L’opera
- Autore: Émile Zola
- Genere: Classici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
L’arte è gioia e rivoluzione, impegno e dedizione, ma anche follia, ossessione. V’è l’artista (e ve ne sono molti, a dire il vero), che, beandosi dei primi successi che ottiene, impara via via ad adattare il proprio lavoro al gusto del pubblico, riuscendo ad aumentare costantemente popolarità e guadagni, e trovando proprio in quel riconoscimento popolare un’evidente giustificazione, o forse un facile alibi, da opporre ai critici che gli rimproverano il suo adeguarsi alle esigenze della massa. Vi sono poi, molto più rari ma fondamentali, i rivoluzionari, quelli che non vogliono andare incontro alle preferenze della gente, ma vogliono cambiarle, sconvolgerle con un guizzo di novità tale da lasciare tutti sbalorditi: sono i geni, quelli che cambiano veramente il corso dell’Arte e della Storia. Spesso, purtroppo, incompresi in vita; il caso di Claude Lantier, però, è davvero esemplare, ed è quello di un artista talmente ossessionato dalla propria idea da non riuscire a realizzarla, né a lasciare di sé, al termine della propria vita tormentata, niente altro che schizzi, quadretti, tracce sporadiche.
L’opera (in altre traduzioni Vita d’artista o Il capolavoro) è il quattordicesimo romanzo del ciclo dei Rougon-Maquart, l’enorme affresco letterario che comprende gran parte della produzione di Zola. Si tratta di un enorme albero genealogico, l’epopea di una famiglia attraverso varie generazioni: il protagonista de L’opera, il pittore Claude Lantier, è infatti il figlio di Gervaise Maquart, già apparso ne Il ventre di Parigi e L’ammazzatoio, due dei romanzi più celebri.
L’opera è del 1886, ambientato in una Parigi che non ha ancora visto nascere la Tour Eiffel, ma si è già beata dei tocchi leggeri degli impressionisti. Zola, oltre a essere uno scrittore scrupoloso, capace di passare mesi e mesi a bazzicare gli ambienti e i luoghi che aveva intenzione di descrivere nei propri romanzi, conosceva bene il mondo degli artisti, essendo anche giornalista e critico, e avendo difeso molti dei loro quadri dalle accuse di immoralità (si veda Olympia di Manet). Si dice, anzi, che proprio questo romanzo abbia segnato la fine della sua amicizia con Paul Cézanne, che si sarebbe riconosciuto nei panni del protagonista, restando scontento dell’impressione che l’amico sembrava avere di lui.
Del resto, Claude Lantier è un pittore sfortunato e ossessionato, sempre un passo indietro rispetto agli amici artisti, squattrinato, completamente preso dalla sua arte, incurante dei piaceri della vita e dell’amore, ma frenato dal suo perfezionismo che non gli permette di andare oltre gli abbozzi, eternamente rifiutato dai Salon. Nella sua vita irrompe Christine, in un primo capitolo di grande suggestione, che in qualche modo ci ricorda la Bohème di Puccini (e chissà che Illica e Giacosa non avessero proprio questa scena in testa, nello scrivere l’incontro di Rodolfo e Mimì). Da pudica sconosciuta, Christine diventa amica, poi passionale amante, madre e sposa, divorata dalla passione per Claude che la trascina in una spirale di gelosia verso l’arte di lui, sua eterna rivale. Innamorati folli, lei di Claude e lui della pittura, non riescono ad amare il loro sfortunato figlio. Intorno a loro, gli amici di Claude attraversano fortune e miserie, divorati dalla vita che li divide e li rende nemici, come afferma desolato lo scrittore Sandoz, dietro alla cui figura, bonaria, sincera e disillusa, Zola potrebbe forse avere nascosto una descrizione di sé stesso.
Questo libro contiene tutto: arte, amore, follia, amicizia, scontro con la realtà. Meravigliose, effettivamente “pittoriche” sono le lunghe descrizioni dei paesaggi, siano essi parigini o dei dintorni, nelle quali luci e colori sono talmente particolareggiati da condurci proprio nella mente dello stesso Claude, che, lavorando molto raramente en plein air, cercava di fissarli precisamente nel suo ricordo per poi rielaborarli in studio. Interessantissima risulta la descrizione del mondo dell’arte, dei mercanti senza scrupoli, delle giurie corrotte e onnipotenti dei Salon, e dall’altra parte, della miseria e del disagio nel quale molti artisti faticano per farsi strada, finendo poi spesso a fabbricare manufatti di scarso valore per riuscire a mantenersi dignitosamente, circondati da prostitute arriviste e da sedicenti critici. L’opera è un romanzo del quale si potrebbe scrivere per ore, dopo averlo letto con i sensi ben aperti, assimilando in pieno ognuna delle suggestioni che trasmette.
L'opera
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Un libro perfetto per...
È un libro per chi ama i classici, le storie vibranti di vita e passione, e non si fa intimidire dall’alto numero di pagine. Particolarmente adatto agli appassionati di arti figurative, e a chi ama la pittura francese da Manet al post impressionismo.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’opera
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