La fine del Cristianesimo. La morte di Dio al tempo del mercato globale e di Papa Francesco
- Autore: Diego Fusaro
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2023
Che cosa succede quando la Religio, anziché prospettarsi come ultimo baluardo resistente del Sacro e del trascendente nell’orizzonte umano, accetta invece di confondersi e compromettersi con l’immanentismo della civiltà moderna, diventando una moda o una merce low cost come tante altre nel mondo del commercio assoluto e globale?
Questa degradazione della Religio (manifesto ormai da decenni anche nel linguaggio della pubblicità, dello star-system, e persino della Cultura) che recinge e amplifica lo spazio autoreferenziale di una società post-umana indirizzata, attraverso la proiezione idolatrica dei propri impulsi sregolati, alla guerra con la Realtà, alla fuoriuscita da sé e dalla Natura verso l’abisso e il vuoto nichilista e tecnomorfo che si è scavata con le proprie mani, è l’oggetto del saggio del filosofo Diego Fusaro: La fine del Cristianesimo. La morte di Dio al tempo del mercato globale e di Papa Francesco (Piemme, 2022).
Simile alla fiaccola con cui Lady Macbeth tenta vanamente di illuminare l’oscurità che la avvolge, la Religio è l’emblema attuale di un mondo autoconsegnatosi all’unica vera religione rimasta, quella del Mercato. Un mondo ridottosi a impura rifrazione di desideri effimeri e bisogni eterodiretti; che di conseguenza riduce gli individui a meri consumatori, orfani di Assoluto, resi molli da una morbo che nella sua progressione incessante, intaccando la carne pervade anche l’anima, slegando la Ragione dal Sacro, dalla comunione con l’ordine eterno e trascendente del cosmo; rattrappendo dunque la ragione umana in una dimensione altra dell’esistenza e impedendole di comprendere e fruire vitalmente il linguaggio e i doni della Realtà, della Natura (e quindi di Dio).
Già mezzo secolo fa con la sua lucida e inascoltata chiaroveggenza, Pier Paolo Pasolini, prendendo spunto dallo spot pubblicitario dei jeans “Jesus”, aveva compreso perfettamente, attraverso un’analisi linguistica magistrale di quella pubblicità, i segni di un cambiamento epocale, per cui la civiltà edonista e liberal-consumista, ritenendo ormai inessenziale e inutile la Chiesa cattolica e il suo millenario magistero nell’era del Capitalismo assoluto, stava procedendo a una capillare liquidazione del suo messaggio e della sua stessa ragion d’essere, passando repentinamente dalla profanazione (etimologicamente: portare il Sacro al di fuori del Tempio) alla sua dissacrazione (messa in ridicolo), rendendola subalterna alle logiche materialiste del “mundus” dominante.
Come osservava Pasolini nell’articolo pubblicato su Il Corriere della Sera nel 1973 dal titolo Analisi linguistica di uno slogan:
L’accettazione della civiltà borghese capitalistica è un fatto definitivo, il cui cinismo non è solo una macchia, l’ennesima macchia nella storia della Chiesa, ma un errore storico che la Chiesa pagherà probabilmente con il suo declino.
Da questa illuminante profezia pasoliniana Fusaro, padroneggiando con finezza e complessità di ragionamento un novero imponente e suggestivo di fonti e di testimonianze, sviluppa il suo studio mediante un efficace dialogo a distanza con voci autorevoli di filosofi scrittori e teologi del passato, a tal proposito risulta particolarmente significativo il richiamo alle parole del Grande Inquisitore ne I Fratelli Karamazov di Dostoevskji:
Se Dio non esiste, allora tutto è possibile.
Che hanno saputo vedere nella filigrana del tempo l’embrione di questo processo di scristianizzazione e dissacrazione già formato nelle sue prospettive di realizzazione; per poi rivolgere la sua indagine all’orizzonte attuale, in cui il processo si è pienamente compiuto e consolidato.
L’indagine severa e obiettiva di Fusaro si concentra pertanto proprio sul nesso che lega ormai inestricabilmente la religione al modo capitalistico della produzione nella società coeva, ossia:
Quel nesso tensionale e oppositivo tra religione della trascendenza e fanatismo dell’economia di mercato.
Con cui, a partire dalla metà del secolo scorso, un nuovo capitalismo, aggressivo e totalizzante, ha definitivamente soppiantato il capitalismo dialettico, e per così dire storico, che in precedenza non soltanto aveva preservato la religione e la Chiesa cattolica come istituzione saldamente fondata su una tradizione capace di informare di sé ogni aspetto della vita umana, utilizzandone inoltre dialetticamente l’autorità come “instrumentum regni” per legittimare il suo potere economico e mondano.
Con l’avvento della nuova società liberal-progressista invece, sottolinea Fusaro:
Il carattere secolare del pensiero post- metafisico non riconosce le ragioni del messaggio cristiano aperto alla trascendenza.
Ciò ha provocato nell’arco di pochi decenni una trasformazione culturale e antropologica radicale che ha sostituito il pensiero metafisico e il sentimento del Sacro, che parevano inestirpabili dalla coscienza e dal modus vivendi della società umana, con una “volontà di potenza tecnico-scientifica” che attraverso il nichilismo e il relativismo ha consustanziato e modificato ogni aspetto della nostra vita.
L’ateismo liquido è diventato il nuovo oppio dei popoli, autenticando un sentimento diffuso di indifferenza nei confronti del Sacro, del trascendente e dell’Eterno, senza che la Chiesa opponesse alcuna resistenza (ma piuttosto scegliendo, come aveva previsto Pasolini, di piegarsi e obbedire) a questa pratica sistematica e continua di dissacrazione del Cristianesimo, anche mediante il linguaggio e i sistemi di comunicazioni, banalizzanti e seduttivi, forniti da quell’altra faccia della stessa medaglia che è la civiltà dello spettacolo.
La “Morte di Dio” è pertanto oggi più che mai manifesta e conclamata in un mondo dove “tutti calcolano, pochi pensano, e ancor meno credono”. E gli uomini che un tempo furono cristiani, osserva con amara ironia Fusaro, oggi:
Divengono consumatori, seguono con maggiore attenzione le previsioni meteo per il fine settimana rispetto alle previsioni per l’Aldilà”, essendo ormai esclusivamente devoti all’ onnipotenza del Mercato anziché credere ancora nell’esistenza di Dio.
Il punto nodale di questa trasformazione radicale di un’intera civiltà è da ravvisarsi nei lavori del Concilio Vaticano II e nella coerenza e continuità della sua lezione attraverso gli ultimi decenni, che ha consolidato una nuova Chiesa aperta e conciliante con la società dei consumi e della tecnica, intenta a distruggere i fondamenti stessi della tradizione teologica occidentale e cristiana.
Particolarmente interessanti, in relazione a questo ordine di riflessioni, sono i capitoli del saggio “La Croce e il Nulla”; “Il balcone di San Pietro vuoto”; “ La Neo-Chiesa post-cristiana” che Diego Fusaro dedica al ruolo della Chiesa in questi anni controversi e segnatamente al pontificato di Benedetto XVI, che appare, alla luce delle istanze storiche, sociali e culturali descritte, un atto estremo di coraggio e di rivendicazione fedele alle radici della vera Chiesa di Cristo, rivolta alla dimensione dell’’Eterno anziché a quella dell’immanentismo contingente e alle seduzioni del “mundus”.
In tal senso, per Diego Fusaro, la stessa clamorosa “renuntiatio” di Papa Benedetto, avvenuta esattamente dieci anni fa, non è da considerarsi un “gran rifiuto” o un passo indietro fatto “per viltade” ma piuttosto un “passo di lato”, consapevole e presago, (ne fanno fede le pagine del libro-intervista Rapporto sulla fede scritto da Ratzinger con il giornalista Vittorio Messori e pubblicato già nel 1985 dalle Edizioni San Paolo) nel tentativo estremo di preservare un “piccolo resto” della vera Chiesa, in cui pochi uomini di buona volontà, che non vogliono piacere al mondo, coniugando ostinatamente Fede e Ragione, possano organizzare ed esercitare strenuamente una resistenza alla deriva liberal-consumista della Chiesa e della Civiltà attuale.
È forse un caso che tra le proposte recenti della saggistica, molti studi attenti e rigorosi come quello di Fusaro, convergano su questo stesso tema?
Segno dunque che in questa tensione drammatica, estrema, tra “smania del mondo” (per citare una definizione del teologo von Balthasar più volte richiamata da Fusaro) e l’ombra di quella Croce che sembra inghiottita dal vuoto e dall’oscurità che ci sovrasta, consiste uno snodo di riflessione cruciale che impegna tutta la nostra intelligenza e responsabilità rispetto al bisogno di una Realtà autentica e a dimensione umana in cui restare radicati e consistere.
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