L’uomo che voleva uccidermi di Shuichi Yoshida

Il 9 dicembre 2001, Yoshino trascorre una serata con le sue amiche Sari e Mako, preannunciando loro di avere un appuntamento dopo cena con il suo ragazzo Masuo. Tuttavia, non è quella la persona che la ragazza intende incontrare. Si tratta, infatti, di un tale Yūichi, un ragazzo cupo e ossessionato dalle auto, con un trascorso piuttosto triste alle spalle e con un rapporto conflittuale e problematico con le figure femminili.

Una volta giunti entrambi sul luogo di ritrovo accordato, Yoshino scorge in lontananza l’auto di Masuo e decide, quindi, di rimandare l’appuntamento con Yūichi. Sale, quindi, in macchina del suo ragazzo e, da quel momento in poi di lei non si sa più nulla. Le sue amiche non riescono a rintracciarla, mentre pian piano vengono fuori dettagli ignoti sulla sua vita.
Il giorno dopo il suo corpo viene ritrovato presso il valico di Mitsuse, notoriamente pericoloso. Cos’è successo a Yoshino? Chi l’ha uccisa e perché? Ma soprattutto, chi è davvero Yoshino? Alla storia della povera ragazza se ne intrecciano altre, apparentemente isolate - come la storia d’amore tra Mitsuyo e Yūichi o dei genitori della vittima - ma il cui svolgimento permette di ricostruire le fila di un omicidio intricato e terribile.

Shuichi Yoshida cala il lettore in un’atmosfera tutt’altro che rassicurante, tinteggiando l’omicidio di sfumature noir, tetre. Ma soprattutto, nulla è come sembra; nessun personaggio descritto è come appare: dalla bella Yoshino, che conduce una sorta di vita parallela, a Mitsuyo, che finisce per innamorarsi ingenuamente della persona sbagliata, fino a Yūichi, riservatissimo ma non così fragile e Masuo, spietato e insensibile. I personaggi descritti sono affascinanti, singolari, mai scontati, così come le loro esperienze di vita che li hanno inevitabilmente plasmati.
Un noir ben fatto e ben costruito, ricco di colpi di scena.