La città dei matti
- Autore: Domenico Esposito
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2009
Lo scrittore Domenico Esposito, detto "Mito", ci presenta personalmente il suo libro "La città dei matti", pubblicato con la casa editrice Mond&Editori nel 2009.
L’idea nasce dall’intento di descrivere un paesino del Sud agli occhi del forestiero proveniente da una città del Nord.
Il racconto inizia infatti con un visitatore milanese che si precipita in questo paesino di provincia a lui sconosciuto, per fare una sorpresa ad un amico che aveva conosciuto a Milano, il quale lo aveva soccorso in un incidente, e quindi gli aveva promesso di andare a fargli visita.
L’errore che commette questo visitatore di nome Bernardo è quello di non avvisare il suo amico, per potergli fare una sorpresa, quindi proseguendo d’istinto si perde per le strade di questo paese e inizia a imbattersi in vari personaggi affetti da malattie mentali, dai quali il giovane, in qualità di forestiero, ma anche essendo abituato a un altro tipo di realtà, sarà spaventato.
Da qui sarà dato al paese il soprannome ironico "La Città Dei Matti" proprio dagli abitanti che spiegheranno al giovane visitatore quanto, in realtà, queste persone siano molto più innocue rispetto a quelle che vengono comunemente definite “sane”.
C’è un passo molto divertente in cui alcuni giovani abitanti discutono in un modo talmente acceso, si danno addirittura degli spintoni e si prendono a parolacce, tanto che Bernardo si chiede di chissà quale argomento importante stiano parlando, anche se nota che la discussione e persino gli spintoni sono amichevoli, quando Bernardo si avvicina, si accorge che in realtà stanno semplicemente parlando di cibo e dei modi di mangiare.
Dunque ribadisce il concetto di "Città Dei Matti", anche per una certa simpatia che trasmettono queste persone.
Attirerà l’attenzione del nostro visitatore, oltre ai matti, proprio uno di questi giovani e i suoi amici che sembrano essere quelle persone distaccate dalla massa e dal conformismo, sia nel modo di vestire che nello stile di vita e addirittura nel modo di muoversi di parlare.
A primo impatto, Bernardo aveva pensato che questo giovane potesse essere un altro matto perché, quando si trovava senza i propri amici, girovagava solitario per le strade del paese con l’aria nervosa, proprio come i matti.
Le informazioni Di Mimmo, l’amico al quale è venuto a far visita, riguardo questo strano giovane, non soddisferanno la curiosità di Bernardo, poiché egli ha il presentimento che siano superficiali e azzardate, infatti risultano, almeno in parte, errate.
Cercherà quindi in tutti i modi di conoscerlo e di scoprire com’è fatto veramente, anche perché, sembra cambiare completamente personalità quando è con gli amici.
Il giovane si rivelerà una persona introversa con gli sconosciuti e allegro e ironico quando è con amici e i conoscenti, ma la cosa più importante è che è dotato di spirito rivoluzionario, nel senso che vorrebbe cercare un modo per cambiare le cose, per cambiare il sistema.
Il problema è che non sa come fare e per tutto il tempo si chiederà se la soluzione sta semplicemente nella cultura, cioè nella rivoluzione pacifica, oppure nella rivolta violenta, o se magari la cultura sia soltanto un punto di partenza per una vera e propria rivolta.
Cade quindi in confusione quando riflette su questi argomenti. Egli vorrebbe diventare un grande uomo, un eroe, ma non sa da dove cominciare.
Se il giovane Romolo userà mai la violenza o no, per qualsiasi motivo (personale o ideologico), lo scoprirete soltanto leggendo il romanzo. Quello che vi posso dire con certezza è che userà la cultura, oltre che come rifugio, come strumento di vendetta (citazioni di filosofi, scrittori e poeti ) soprattutto nei confronti della ragazza che un tempo ha amato e che poi inizierà a odiare. Quindi a tratti è anche un romanzo, per così dire, di passione.
Nonostante egli predichi la pace, cela quella sua tentazione ad usare la violenza, non soltanto per cambiare il sistema, ma anche per motivi personali, quando riflette sulle ingiustizie e le cattiverie subite soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza. Noteremo qui il suo carattere astioso.
Romolo è al contempo vendicativo, ma anche un giovane dall’animo sensibile e solidale: si commuove per le tristi storie dei pazzi e degli alcolizzati della propria cittadina; quando vede un anziano signore umiliato dai teppisti e reso malvagio proprio a causa della cattiveria altrui; quando vede le persone cercare l’elemosina alla stazione di Napoli, quando vede i barboni o una bella ragazza ridotta a prostituirsi (da notare dunque, che il romanzo va a spostarsi anche oltre la cittadina in questione).
In queste ultime circostanze condurrà anche delle riflessioni importanti sulla situazione odierna di Napoli e del Sud, collegandole a riflessioni sulla sua storicità che è quella del Risorgimento e del Regno Delle Due Sicilie: un argomento di cui si è discusso molto negli ultimi anni.
Oltre all’aspetto sociologico però, un altro dei temi fondamentali che va ad affrontare il romanzo è quello dell’amicizia, o meglio di un’accurata analisi di questo sentimento.
Egli farà di tutto, per far capire che l’amicizia non è la semplice conoscenza, ma un sentimento profondo, lo starsi accanto nei momenti di difficoltà, che l’amicizia si basa su gesti spontanei dettati soltanto dal sentimento vero e proprio.
Tutto questo cercherà di farlo capire proprio alla ragazza che lui amava, dopo che lei lo rifiuta dicendogli che lo vede come un amico, quindi le dimostrerà quanto lei abbia banalizzato il concetto dell’amicizia essendosi dimostrata superficiale nei suoi confronti.
Nello stesso periodo, però, nota anche l’egoismo di vecchi amici e compagni ai quali è legato e che per lungo tempo, proprio nel momento del bisogno, spariscono quasi completamente dalla sua vita e sarà proprio in questi momenti di solitudine e tristezza che prenderà a riflettere sui tanti episodi del suo passato che alimenteranno in lui la voglia di vendetta insieme a un sentimento di personale rivalsa.
Condurrà inoltre una profonda riflessione proprio sulla sofferenza: egli si accorgerà di quanto essa sia importante nella vita di un uomo. Si accorge che senza la sofferenza la vita non si capirebbe in modo profondo. Addirittura arriva a invidiare quelle persone che soffrono per amore, perché , secondo la sua concezione, almeno loro hanno il privilegio di sapere che cosa si provi, quindi essi sanno qualcosa in più sulla vita. Inoltre, cerca conforto nel dolore, cioè pensa che soffrendo al massimo, riesca a rendere più lieve ogni altro dolore. Come una specie di allenamento per riuscire a sopportare meglio.
Sarà proprio in uno di questi giorni tristi e solitari che farà uno strano incontro con una misteriosa ragazza di nome Laura, che sembra aver fatto parte della sua vita, ma non sarà precisato subito di quale periodo si tratta, né come né quando si sono conosciuti e questo porterà al lettore, prima alla confusione, poi alla curiosità di scoprire chi è questa misteriosa Laura la quale si troverà accanto a lui nei momenti di crisi e di difficoltà e sarà l’unica persona ad ascoltarlo e incoraggiarlo meglio di tutti e con la quale Romolo riuscirà a confidarsi.
Ci sono però anche persone che Romolo incoraggerà, come ad esempio, Barbara, una donna sulla trentina, che gestisce un bar. Poiché è divorziata ed ha dei figli, ha paura dei pregiudizi delle persone e quindi confida a Romolo che teme di non trovare mai più l’amore di un uomo per un rapporto stabile.
Romolo, essendo molto legato a questa donna, la guarda sorridendole in modo gentile e la incoraggia dicendole di non perdere mai la speranza. Proprio come fa la misteriosa Laura con lui.
Un’altra persona che Romolo incoraggerà è un signore anziano irascibile e introverso, di cui ho accennato poco fa, che nonostante risulti inavvicinabile, il giovane riuscirà a stabilire un buon rapporto con lui e addirittura a farlo reintegrare nella società dalla quale ormai si era quasi completamente alienato a causa della cattiveria della gente, per la quale aveva perso la nobiltà d’animo che possedeva in gioventù, quando compiva opere buone al suo prossimo. Tutto questo dunque ci riporta al tema fondamentale del romanzo: quello della solidarietà.
Il messaggio è quindi quello di non abbandonarsi alla superficialità, di essere solidali con gli altri, di aiutarli nei momenti di difficoltà anziché dimenticarli solo perché magari i nostri sono finiti e siamo felici, anziché voltare le spalle a tutti e abbandonarli nella più totale solitudine.
Spero quindi che leggerete il romanzo e riuscirò a trasmettervi il messaggio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La città dei matti
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