L’inquietante urlo del silenzio di Francesca Napoli

Emily è la tipica ragazza di oggi: una famiglia che l’adora, gli amici che le vogliono bene, la scuola, un ragazzo che finalmente la nota e le dona tutto il suo amore. Un amore che lei non credeva possibile. Emily, Emy per gli amici. La sua vita scorre tranquilla, tutto sembra girare per il verso giusto. Sembra…
Un giorno, un brutto giorno, comincia ad avere delle allucinazioni. Vede al proprio fianco la dea Atena. Ne è convinta sul serio, tanto che chiede ai genitori e al fidanzato di confutare la propria teoria. Inutile dire che loro non vedranno nulla e cominceranno a credere che tutto ciò sia soltanto il primo sintomo di quell’orribile tragedia chiamata pazzia.
Chiaramente il passo successivo sarà imbottire la ragazza di psicofarmaci. Dottori più o meno saputelli dichiareranno di sapere cosa fare per guarire quella fanciulla così tranquilla ma così malata…
Un ricovero di pochi giorni in una clinica, e tutto dovrebbe tornare a posto. Dovrebbe…
Quella clinica è popolata da pazzi veri e propri, anche se non è detto che siano i pazienti…

Nel romanzo L’inquietante urlo del silenzio (Butterfly, 2012), Francesca Napoli prende carta e penna, tratteggia un personaggio semplice e adorabile come Emily e ci catapulta in un tunnel dell’orrore buio e accecante al tempo stesso, una montagna russa senza cinture di sicurezza, un percorso lungo, nascosto da una nebbia che ci farà soltanto immaginare (con terrore) cosa ci aspetta. Un’angoscia che vi attanaglierà dopo poche righe, vi condurrà nella profondità dell’animo umano e poi vi lascerà lì, soli, in attesa del lieto fine che vi riporterà alle vostre case… Ma l’attesa potrebbe essere più lunga del previsto…
Un esempio lampante di come la qualità (eccelsa) non sia direttamente proporzionale alla quantità (54 pagine). Una storia inquietante, a partire dalla meravigliosa copertina. Un thriller psicologico intrigante, un tuffo nei meandri della mente umana che vi sconvolgerà.