L’amuleto d’ambra
- Autore: Louisa May Alcott
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2022
La casa editrice Elliot nella Collana “Raggi” pubblica in anteprima mondiale L’amuleto d’ambra. Un racconto dell’India coloniale (2022, titolo originale The Amber Amulet. A Tale of India and England, traduzione e cura di Daniela Daniele), l’ultimo romanzo di Louisa May Alcott (Germantown, 29 novembre 1832 - Boston, 6 marzo 1888), autrice di Piccole donne (1868).
Una cosa è certa, Louisa May Alcott non finisce mai di stupire i suoi lettori, anche a più di un secolo dalla sua scomparsa. La brava autrice lo dimostra in queste pagine dove sviluppando in forma di romanzo breve in quattro capitoli, il racconto del 1870 La bella baiadera, apparso per la prima volta nel febbraio del 1870 sul Frank Leslie’s Lady’s Magazine, rielabora l’immaginario indiano reso popolare da Jules Verne(1828-1905), scrittore francese adorato da generazioni di lettori giovani e meno giovani. Un romanzo inedito, dunque, anche negli Stati Uniti, lasciato incompiuto intorno alla fine del 1887, ma prossimo alla conclusione, che vede protagonista un ex ufficiale in bilico tra due mondi: l’Oriente rappresentato dall’India coloniale e l’Occidente rappresentato dalle luci tentacolari di Parigi.
Siamo verso la fine degli anni Ottanta dell’Ottocento, Louisa May è ormai una donna matura, che ha sempre lavorato, fin da giovanissima, spendendosi sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista mentale, scrivendo, la sua grande passione. Tutto questo per supportare la famiglia Alcott, sempre in bilico tra una dignitosa indigenza e una triste povertà, perché suo padre, l’illustre filosofo e pedagogo Amos Bronson (1799-1888), genitore premuroso e severo tanto amato e venerato, era totalmente privo di senso pratico. Inoltre, la pragmatica ma anche idealista Louisa May, alla morte prematura della sorella minore May, avvenuta nel 1879, quando ormai era ricca e famosa grazie alla saga di Piccole donne, aveva accolto in casa la nipotina Lulu di poche settimane, curandola con l’amore e la dedizione di una madre.
Per il lavoro eccessivo e i frequenti esaurimenti, quindi, i medici consigliarono a Louisa May di non scrivere storie nuove, ma di rivedere quelle da ultimare. Mentre raccoglieva le fiabe narrate per Lulu, nei suoi ultimi anni di attività l’autrice revisionò e ripubblicò i thriller pseudonimi o anonimi a cui teneva di più e che i lettori di allora non potevano associare alla celebre saga per adolescenti. Uno di questi thriller è L’amuleto d’ambra, omaggio dell’autrice statunitense per il teatro, altra sua grande passione.
“Il grande ammutinamento in India era iniziato: Delhi era nelle mani degli insorti e il Re fu proclamato Imperatore dell’Hindustan”.
La trama del romanzo breve è tanto semplice quanto coinvolgente: un colonnello inglese sopravvissuto alla rivolta dei mercenari Sepoy a Delhi crede di riconoscere su un palcoscenico parigino la fanciulla indiana che gli aveva salvato la vita. Ovviamente Louisa May Alcott non era mai stata in India, però la sua curiosità, la sua fantasia e la sua abilità nello scrivere e nel descrivere questa terra così magica e lontana, inducono il lettore a credere il contrario.
“Silenziosamente i fuggiaschi si dileguarono nella notte e per un attimo furono ingoiati dalla folla che fluiva nella strada stretta”.
L'amuleto d'ambra. Un racconto dell'India coloniale
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