La camera viola di Mauro Casiraghi

La memoria è un pozzo oscuro in cui scavare tesori, perle luccicanti che illuminano la coscienza di sé, ma che, una volta riportate in superficie, alla luce del sole, rischiano di diventare nere e perdere la
loro luce. Il romanzo "La camera viola" racconta tutto questo. E’ la storia di un uomo sopravvissuto ad un incidente subacqueo. L’embolia gassosa non gli ha tolto la vita, ma un pezzo di memoria lasciandogli solo il vago ricordo di una donna affacciata ad una finestra. Una donna che potrebbe essere l’inizio di una nuova vita, appena ritrovata e subito perduta. Indizio dopo indizio, la caccia alla donna misteriosa spinge l’uomo a partire per un viaggio con la figlia adolescente, vittima sacrificale di un matrimonio naufragato, nel quale loro stessi si perdono e si ritrovano tra le colline del Chianti. Non si tratta di un giallo, come il risvolto di copertina induce a credere. Il colore dominante è il viola, colore letterario per eccellenza, che colora di desiderio ed attrazione i ricordi del protagonista. Si ride delle sue sfortunate avventure con le donne, cloni della presenza femminile nella camera viola, e ci si commuove per la disperata voglia di amore di questo single smemorato, ex marito adulterino, ora padre errante in cerca di riscatto. La scrittura asciutta e i dialoghi brevi, scorrevoli, trascinano rapidamente fino al finale sorprendente, epifanico, che riporta alla luce la perla luccicante della consapevolezza. Chi legge, ne è illuminato di riflesso.