La bambina che non c’era di Siba Shakib

Samir o Samira? Era suo padre, il grande comandante della sconfinata piana afgana dell’Hindu Kush che aveva deciso; non Daria, la sua sposa.
La grande roccia, dove per anni i suoi avi avevano condotto i futuri Re, aspettava di ricevere un figlio maschio, come prosecutore della stirpe. Ma il fato non era stato benevolo e Daria, dal suo ventre, aveva partorito una bambina. Destinata a morire, Samira, a causa di un incidente in battaglia che causa l’impotenza del Re, rimane l’unica testimone della stirpe. Questa la premessa al centro de La bambina che non c’era (Libreria Pienogiorno Edizioni, 2024, traduzione di Claudia Lionetti) della regista e attivista iraniana Siba Shakib.

Da quel giorno Samira diventa “Samir”. Ma il destino, ben presto, ci mette lo zampino. Combattuta tra l’essere e l’apparire, l’incontro con il nonno materno le mostrerà un mondo dove essere sé stessi non è una colpa e dove la cultura non è prerogativa soltanto del genere maschile. Una storia ricca di colpi di scena, quella della scrittrice, regista e documentarista iraniana Siba Shakib, la quale, lascia il fiato sospeso fino alla fine. Chi deciderà di essere “la bambina che non esisteva”? Il coraggioso e leale condottiero Samir o la dolce e sensuale Samira?

L’incontro con Bashir sembra rappresentare la svolta. Samira, inscenando la sua morte, fugge con lui e diviene sua moglie. Ma non è facile abbandonare Samir. il suo coraggio, la voglia di combattere, di imparare a vivere una vita diversa da quella vissuta nel villaggio dove è cresciuta e dove, dopo la morte del padre, la aspettava un destino di schiavitù e di sottomissione. Non riuscirà a essere Samira fino in fondo anche se, il nonno con un braccio solo, prima di morire, le aveva fatto giurare di non abbandonare la scuola, né tantomeno l’insegnamento.
Ed è proprio l’amore per la cultura, la spingerà a battersi affinché il saper leggere e scrivere sia insegnato anche alle ragazze.
E a far promettere alla sorella di Bashir, Gol - Sar, sua sposa per un giorno, a essere essa stessa insegnante, unitamente a sua madre Daria.
Daria, la sposa bambina di suo padre, la donna in grado di dialogare con il fuoco e di ricavare tristi presagi dalle bolle d’acqua.
Daria, la donna che perderà il senno, ma che lo recupererà per il bene della figlia, nel lasciarla andare incontro al proprio destino.