La città turrita. Le Torri di Palermo
- Autore: Carlo Di Franco
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
L’autore, Carlo Di Franco, è un attento e appassionato studioso della città di Palermo, a cui ha dedicato la maggior parte della sua produzione storico scientifica. Antropologo di valore, di lui si ricordano alcuni suoi precedenti lavori, quali in ultimo: L’ospedalità palermitana nei secoli (2021) e Strade e mestieri palermitani (2022)
Nella storia dell’Architettura le torri hanno avuto sempre in tutto il mondo un rilievo particolare sin dalle origini della civiltà nel mondo mesopotamico con la famosa Torre di Babele, come pure in seguito nel mondo greco e romano sino a i giorni nostri.
In questo agile, ma completo e dettagliato volume dal titolo La città turrita. Le Torri di Palermo (Ed. Lapademi, 2023), Carlo Di Franco concentra la sua attenzione su un aspetto di rilievo della struttura cittadina che sin dalle sue origini, ha caratterizzato lo skyline del panorama cittadino; sin all’atto dell’insediamento fenicio si palesava un gran numero di torri, specie di avvistamento e di difesa.
Ci si riferisce “ab initio” al periodo immediatamente successivo alla fondazione fenicia della citta allocata tra due corsi d’acqua che la delimitavano, il Kemonia e il Papireto.
Siamo all’interno di quello che per il suo aspetto, venne definito “Il piede fenicio” dove era presente questa tipologia costruttiva che venne a marcarsi ancor più in epoca normanna, le cui edificazioni sono sempre caratterizzate da torri e fortificazioni.
Un fortilizio si ergeva infatti nel vecchio nucleo urbano dove un castello attualmente riconducibile al c.d. Palazzo dei Normanni era composto da quattro torrioni sia di epoca islamica che normanna: Greca, Pisana, Joharia o Gioria e Chirimbi.
Citando l’autore:
A difesa del porto (Cala), nel IX secolo si costruì un ‘ mastio’ formato da una serie di torri in cui si poteva attaccare la ‘catena’ a protezione dell’imboccatura dell’insenatura portuale.
Carlo Di Franco, con un’attenta analisi, passa in rassegna lo sviluppo urbano nelle varie epoche, dagli Angioini, agli Aragonesi nel XIV secolo, in cui i maggiori esponenti dell’aristocrazia locale, per affermare e simboleggiare la loro potenza, costruirono delle residenze fortificate (cfr. Palazzo Chiaramonte e Palazzo Sclafani) con tanto di torri di avvistamento.
A quest’ultimi si succedettero altri memorabili edifici quali: Abatellis o Patella, Speciale, Raffadali, Ajutamicristo, Marchesi, Bonet, Alliata-Termini di Pietratagliata.
L’amministrazione civica ritenne anch’essa di riqualificare le proprie torri civiche tra cui quella del Senato palermitano (oggi identificabile nel campanile della chiesa di Sant’Antonino Abate in via Roma o quella di San Nicolò all’Albergheria.
Torri di difesa erano ancora edificate a difesa dei terreni agricoli di proprietà ecclesiale o privata.
Nel XVI secolo la città venne a mutare connotazione raccordata da una cinta muraria con fossato, ad opera del governo di Spagna, a difesa delle frequenti e pericolose incursioni barbaresche ed ottomane. La cinta muraria venne ancor più rafforzata con dodici bastioni e posizionati a regolare distanza si aprivano alcune Porte che da semplice passaggio assunsero alcune una funzione monumentale e decorativa come la splendida “Porta Nuova” o come la “Porta dei Greci”.
L’analisi e la disamina preziosa dell’autore percorre i periodi successivi, nei vari capitoli che prendono in esame “Torri specifiche”.
Si significano i contenuti, il motivo del loro sorgere, la funzione, il significato del loro nome, le origini, lo sviluppo, la forma e la loro esatta allocazione sul tessuto urbano. Tra le altre vi erano: le Torri di “Deputazione”, le Torri “appadronate”, Le torri “Universitas”, le Torri dell’Albergheria, le Torri delle contrade del “Capo”, le Torri della “Loggia”, le torri della “Kalsa”.
Ogni capitolo è corredato di un glossario che chiarisce e spiega il significato di termini ormai desueti e questo contribuisce a dare al lettore una visione d’insieme completa di quest’aspetto urbanistico, quale le Torri che in piccola parte ancora perdura e che arricchisce ancor più la città.
Un volume di interesse che si legge facilmente e che, pagina dopo pagina, cattura l’attenzione dei lettori, siano essi “palermitani e non”, come recita testualmente l’esergo del testo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La città turrita. Le Torri di Palermo
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