatenare accese discussioni tra europeisti ed euroscettici. Questo però accade soprattutto in tv, in tutti quei contesti in cui fa comodo tirarla in ballo, spesso sottolineandone i limiti o, peggio ancora strumentalizzandoli, per ottenere il consenso elettorale. Nella vita reale è diverso: di Europa si parla poco, perché viene percepita come un’entità lontana dalle esigenze dei singoli, se non addirittura ostile.
Così, quella che era nata dal desiderio di pace, unione e giustizia si è ridotta a un guscio vuoto che ognuno riempie a proprio piacimento.
Il testo di Marco Magnone, che ha già pubblicato opere di narrativa per ragazzi, si inserisce in questo vuoto dovuto a più fattori, tra cui spiccano la mancanza di conoscenza e il diffuso senso di non appartenenza.
L’Europa in viaggio. Storie di ponti e di muri (Add Editore, 2019) è un saggio divulgativo che prova a far chiarezza su questa gigantesca “macchina” e sul nostro modo di sentircene parte. L’autore sceglie di farlo scrivendo del suo viaggio, fisico e metaforico, che ha l’obiettivo di rappresentare due concezioni opposte:
Da una parte chi crede che ciò che accomuna gli esseri umani sia più importante di ciò che li divide, e quindi si adopera per costruire ponti che li uniscano. Una visione che ha dato vita a molti movimenti artistici e letterari. Ma anche filosofici, uno su tutti l’Illuminismo. E politici, come l’idea stessa di Europa unita, per l’appunto. Sul fronte opposto c’è chi invece è dell’opinione che le differenze siano più significative delle analogie, quindi si dà un gran daffare nel tentativo di alzare muri per raggruppare simili ed escludere tutti gli altri. È così che nel corso della storia sono scoppiate guerre, sono state giustificate persecuzioni, e sono cresciuti muri come quello di Varsavia nel 1940, quello di Berlino nel 1961, e molti altri ben più recenti.
La prima meta è l’isola di Utøya, dove il 22 luglio 2011, durante un campo estivo organizzato da un movimento giovanile legato al Partito laburista, un estremista travestito da poliziotto ha ucciso sessantanove ragazzi.
L’autore va oltre il mero resoconto dell’accaduto: prima fornisce un concitato racconto di quei tragici minuti, immedesimandosi in uno dei ragazzi in fuga; poi riporta la testimonianza di una sopravvissuta; infine chiarisce cosa rappresenti davvero quell’isola. In tal modo la strage si inserisce in una trama più ampia, che consente di stabilire collegamenti con le altre che si sono succedute negli anni.
Nelle pagine seguenti infatti si riflette su diversi attentati, tra cui quelli dell’11 settembre 2001 a New York e dell’11 dicembre 2018 a Strasburgo. Anche in questi casi la narrazione è condotta in maniera lucida, ma non distaccata. Le voci dei testimoni si alternano alle riflessioni dell’autore, non perdendo mai di vista l’insieme. Ogni esplosione di violenza, infatti, ha radici comuni che si nutrono di paura, ignoranza e rabbia. C’è da riflettere sul concetto di identità: quando si comincia a considerarla unica, superiore e incapace di accordarsi alle altre, diviene un coltello che lacera.
Parlando dei luoghi in cui si trova (Torino, Europa centrale, Mediterraneo) e di quelli che riaffiorano dalla sua memoria, Magnone salda insieme la veridicità della cronaca e la fascinazione della letteratura, dando vita a micro-racconti fedeli alla verità e in grado di emozionare.
Ad arricchire questo saggio-racconto intervengono frequentemente i suoi ricordi personali, le scelte di vita, il suo modo di reagire di fronte a eventi che hanno riguardato tutti noi, l’11 settembre per esempio:
Per la prima volta mi viene raccontato che il mondo in cui abito, quell’Occidente che mi sembrava un buon posto dove passare la mia vita senza troppi pensieri per il resto del mondo, è minacciato da qualcosa che non conosco. Io non so se ci credo fino in fondo, però qualcosa è cambiato. Da un lato vorrei capirne di più, dall’altro la paura inizia a lavorarmi dentro […]. D’un tratto mi sento come parcheggiato su una panchina da cui ho bisogno di alzarmi.
In alcuni capitoli prevalgono la descrizione della storia e della struttura dell’Unione Europea e l’attenta analisi delle sue funzioni e dei suoi valori fondanti. Anche in questo caso ‒ pur non essendo semplice ‒ Magnone è riuscito a rendere la lettura piacevole e facilmente comprensibile, servendosi di uno stile immediato e assicurandosi che nessuna nozione sia data per scontata. Definizioni astratte quali sovranismo, nazionalismo, euroscettismo acquisiscono concretezza; mentre la complessa “macchina” diviene via via più semplice da comprendere e quindi più vicina alla nostra quotidianità.
Immigrazione, razzismo, Brexit: ogni tema viene sviscerato nella sua complessità, senza però avanzare pretese didattiche e moralistiche.
Non credo di esagerare esprimendo questa considerazione personale: c’è bisogno di leggere libri come questo, ora più che mai. Per capire. Per riappropriarsi di un sogno nato «dall’abisso e dall’utopia», ma soprattutto per restituire polpa a quel guscio vuoto.
L'Europa in viaggio. Storie di ponti e di muri
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Europa in viaggio. Storie di ponti e di muri
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