L’odore della notte di Jeaniene Frost

Jeaniene Frost, la scrittrice statunitense specializzata nelle Vampire Stories, in L’odore della notte (Fanucci, 2011, trad. di Alberto Malcangi) torna a narrarci le vicende della mezzavampira Cat Crawfield e del suo amato Bones, che stavolta si troveranno a fronteggiare “Il re degli incubi”.

Incubi. Chi non ne ha mai avuto uno? Impossibile, giusto? Anzi, sicuramente ne abbiamo avuti parecchi. Anche troppi, diciamolo pure.
Esperienze terribili eppure così reali, così palpabili, che ci fanno svegliare di soprassalto, urlando la nostra muta disperazione.
Prima di elaborare e capire che, in fondo, non c’è nulla da temere perché, appunto, sono solo elucubrazioni fantasiose e perverse della mente.
Dov’è il problema, allora?
Per noi nessuno, per la protagonista di questa storia la faccenda è differente.
Il problema è quando questi incubi sono così dannatamente reali…
Cat e Bones stanno vivendo in pace la loro storia d’amore.
Tutto sembra procedere per il meglio finché Gregor, un vampiro, decide di irrompere nella vita della fanciulla.
Il motivo? Un qualcosa che si annida in un oscuro passato.
E, si sa, non si può fuggire, e soprattutto nascondersi, da chi ci rincorre.
Bisogna fermarsi e affrontare il problema.
Anche se potrebbe costare caro. Molto caro…

Jeaniene Frost ci porta con sé e con la sua penna decisa e mai banale in uno scenario che faremo nostro all’istante.
Un palcoscenico sul quale attori (in)consapevoli metteranno in scena per noi lo spettacolo delle loro esistenze.
Luci e ombre, dolce e salato, una rappresentazione senza censure, perché verità e dolore amano mostrarsi così come sono, senza artifici.
Personaggi che consoceremo già, se abbiamo letto le altre storie di Jeaniene.
Se invece questa è la vostra prima avventura, con lei,, vi assicuro che imparerete ad amarli (e odiarli) e le pagine scivoleranno freniche sotto il vostro sguardo.
Un libro dedicato a chi ama il genere urban fantasy, le storie passionali e anche quella giusta dose di peperoncino che non guasta mai.
Da leggere in un solo, dolceamaro boccone. O da centellinare, a voi la scelta.
Comunque sarà un gusto squisito.
Anche se, di tanto in tanto, farà fatica ad andar giù.