L’enigma Gurdjieff
- Autore: John G. Bennett
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
J. G. Bennett è stato un matematico capace di integrare la scienza con la conoscenza psichica, lo studio delle lingue orientali, la frequentazione trentennale di Georges Ivanovič Gurdjieff, che conobbe nel 1920.
È dunque accreditato a tracciare un profilo umano e spirituale dell’amico, grande filosofo e mistico. Lo fa in L’enigma Gurdjieff (Ubaldini Editore, pp. 71, 1983) tradotto da Salvatore Maddaloni.
“Enigma” perché Gurdjieff si mostra volutamente in modo differente a seconda di chi si rapporta con lui; può apparire compassionevole o spietato e terribile, compiere azioni in apparenza riprovevoli, tanto da adottare “La via del Biasimo”, una tecnica sufi derviscia, derivata dalla setta islamica Naqshbqandi. Si tratta di mostrarsi a volte peggiori di ciò che si è, per evitare la tentazione di influenzare i suggestionabili ed ergersi a guida con desideri di potenza, esercitando l’ipnosi. Anche Gesù seguì "la via del Biasimo" fino alla morte.
Gurdjieff possedeva forti doti ipnotiche e carismatiche che usò, ad esempio per curare le piaghe dell’alcolismo e della droga.
Bennett documenta i suoi viaggi, compiuti dall’età di quindici anni, supportato ed aiutato dalle varie comunità armene. Sua madre era armena, il padre greco turco.
Il ragazzo partì dalla cittadina di Kars dove viveva, (siamo in Caucaso, in Turchia), conquistata dell’Impero russo nel 1877. Il primo insegnante del giovane fu un pope ortodosso.
La descrizione geografica del luogo, con temperatura invernale che raggiunge -40 gradi, per arrivare al calore bruciante estivo, dove tutto è polvere, è potente. Rende l’idea, per analogia, dell’esplorazione interiore degli estremismi, delle energie e sostanze psichiche opposte da esplorare, trasmutare, accrescere.
Intorno ai diciotto anni vediamo Gurdjieff in India dove conobbe Madame Blavatsky che si innamorò di lui.
Tibet, Asia centrale, ritorno in Occidente, fino in Egitto, Etiopia, costituiscono il cammino instancabile del Nostro, il cui scopo è, come per tutti i mistici, il “ricordo di sé”, della parte immortale.
Per far ciò, sostenne, non è necessario né auspicabile lasciare il mondo e ritirarsi in eremitaggio, anzi il mondo deve restare il campo d’azione e di prova, a cui aggiungere la propria creatività con azioni “a-causali”, non determinate dal passato, nate ex novo, fuori dal determinismo e dal karma. Scrive Bennett:
La Quarta Via è senza dubbio l’applicazione diretta del principio della creatività nella vita, e per questa ragione è chiamata non causale. Essa deve sempre avere inizio senza una causa antecedente: è una spinta spontanea che ne rende possibile l’esistenza.
È il nuovo capace di produrre le grandi svolte.
Gurdjieff conobbe lo zar Nicola II e frequentò la sua corte, ebbe contatti con Rasputin fino al 1910. Poi cambiò direzione.
Tenne conferenze anche a New York.
Indagò sui rapporti dell’uomo con il cosmo. Conscio dell’importanza dei simboli, ideò l’Enneagramma, su cui fissare l’attenzione. Cos’è l’Enneagramma di Gurdjieff? Esso racchiude la visione della propria interiorità che è contemporaneamente coscienza cosmica. Si tratta di un cerchio diviso in nove sezioni tutte uguali. I nove punti della circonferenza vanno uniti per formare all’interno un triangolo e una figura geometrica di sei lati. Bennett non fornisce spiegazioni ulteriori sul significato del simbolo, ognuno lo comprende come può.
Nessun maestro può compiere il cammino per il discepolo. L’opposizione all’imitazione e a seguire chiunque in modo gregario, da pecora, è stata fortissima in Gurdjieff.
Superato questo scoglio, è possibile riconoscere e costruire la propria interezza, in armonia con la totalità.
Gurdjieff non ha mai definito la sua sintesi “Quarta Via”, tale definizione viene da Ouspensky. “Quarta”, in quanto va oltre la meditazione buddhista, la devozione cristiana, il fachirismo indiano degli yoghi. In lui c’è e può esservi ogni aspetto suddetto. Preferiva chiamarla “Idee”, al plurale. Infatti non si tratta di un metodo rigido e univoco, fissato secondo un dogma; coinvolge contemporaneamente i centri energetici mentali, emozionali e fisici.
L’enigmatico personaggio ha lasciato una grande impronta, soprattutto in Occidente e in Francia, dove morì nel 1949.
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