L’uomo che amava i libri
- Autore: Patrick deWitt
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2023
L’uomo del titolo di questo romanzo intrigante dello scrittore e sceneggiatore americano Patrick deWitt, L’uomo che amava i libri ( Neri Pozza, traduzione di Federica Aceto), si chiama Bob Comet e vive a Portland, nell’Oregon.
Lo vediamo a casa sua nel 2006, quando ha settantuno anni, vive solo ma non è infelice, è un bibliotecario in pensione, ha dedicato molto tempo della sua vita a leggere.
Una passione, quella della lettura, coltivata fin da bambino. Durante una delle sue lunghe passeggiate, si imbatte nel centro anziani Gambell-Reed, il luogo dove lo scrittore ambienterà buona parte del libro.
Una strana donna vestita di rosa, che guarda attonita un distributore di bibite in un bar, aveva attirato la sua attenzione: quella donna viveva in effetti nel centro anziani, come recitava un cartellino appeso al suo collo dove Bob la riaccompagna, e a quel punto l’uomo capisce che potrebbe rendersi utile come volontario. La responsabile, Maria, accetta di metterlo alla prova: lui propone di leggere ad alta voce per gli ospiti del centro.
Malgrado Maria lo abbia messo in guardia riguardo alla difficoltà di farsi accettare dagli anziani ospiti, Bob decide che leggerà per loro e sceglie Il gatto nero, il celebre racconto di Edgar Allan Poe.
Come previsto la lettura non riscuote alcun interesse da parte dei destinatari che, anzi, si spaventano; passa allora a Gogol, scegliendo Il cappotto.
La sua voce era chiara e vivace, animata da una grande fiducia nella bellezza obliqua e nel crudele umorismo dell’opera.
Ma anche questo esperimento fallisce. Tuttavia Bob ha ormai preso confidenza con alcuni degli strani personaggi del centro, e chiede di poter continuare a recarvisi, anche senza i libri.
Man mano l’uomo comincia a intrattenere rapporti con Linus, con Jill, con Chip, con l’infermiera Nancy, con la stessa Maria.
La scena cambia, e ci ritroviamo nel passato di Bob, quando era bibliotecario e passava al lavoro la maggior parte del suo tempo.
Lì aveva conosciuto le due persone più importanti della sua vita: la giovane Connie - che diventerà sua moglie - ed Ethan, l’unico grande amico.
Ma lo scrittore ci accompagna anche nell’infanzia di Bob, quando a undici anni era fuggito di casa, raggiungendo in treno una insolita località.
Aveva incontrato durante il viaggio clandestino due stravaganti anziane, June e Ida, accompagnate da due cani, che stavano raggiungendo il luogo dove sarebbero tornate a esibirsi.
Quindi attraverso una situazione narrativa di grande originalità, riusciamo a conoscere e a capire la vita di questo personaggio entrando nei meandri della sua mente, dei suoi fallimenti, delle sue tragiche delusioni, delle sue inattese epifanie.
I libri non sono tutto, sembra farci capire Bob, sono i rapporti umani che vanno calcolati e curati con attenzione e sensibilità. Connie ed Ethan, la moglie e l’amico che lo tradiscono, la madre che non lo ha amato, fanno da contorno alla storia di quest’uomo solo, alla ricerca della felicità nei libri, che legge compulsivamente, che raccoglie con determinazione, che tuttavia non gli bastano.
Un romanzo duro, sulla solitudine, sull’età anziana e le sue grandi difficoltà, sull’amore mancato, sull’amicizia delusa, sulla malattia mentale, sulla difficoltà di un’infanzia senza amore.
Una grande malinconia pervade questo libro, un senso di spaesamento che contraddistingue l’intera esistenza di un uomo.
La domanda che forse la moglie Connie, quando stava ancora con lui, avrebbe voluto rivolgere a Bob, era:
Perché leggi invece di vivere?
Domanda inquietante per i tanti lettori accaniti, che forse trascurano la presenza di chi vive intorno a loro, sembra volerci dire Patrick deWitt in questo romanzo originale e coinvolgente.
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