L’Italia di mattina. Il romanzo del Giro d’Italia di Franco Cordelli

Scipione cominciava a scoprire il valore di quell’opportunità: traversare l’Italia lentamente, strada per strada, e campagna dopo campagna. Il ciclismo, così, arrestava il processo si smaterializzazione del mondo. Dalle stradine incassate tra muretti di buia pietra lavica il grande mondo, pensava, vorrebbe spingerci verso la crescente neutralità delle autostrade prima, e verso la facilità dei cieli poi, mentre a resistergli non c’è rimasto che questo piccolo mondo chiuso in esso come in una noce. (retro di copertina)

Giro d’Italia 1989. Un cronista/scrittore di nome Scipione vive sulla propria pelle ogni singolo km di quell’entusiasmante evento. Un evento che non vedrà protagonista soltanto lo sport, l’agonismo in tutte le sue forme, splendenti e drammatiche, ma vivrà anche i cambiamenti sociali, le passioni vere, quelle “da bar”, le discussioni e le chiacchiere che coinvolgeranno, per quasi un mese, tutte le persone della nostra bella penisola.
Si poteva vincere contando solo su se stessi? Esistevano ancora i grandi campioni come Bartali, Coppi, Baldini…
Il ciclismo stava cambiando, l’Italia stava cambiando. I sogni negli occhi di bambino si sgretolavano nello sguardo degli adulti, nella fine dei sogni, o forse nell’inizio dei nuovi…

L’Italia Di Mattina è uscito una ventina d’anni fa e viene riproposto nel 2009 da Perrone Editore in occasione centenario del Giro d’Italia. Fa un certo effetto leggere nomi mitici come Bugno, Rominger, Ugrumov… Un tuffo nel passato che ogni buon appassionato di ciclismo non disdegnerà affatto. E anche chi, come me, non è un cultore di questo sport, avrà una piacevole occasione di rivivere momenti fantastici e drammatici della storia di questa disciplina. Un’occasione per leggere (o rileggere) una pagina di storia e sport che coinvolge noi e il nostro paese. Un libro che merita.