La cura del dubbio
- Autore: Elisabetta Romagnoli
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Nel 2009 Dennis Gansel curò la regia di un film intitolato L’onda. In breve era la storia di un insegnante di liceo dei nostri giorni, che cercava di spiegare a una classe i meccanismi di esclusione identitaria alla base del nazismo e che si ritrovava a proporre un esperimento discriminatorio a scuola.
L’obiettivo era convincere le nuove generazioni che certe tragedie potessero ricapitare, e che non era mai facile sfuggire alle dinamiche di sbilanciamento del potere ai danni di una o più categorie arbitrariamente scelte da una maggioranza privilegiata.
A dodici anni di distanza Bao Publishing pubblica un graphic novel firmato Elisabetta Romagnoli, La cura del dubbio, che con l’esperienza di quel professore del grande schermo sembra dialogare molto da vicino.
Anzi: nel caso del libro ogni elemento viene amplificato alla massima potenza, perché Romagnoli non si limita a immaginare una situazione estrema calata in un universo narrativo uguale al nostro, come accade nella pellicola. No, va ancora più a fondo e trasforma il mondo in una sua variante distorta e distopica, e di conseguenza più pericolosa.
Nella sua cornice non ci sono più ideologie giuste e sbagliate, e non c’è nemmeno un nemico da mettere a tacere, perché viene eliminato alla radice il concetto stesso di contraddittorio. Com’è possibile? È semplice, se anziché trasformare un’idea diversa in un capro espiatorio si mette al bando il dubbio in quanto tale, additato all’improvviso come una sorta di virus, di voce interiore destabilizzante e allarmante, a causa della quale non ci sarebbero più certezze a cui aggrapparsi in un’epoca ipermoderna, veloce e desiderosa di punti fermi.
In apparenza curare il dubbio promette, quindi, una vita lontana dalle angosce, da bivi insuperabili, dalla difficoltà di scegliere la salsa al gusto migliore per le nostre patatine o la persona con cui trascorrere la vita intera, anche se dall’altra parte ciò che si verifica è ben più grave. Senza dubitare, infatti, diventa impossibile sbarazzarsi di chi sta al governo, per il semplice fatto che non è contemplata l’ipotesi di mettere in discussione questa o quella manovra, questa o quella posizione: il fatto stesso di esitare del suo operato è considerato sintomo di una malattia contagiosa.
Nel raccontare così La cura del dubbio, è verosimile pensare di sortire un duplice effetto. Da un lato, colpirà senz’altro venire a sapere che un’opera di fantasia sia riuscita a prendere una piega simile, peraltro alla luce degli ultimi anni di complottismi e di post-verità a cui siamo stati esposti senza tregua, e che abbia descritto il nostro presente con tanta, inquietante cura pur prendendone all’apparenza le distanze. Dall’altro lato, si penserà però che la vicenda in questione sia macabra, lugubre, quasi apocalittica.
Per la verità, basta sfogliare le prime pagine del volume per rendersi conto del contrario. Siamo di fronte a un graphic novel dai toni accesi, dalle forme morbide e sottili, dalle tavole avvolte in una rassicurante e copiosa nuvola di bianco. Tutte le componenti testuali appaiono in uno stampatello essenziale, mentre le illustrazioni riflettono l’innocuo profilo della nostra quotidianità.
Le atmosfere sono riposanti, abbondano i primi piani, e quasi senza volerlo si sviluppa l’impressione di un racconto che procede sottovoce – e che di fatto si svolge sempre più di nascosto dalle autorità –, senza turbarci né sconvolgerci, e con un sottile strato di intelligente umorismo ad abbellire i contorni già nitidi della narrazione.
Protagonista è il dottor Davelio, uno scienziato in crisi sentimentale incaricato dall’alto di trovare la famigerata cura del dubbio entro massimo cinque anni. Ha a sua disposizione laboratori e risorse economiche, e soprattutto la massima fiducia delle autorità, che gli permettono in via eccezionale di dubitare pur di venire a capo del problema, senza per questo essere trascinato al centro del dubbio per accertamenti, o indossare una maschera appena esce di casa come accade ai cittadini caduti preda di un qualunque dilemma nel corso della loro vita – e, ça va sans dire, destinati all’emarginazione.
Peccato che, come in ogni distopia che si rispetti, l’alleato del potere diventi una mina vagante, un osservatore privilegiato, e in quanto tale capace di scoprire i più loschi altarini. Dalla curiosità, dall’onestà e dal vissuto stesso del protagonista, allora, la situazione prende una piega sfaccettata, policromatica, in cui i rapporti fra le persone (e non solo) costituiscono la chiave di volta per sopravvivere a ogni forma di manipolazione.
Ne risulta una vicenda brillante e fresca, che con le sue illustrazioni diverte e suggerisce spunti di riflessione nemmeno troppo velati, ricordandoci attraverso una lettura gustosa e sferzante quello che già nel 2009 faceva notare L’onda:
"A che servono le buone idee, se poi non si alza il sedere dalla sedia per agire?"
La cura del dubbio
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