La dedica di Miriam Rebhun

Chi scrive non si commuove quasi mai se legge un romanzo. Eppure due gocce sul naso, la gioia e un dolore mi accompagnano sempre in questa settimana. Col titolo La dedica di Miriam Rebhun (Giuntina, 2024) le famiglie di origine ebraiche si ritrovano, poi si perdono, ma internet riesce a mettere in contatto parenti lontani, o fratelli e nipoti che si ritrovano dopo decenni. Con un messaggio da bottiglietta chiusa:

Sono Daphna, ho settantasei anni e sono tua figlia. Vivo a Berlino, ora sono in viaggio in Israele e penso a te.

Poche parole, su uno scritto web sulla pagina che commemora la vita spezzata di Kurt Emanuel Rebhun, lo zio Gughi, durante la guerra di indipendenza di Israele, nel 1948. Dopo la Seconda Guerra mondiale, molti ebrei si erano trasferiti con mezzi di fortuna in Israele, ovvero i pochi rimasti vivi, raggiungendo un paese dove già c’erano in quella striscia di terra i palestinesi, da decenni.
Luciana, che in questo modo troverebbe una cugina, perché Kurt è il fratello gemello di Heinz e di chi scrive questo bellissimo memoir, a un certo ne fa quasi un poliziesco per per depistaggi, giri a vuoto. Sembra di sentire una fluidità narrativa semplice e commovente come in Lessico familiare di Natalia Ginzburg e per giunta ci sono dei passaggi narrativi che se non proprio da commedia, hanno la profondità dell’umorismo ebraico; quindi la storia prende anche i refusi del tempo, mette a confronto avvenimenti e date che non coincidono, a volte volontariamente, per cui da un fatto tragico emerge la stranezza, che non potrebbe essere più lontana dalla comicità non ebraica. Era per questo che pur essendo un bel film di successo, “La vita è bella” di Roberto Benigni non funzionava nelle parti comiche.
Perché solo chi possiede questo humour lo sa usare, come Moni Ovadia con le sue storie o alcuni film di Woody Allen fino a Steven Spielberg col capolavoro di “The Schindler’s list”. Mentre questo bellissimo libro, La dedica, ci sembra fatto giusto per noi, perché le emozioni e la struttura stilistica non possono lasciare indifferenti.