L’uomo che amava solo i numeri
- Autore: Paul Hoffman
- Genere: Scienza
Paul Erdos fu un grande matematico del ventesimo secolo, amante e poeta di una delle discipline più nobili in cui il genere umano si sia mai avventurato. Come tutti gli studiosi di tale disciplina di fama internazionale, aveva uno stile di vita stravagante e vagabondo. Sentirsi negare la possibilità di viaggiare era come perdere il diritto di respirare.
Tra una conferenza e l’altra vagava come un peripatetico tra i continenti, presentandosi alla porta dei suoi colleghi matematici e annunciando:
"La mia mente è aperta".
Andava a trovare amici e colleghi alle tre e mezza del mattino per proporre nuovi problemi matematici. Non aveva una casa, ma era periodicamente ospitato da colleghi con i quali decideva di collaborare. Uomo caratterizzato da una rara generosità, metteva in comune tutte le sue congetture in quanto non voleva arrivare prima; piuttosto sperava che qualcuno lo facesse, indipendentemente dal suo contributo. Lavorava diciotto ore al giorno e il pranzo non costituiva una pausa, ma un momento di nervosa riflessione in cui continuava a scrivere su tovaglioli di carta numeri e congetture. Eternamente ossessionato dalla matematica, Erdos non desiderava soldi né successo. Gli interessava soltanto poter leggere dal Libro. Il Libro, scritto appunto con la lettera maiuscola, costituiva il mondo delle idee nel quale riporre la sua concezione platonica della disciplina.
I colleghi matematici, in genere, lo ospitavano per non più di una settimana. Infatti, esasperati da sette giorni di lavoro frenetico, lo cacciavano via.
Monaco della matematica, rinunciò al piacere fisico e ai beni materiali per una vita ascetica e contemplativa, consacrata a una singola missione: la ricerca della verità. Grande consumatore di caffè, considerava ogni numero intero un suo amico personale.
Aveva un vocabolario piuttosto strano. Chiamava i bambini e le cose piccole epsilon. Il vino veleno. Celebre era la sua frase
"Mi dia un epsilon di veleno"
se voleva bere un goccio di vino. Per lui le donne erano i capi e gli uomini gli schiavi. Se doveva tenere una conferenza diceva a tutti che andava a predicare.
Il testo, piuttosto impegnativo dal punto di vista dei concetti matematici, lascia invece grande spazio alla poesia e alla naturalezza con cui quest’uomo, dotato di grande forza interiore, affrontasse ogni giorno la vita di semplice matematico.
L'uomo che amava solo i numeri: La storia di Paul Erdos, un genio alla ricerca della verità matematica
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