L’arte di non lavorare
- Autore: Ernie J. Zelinski
- Genere: Psicologia
Per Zelinski lavoriamo troppo. L’Autore non è contro l’attività lavorativa in sé ma addita quello che, per le sue caratteristiche deleterie, ci allontana da noi stessi e dalle cose veramente importanti, costringendoci ad avvicinarci alla disumanizzazione insita nell’ingranaggio-lavoro in cui ci troviamo. Zelinski ti fa venir voglia di poterlo annoverare tra i tuoi migliori amici, anche grazie a questo suo testo vicino alle esigenze di molti nei contenuti e che, scritto in un linguaggio piacevole e comprensibile, ha avuto un notevole riscontro e seguito positivi. Nel libro si invitano i lettori a lavorare meno per godersela di più ed a trovare tempo libero per conservare quella parte di sé stessi che, altrimenti, andrebbe perduta nell’affanno quotidiano per inseguire interessi che non sono i propri mancando, anche, e soprattutto, la possibilità di riflettere su chi si è veramente. Zelinski parla di ozio ma di un ozio costruttivo e, prendendo poi in considerazione i periodi della vita in cui ci si può trovare disoccupati o in cui si è finalmente in pensione e con tantissimo tempo libero a disposizione, ci dice che, proprio in quei momenti, lungi dal sentirsi mortalmente annoiati ed inutili, possiamo rinascere, recuperare noi stessi, la nostra dimensione umana e possiamo valorizzare con le attività che ci piacciono, i nostri veri talenti, se siamo creativi, costanti e sappiamo vedere opportunità dove altri vedono solo occasioni per lamentarsi. Egli cerca di motivare all’automotivazione le persone che, per circostanze varie si sentissero, in un dato momento, vuote e inutili e suggerisce che ognuno può fare, con le sole proprie forze, cose buone e, perchè no, anche grandi. Il tempo libero non sarà mai deludente per chi sa vivere appieno e sa prendere automomamente in mano le redini della propria vita. Zelinski suggerisce di partecipare alla vita con la propria impronta personale senza lasciarsi influenzare dalle condizioni esterne apparentemente negative ma che possono diventare, invece, trampolino di lancio per un mutamento di vita in positivo. L’Autore stesso, ritrovatosi improvvisamente licenziato dal suo posto di lavoro e rimasto con pochi mezzi, testimonia, col successo di questo suo libro, che, inizialmente, aveva fatto pubblicare a proprie spese e con sacrificio, che, credendo in sé stessi, si può fare da soli, fare bene e in grande.Da leggere e rileggere.
L'arte di non lavorare
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lavorare per vivere non vivere per lavorare ! giustisssimo! ciao lucia complimenti per il blog è davvero molto interessante! iris
Zelinski pone anche l’accento sulla capacità di crearsi del "tempo libero di qualità" che fornirebbe alle nostre vite appagamento e realizzazione di sé. Troppo spesso le persone si dedicano ad "attività passive" che fanno più male che bene...come guardare la televisione, mangiare eccessivamente, spendere soldi o assistere a partite di calcio. Siamo diventati "spettatori della vita" anziché "persone d’azione". Se ci dedicassimo ad attività stimolanti che coinvolgono il nostro livello psicofisico come leggere, scrivere, praticare uno sport, frequentare un corso, suonare uno strumento, senza accampare mille scuse per mascherare la nostra pigrizia ed inettitudine, ne trarremmo senz’altro dei grandi benefici. Quando capisci che superare l’inerzia ti permette di diventare "creativamente vivo", allora sei sulla strada giusta e lo stress, la depressione e gli stati d’ansia saranno solo un lontano ricordo..