La Bella Nostalgia
- Autore: Simone Stefanini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
La Bella Nostalgia evoca gli anni ’80 e ’90 con una scrittura viscerale, sorretta da un ritmo incalzante e tanta ironia.
La musica non era ancora liquida. Il telefono cellulare aveva solo un paio di funzioni: telefonare e ricevere telefonate. E basta. Le fiction si chiamavano – beata innocenza – telefilm. Il digitale terrestre e la tv satellitare erano ipotesi più o meno fantascientifiche. Gli anni ’80 e ’90: pura archeologia. Visti con gli occhi disincantati di oggi non possono che suscitare sorrisi e anche un po’ di imbarazzo. Ma davvero ci si vestiva in quel modo? E che dire di quelle capigliature vaporose, del famigerato mullet, di quei programmi tv che ancora oggi gridano vendetta? Fuffa tanta, certo, ma non solo. Anni di boom economico, anche se la crisi bussava alle porte e tutto sembrava possibile. Soprattutto per chi era adolescente.
La Bella Nostalgia raccoglie una serie di articoli che il giornalista (e molto altro) Simone Stefanini ha pubblicato su dailybest.it, con l’aggiunta di qualche inedito. Pagine che raccontano i suoi anni anni ’80 e ’90, di una generazione segnata da film come “Stand by me”, “Blade runner” o “Ovosodo”, da dischi epocali del calibro di “Mellon Collie and the infinite sadness” (Smashing Pumpinks docet), da romanzi da annoverare nella categoria dei classici, basta e avanza “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, l’esordio letterario di Enrico Brizzi.
Stefanini spiega come sia possibile provare nostalgia di un gelato, di un motorino, del grunge, addirittura di “Colpo grosso” o del Festivalbar. Il suo, in fondo, non è nient’altro che un inno alla retromania, una dichiarazione di amore incondizionato nei confronti di un periodo storico spesso dileggiato se non, per certi versi, rimosso. O quasi. Perché va bene tutto, ma guai a non ammettere che quelli presi in esame furono anche lo scenario di autentici abomini come “Non è la Rai”, “Sarabanda”, il “Karaoke” di Fiorello. E quando evoca il trash, Stefanini offre il meglio di sé, sublimando una scrittura brillante e viscerale, sorretta da un ritmo incalzante e da un bel carico di ironia.
Già, ma cos’è la nostalgia? E a cosa serve? A patto che serva davvero. La conclusione del libro è illuminante:
La nostalgia ci servirà come una bussola per ritrovare la via di casa quando ci saremo allontanati e fuori sarà tutto buio.
Applausi.
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