L’isola che scompare
- Autore: Fabrizio Pasanisi
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nutrimenti
- Anno di pubblicazione: 2014
“Da dove partire, da dove iniziare questo viaggio se non dalla fine, da dove la storia si conclude?”.
Come mostra la cartina all’inizio del volume, l’itinerario alla scoperta dell’Irlanda parte dal Sud dell’isola, da Cork, il cui motto è “un porto sicuro per le navi”. Qui “ci si può rimpinzare di scone ai mirtilli e muffin fatti in casa”. Considerato che i mercati danno “la dimensione della civiltà”, merita una visita l’English Market, celebre per la gran varietà di merce venduta “la vita è lì, è lì la vera quotidianità”, un luogo caratteristico, ricco di tradizioni. Il nome della città deriva dalla parola gaelica Corcaigh, palude, infatti Cork sorge alle foci del fiume Lee.
Fabrizio Pasanisi consiglia il turista di girare l’Irlanda in macchina per fermarsi dove capita e per cogliere un bel panorama. Inoltre, considerato che la pioggia è sempre in agguato, l’automobile è un rifugio pronto e sicuro. Ma in questo territorio lo spettacolo è tutto sul mare, spesso tempestoso, di un color blu profondo. Kinsale con le sue case colorate, situato su un braccio di mare che s’insinua all’interno della costa meridionale irlandese, è il sito ideale per un buon pasto a base di pesce dopo aver ammirato Charles Fort, una fortezza affacciata su un’insenatura riparata. La fortificazione a stella fu eretta nel 1677 dagli inglesi per prevenire attacchi marittimi da parte dei francesi e degli spagnoli. A poca distanza dal porto si trova il promontorio Old Head, segnalato nelle guide per la sua bellezza.
Di fronte al promontorio al largo, la vastità oceanica “protegge i resti” del transatlantico RMS Lusitania, affondato da un sottomarino tedesco nel 1915, nel quale perirono 1201 passeggeri. Ora la bussola è rivolta verso nord e conduce in un posto indimenticabile, dove “il cuore ti deve entrare in tumulto”: le Cliffs of Moher. Le scogliere di Moher “luogo di incanto e di terrore”, impressionanti quanto magnifiche, si ergono sulla costa occidentale della contea di Clare. Le loro pareti, formate da roccia scistosa, arenaria e sedimentaria, terminano all’improvviso con un taglio netto gettandosi nel mare. In questo straordinario territorio la luce e i colori del cielo, dei prati, della spiaggia e del mare riempiono gli occhi del fortunato visitatore. Infatti mai come in Irlanda è importante lo spazio, il gioco della terra e dell’oceano che sembrano fondersi alla vista.
Così scrive William Butler Yeats (1865-1939) in una sua “lirica eccelsa”:
“L’ombra d’una nuvola sull’acqua cambia di minuto in minuto”.
L’amore che il poeta irlandese nutre per questi luoghi trova più che una traccia in tutta la sua produzione letteraria. Yeats nato a Dublino, si trasferì in tenera età con la famiglia nella contea di Sligo “È parte essenziale del paesaggio. C’è il suo spirito”. Yeats si può ritrovare nei paesaggi marini, negli uccelli che sfidano il cielo, “nel volto dei suoi discendenti che si incontrano a Sligo”.
Il popolo irlandese, orgoglioso, dignitoso e generoso, che ha conosciuto la miseria, la fame e la migrazione, come ha raccontato Frank Mc Court nel libro “Le ceneri di Angela”, è sempre pronto a dividere “il proprio pane e la propria birra” con l’ospite del momento. Sempre come sottofondo il violino.
Dublino vuol dire James Joyce (1882-1941) e “Ulisse” (1922), dove il protagonista Leopold Bloom vagabonda per la città descritta dallo scrittore con precisione. Qui ogni 16 giugno si festeggia “con gusto e ironia” il Bloomsday, in cui si rievocano gli eventi del libro, che si svolge in una sola giornata. Pasanisi, giornalista, scrittore, autore televisivo e studioso di letteratura, in questo suggestivo volume invita il lettore a intraprendere un “Viaggio nell’Irlanda di Joyce e Yeats”, come recita il sottotitolo del testo. Un tour letterario nel quale, libro alla mano è possibile ritrovare i luoghi dublinesi di Joyce o le atmosfere evocate dalla prosa intensa di Yeats, per finire con la penna tagliente dello scrittore Joseph O’Connor.
“Nelle altre nazioni gli scrittori vengono letti. In Irlanda vengono celebrati”.
L’autore con l’ausilio di belle fotografie in bianco e nero, illustra il fascino di questa magica terra rischiarata dal suo cielo particolare, azzurro chiaro, marittimo, mutevole.
“L’isola che scompare” si rivela perfetto viatico per chi ha già visitato l’Irlanda e ha conservato nel cuore il suo ricordo e per chi amando la letteratura celtica desidera vedere i luoghi immaginati con il pensiero, perché la chiave per comprendere l’universo irlandese è la sua cultura letteraria.
L'isola che scompare. Viaggio nell'Irlanda di Joyce e Yeats
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