La Battaglia di Quistello
- Autore: Gerardo Renzi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
La Secchia è il secondo affluente principale sulla destra del Po, dopo il Tanaro. Scorre in Emilia e nel tratto finale in Lombardia. Un’occhiata alla paginetta consumata di un vecchio libro di geografia basta ad escludere che questo fiume italiano possa scorrere in Polonia. Eppure sulle sue rive, in terra mantovana, si è concretizzato un importante episodio della guerra di successione polacca, nel 1734. Il generale dei Carabinieri Gerardo Renzi, ricercatore appassionato di cose militari, ne ha tratto un recente saggio, molto ben articolato e illustrato: “La Battaglia di Quistello 15 settembre 1734”, edito dalla mantovana Editoriale Sometti (luglio 2018, 158 pagine, 13 euro).
Viterbese, il generale Renzi è in congedo dopo aver svolto importanti incarichi nell’Arma, ma non ha cessato di mettere a frutto la sua competenza tecnica e la passione per gli studi storico-militari. Sempre con Sometti, nel 2016 ha pubblicato “17 luglio 1866. I Carabinieri nella Battaglia di Motteggiana”, uno scontro della terza guerra d’indipendenza minore rispetto all’infausta Custoza, ma decisivo per l’annessione di Mantova e del Veneto all’Italia da poco unita.
La successione polacca, a metà del primo cinquantennio del 1700, fu un conflitto divampato fra le potenze europee tra il 1733 e il 1735, chiuso con la pace di Vienna nel 1738. Aveva visto affrontarsi in Italia l’alleanza franco-savoiarda contro la dinastia asburgica.
La battaglia di Quistello, poco nota anche alla maggior parte degli appassionati di storia, è uno degli scontri di quel biennio di fuoco e fiamme e certamente la più suggestiva, per lo svolgimento inconsueto dello scontro, passato agli annali militari come una sorpresa tattica inflitta dagli austriaci soprattutto ai francesi.
Il lavoro del generale Renzi rilegge attentamente cause ed origini, fatti d’arme precedenti (la battaglia di Parma, successo franco-piemontese, del 29 giugno 1734) e successivi: la battaglia di Guastalla, che vedrà la riscossa dei “galli” e dei piemontesi, appena quattro giorni dopo la beffa di Quistello. E tra gli artefici della vittoria ci sarà in questo scontro anche il grande beffato sulla Secchia, il bravo maresciallo parigino De Broglie, protagonista suo malgrado di una fuga personale poco onorevole, in camicia da notte, a gambe nude e piedi scalzi, dall’accampamento di Quistello invaso dagli austriaci.
Oltre ai contenuti strettamente saggistici, il volume Sometti è un’opera pregevole, per la cura e l’apprezzabile gusto grafico con cui è stata realizzata. Importanti le testimonianze d’archivio riscoperte e molto interessante il corredo d’immagini, tantissime e a colori, che riproducono tra l’altro, sempre per gli appassionati, immagini perfette di “soldatini” nelle uniformi dell’epoca, quelli che venivano chiamati “figurini”, tanto cari ai bambini ma anche agli adulti; li hanno realizzati eccezionali illustratori, l’italiano Quinto Cenni tra tutti.
Per venire alla battaglia, va premesso che alla morte nel 1733 del re della Polonia Augusto II di Sassonia, Austria e Russia sostennero come successore Augusto III di Sassonia, scontrandosi con Francia e Svezia che appoggiavano invece un nobile polacco, Stanislao Leszczynski.
Alla fazione francese aderì Carlo Emanuele III di Sardegna e il conflitto si trasferì nella penisola italiana, campo di battaglia d’elezione per i sovrani europei.
Furono i generali piemontesi che si distinsero nella serie di scontri, compresa l’alba malaugurata di Quistello, dove il loro provvidenziale arrivo da San Benedetto Po sul devastato campo francese riuscì a salvare il grosso dei reggimenti transalpini, travolti dall’irruzione delle forze del maresciallo Koenigsegg. Era arrivato da poco in Italia, con le truppe di rinforzo per l’esercito asburgico battuto in Puglia dagli spagnoli, nella guerra per la successione sul trono di Napoli.
Nel Mantovano, a metà settembre 1734, i francesi non erano affatto pronti al combattimento. Ma Koenigsegg aveva intenzioni bellicose e colse l’opportunità di una presa di contatto col nemico senza seguire le consuetudini della prassi militare: schieramento delle forze contrapposte, gran sventolio di drappi e bandiere, squilli di tromba o colpi di cannone per annunciare l’avvio della “pugna”.
Di mattina prestissimo, serrò sotto l’accampamento francese, annientò facilmente i piccoli posti esterni e dilagò nel tratto di fiume tra Quistello e Bondanello. La vigilanza era irresponsabilmente allentata e in pochi riuscirono ad opporsi ai fanti e cavalieri austriaci. L’esempio del disorientamento è dato proprio dal maresciallo Broglie, costretto a scappare in tenuta da notte.
A scongiurare perdite ancora più gravi (e tuttavia il bottino materiale risultò ingentissimo per i vincitori), fu la resistenza di singoli reparti accampati più distante e soprattutto la linea di difesa abbozzata dalla fanteria sarda e dai dragoni Savoia.
Il nerbo francese riuscì comunque a ripiegare su Guastalla e questo concorse ad assicurare la riscossa del 19 settembre.
La battaglia di Quistello. 15 settembre 1734. Un episodio della guerra di successione polacca combattuto sul suolo mantovano
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