La carrozza della Santa
- Autore: Cristina Cassar Scalia
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2022
La data del 3 febbraio per i catanesi coincide con l’inizio dei festeggiamenti di Sant’Agata e prima ancora dei famosi fuochi della “sira ‘o tri”, le processioni cominciano con il tradizionale passaggio delle Carrozze del Senato.
Non è difficile immaginare che cosa devono aver provato le due giovani studentesse francesi, in Sicilia per il programma Erasmus, la mattina in cui, dopo aver seguito per tre giorni Sant’Agata fino al suo rientro in Cattedrale, si sono introdotte nel Palazzo degli Elefanti, la sede del municipio di Catania e, curiosando in una delle due antiche carrozze custodite nell’androne, hanno trovato un “morto ammazzato”.
Incaricata di indagare sull’omicidio, la vicequestore Vanina Guarrasi — giunta, nel romanzo di Cristina Cassar Scalia dal titolo La carrozza della Santa (Einaudi, 2022), alla sua sesta indagine — scopre facilmente che la vittima è Nocera Vasco, nato a Catania nel 1946, nullafacente. Diverse proprietà, alcune anche fuori Catania. Nessun precedente penale, solo una questione risalente a cinquant’anni prima: una denuncia per omicidio colposo per un incidente stradale in cui una donna aveva perso la vita, che era stata poi ritirata. Da quell’incidente, il Nocera era invece uscito illeso, tanto da indurre il padre a promettere che da allora in poi lui e Vasco avrebbero onorato ogni anno la Santa, seguendola tutti e tre i giorni della festa. Sposato con Rizzaro Beatrice di anni sessantasei, ugualmente nullafacente. Due figli, Giordano, trentotto anni, di professione agronomo, celibe, e Agata, trentun anni, commercialista, sposata con Lomia Fabio, pure lui commercialista.
La dinamica dell’omicidio sembra far pensare più a un colpo maldestro, probabilmente mirato alla guancia, come se qualcuno avesse voluto sfregiarlo e la cosa sia poi sfuggita di mano: il taglio parte dalla guancia sinistra, scende verso la mandibola, poi cambia direzione; diventa più irregolare, scende verso i collo e in un colpo solo recide carotide, giugulare interna e pizzica pure la giugulare esterna.
Dai tabulati telefonici risulta che i contatti più frequenti del Nocera sono tre: la cugina Gemma, un funzionario di banca in pensione e Vannotta Sergia, anni trentuno, architetta. La Vannotta non solo è l’ex fidanzata del figlio Giordano e l’ultima persona con cui la vittima ha parlato, ma è anche scomparsa. Infatti, dopo aver vissuto per circa due mesi nella suite di un hotel di lusso affacciata sul mare, se n’è andata senza saldare il conto, così che nei suoi confronti è stata sporta una denuncia. La giovane fin dai tempi dell’università ha fatto credere di provenire da una ricca famiglia, così da conoscere e frequentare persone altolocate, approfittando della loro disponibilità economica.
Si potrebbe trattare di una serie di coincidenze, ma come ricorda il commissario in pensione Biagio Patanè:
“Dottoressa, le coincidenze nelle indagini per omicidio non esistono, e lei ‘u sapi megghiu di mia. Perciò ccà i casi sono due: o ‘sta Sergia è l’assassina, oppure vide cu era l’assassino e si scantò. In entrambi i casi, la mattina del 6 febbraio doveva essere vicina a Nocera”.
Anche questa nuova indagine richiederebbe la più completa attenzione del vicequestore Vanina Guarrasi, che si trova, però, coinvolta su un altro fronte: a Palermo, la caccia al latitante Salvatore Fratta ha molte più chance di concludersi con un successo con il suo contributo:
“Nessuno più di lei avrebbe voluto mettere le mani addosso a quel capomafia, sparito dai radar nel 2008 e dichiarato morto nello stesso anno a seguito del ritrovamento di un cadavere carbonizzato che, guarda un po’, aveva al polso il suo bracciale d’oro. Caso chiuso per tutti, tranne che per l’allora commissario capo Giovanna Guarrasi che a quella morte non aveva creduto nemmeno per un attimo”.
Salvatore Fratta, detto Bazzuca, è l’ultimo rimasto in libertà dei quattro uomini che hanno ucciso il padre di Vanina davanti ai suoi occhi, e per questo lei ha continuato a cercare, inseguendo le piste più assurde.
Poi, quattro anni prima, improvvisamente, ha deciso di lasciare Palermo per Catania, di allontanarsi dalla famiglia, dai colleghi, dagli amici e dagli affetti — fra i quali il procuratore aggiunto Paolo Malfitano —, rifiutandosi di indagare ulteriormente sulla criminalità organizzata.
Ora invece sembra essere l’unica in grado di scovare qualcosa di utile nella moltitudine di informazioni accumulate, indizi e indiziati che potrebbero condurre al nuovo “domicilio” del latitante.
Vanina Guarrasi si conferma personaggio complesso — la cui grande inquietudine pare essersi stemperata forse in seguito alla decisione di affrontare il proprio passato — e capace di mantenere vivo l’interesse dei lettori: i suoi tratti in continua definizione permettono di stabilire una relazione basata sull’empatia e sul coinvolgimento. Rispetto alla dimensione iniziale, grazie alle informazioni che si sono via via aggiunte, è possibile percepirne i cambiamenti interiori più profondi.
Anche il sistema corale dei personaggi “secondari” svolge un ruolo determinante, e non solo nella conclusione dell’inchiesta: pur rimanendo apparentemente ai margini della vicenda, la squadra del vicequestore rappresenta un potenziale focalizzatore di attenzione e permette la progressione della protagonista.
Come già sottolineato, anche Catania ha una rilevante funzione narrativa: lungi dall’essere un semplice sfondo, risulta fondamentale per comprendere lo sviluppo della trama, in quanto condiziona i ritmi delle indagini e dell’esistenza dei personaggi.
Relazioni, spazi e protagonisti diventati familiari, così come il movente del delitto da ricercarsi, ancora una volta, nel passato della vittima, che rendono La carrozza della Santa una lettura avvincente e di qualità: un romanzo che, come i precedenti, va oltre la pura elaborazione di un intreccio ben congegnato.
La carrozza della Santa (Le indagini del vicequestore Vanina Guarrasi Vol. 6)
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